Poccei - Valle Strona


Publiziert von atal , 17. März 2019 um 20:56.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:16 März 2019
Wandern Schwierigkeit: T5 - anspruchsvolles Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 8:00
Aufstieg: 600 m
Abstieg: 600 m
Kartennummer:IGM Rumianca I Ed.

Questo giro è un buon esempio di come sia più difficile muoversi rimanendo in basso che puntare decisi verso l'alto.

D'altra parte, le basse quote sono il regno della wilderness di ritorno, ambito affascinante e per certi versi paradossale: le zone più vicine ai centri abitati, sono infatti quelle più abbandonate, meno documentate e meno praticate.

Gli alpi Poccei (in dialetto Pucei; Pecello sulla Mappa Rabbini), con i i due nuclei di sopra (1315 m) e di sotto (1163 m), separati da un canale e da un dislivello non trascurabile, non sfuggono a questa regola.

Poccei di sopra, già visitato seguendo un diverso percorso (vedi qui), presenta due baite ristrutturate e un sentiero ancora mantenuto che sale da Forno.
Tutt’altra cosa Poccei di Sotto: in rovina già nelle foto aeree del 1956, senza più un sentiero che lo colleghi con il resto del mondo, è sicuramente uno dei luoghi meno visitati della valle Strona e in passato deve essere stato uno dei più grami, per l’estrema ripidezza del pascolo, a dispetto della vicinanza a Rosarolo.

Entrambi gli alpeggi facevano parte del comune di Massiola, pur essendo affacciati sul versante di Forno. Secondo la prima carta IGM ciascuno dei due nuclei di Poccei aveva un proprio sentiero che vi arrivava traversando in piano (alle rispettive quote) dalla dorsale che scende a SSO del risalto di Piano del Pozzo. Scopo del giro era, se possibile, quello di percorrerli entrambi.

Diciamo subito che non troveremo traccia del più basso dei due sentieri mentre quello più alto si presenta ancora in buone condizioni. Poccei di Sotto, che non potevamo mancare, verrà raggiunto in discesa dal sentiero che traversa per Poccei di Sopra seguendo un inizio di sentiero che subito si perde nel ripido bosco.

Il giro sarà l'occasione per visitare anche l'interessante alpe Praccione e ci regalerà la sorpresa di un notevole masso coppellato.


Avvertenze
Percorso per amanti del genere, quasi tutto senza sentiero, in ambienti selvatici e scomodi.

Molto ripida la calata nel bosco su Poccei di Sotto e la successiva discesa su Rosarolo. Sono circa 600 m di dislivello che non concedono tregue e non ammettono distrazioni.
 
Il percorso
Da Massiola mi incammino con Ferruccio lungo la vecchia strada consortile della Valle Strona in direzione di Forno e, superata la borgata Fontane e la baita dell'Or du Ru Vac, la abbandoniamo all'attraversamento del Rivo Grande, il torrente principale che scende dalla zona di Piano del Pozzo.

Saliamo seguendo una disagevole e confusa traccia fino ad una zona aperta dove notiamo la costruzione del vecchio acquedotto. Un sentiero traversa a destra e giunge alla Piana dei Casoni, che la Mappa Rabbini chiama disinvoltamente Piana dei Cazzoni.

Qui si può arrivare con percorso più comodo, che scopriremo al ritorno: passata la borgata Fontane, la strada supera il Rivo del Crotto (madonnina tra le rocce del torrente). Subito dopo, passando davanti ad una casa con un grande pino, inizia la mulattiera che porta alla Piana dei Casoni. 

Dalla Piana dei Casoni in questa stagione si può vedere il sentiero che prosegue nel bosco sul versante opposto del vallone. Ritorniamo quindi nel piano in prossimità del torrente, dove troviamo il vecchio sentiero per l'Alpe Praccione. Il percorso è stato ripulito e presenta una sbiadita bollatura rossa ma in basso i rovi stanno riguadagnando terreno.

Si raggiunge un grande acero, solitario in mezzo a tanti noccioli, punto di riferimento anche dal versante opposto e crocevia di sentieri: dal basso a sinistra (S) arriva un percorso, probabilmente proveniente dalle case poste lungo la strada consortile (come indicato anche su alcune mappe), a sinistra (O) sale un sentiero evidente e segnalato da tagli, che per il momento tralasciamo, mentre a destra (NO) prosegue il sentiero principale, segnalato da una freccia rossa. Seguiamo quest'ultimo percorso fino ad un masso coppellato, in posizione panoramica.

Risalendo la costa alle spalle del masso (tracce) si giunge in breve ai ruderi dell'Alpe Praccione. Dai residui di cemento si capisce che queste baite sono state abbandonate da poco. La boscaglia di noccioli verso sud nasconde estesi terrazzamenti.

Secondo la Mappa Rabbini questo dovrebbe essere l'Alpe Bertaccio, mentre Praccione sarebbe solo il gruppo di baite più vicino al torrente. La gente del posto però usa anche per questo nucleo più esterno il nome Praccione. Per distinguerli, chiameremo questo primo alpe Praccione Fuori.

Dalla sorgente (disseccata) dell'alpe un sentiero evidente traversa in piano in direzione Nord e giunge in pochi minuti agli altri ruderi dell'Alpe Praccione. Il primo che si incontra è una balma realizzata su un terrazzamento costruito sotto un riparo naturale. Oltre a questo, ci sono tre baite allineate.

Ritorniamo a Praccione Fuori, dove avevamo visto una freccia rossa che indica la prosecuzione del sentiero verso sinistra (O). Seguiamo l'indicazione, che porta a salire a tornanti guadagnando il colmo della dorsale fino all'inizio della faggeta, a circa 1200 m di quota.

Sembra evidente che questo è il sentiero che porta a Poccei di Sopra perché quello per Poccei di Sotto dovrebbe traversare ad una quota più bassa, stando alla vecchia IGM.

Ritorniamo quindi all'incrocio in corrispondenza dell'acero (situato a circa 900 m) e proviamo a seguire il sentiero che sale a sinistra. Il percorso traversa in direzione della dorsale e giunge ad un grande e caratteristico masso aggettante, dove purtroppo i tagli hanno termine.

Proviamo comunque a seguire una traccia di animali, che presenta a tratti anche un discreto calpestio, e la seguiamo traversando in piano fino ad una giavina.

Oltre la giavina il noccioleto è troppo fitto. Risaliamo quindi il versante, ripido e intricato, in modo da incrociare il sentiero che stiamo cercando, sempre che esista. Nella faticosa risalita troveremo una carbonera e diverse tracce di animali, ma non un sentiero degno di questo nome.

Arriviamo così nuovamente sulla dorsale, al confine tra il noccioleto e la faggeta, dove eravamo arrivati prima seguendo il sentiero che sale dall'Alpe Praccione.

A questo punto non rimane che cercare di percorrere il sentiero alto, quello per Poccei di Sopra. Risaliamo quindi, senza più trovare tracce di passaggio, la dorsale fino ad una zona dove pianeggia intorno ai 1340 m di quota. Qui si vede chiaramente la vecchia mulattiera per Poccei di Sopra. Il percorso non presenta difficoltà ed è sempre riconoscibile, anche se non è segnalato. Dopo un colletto si nota un bivio con un sentiero che scende, più o meno sulla verticale di Poccei di Sotto.  Proseguiamo per il momento sul percorso principale, che traversa a Nord e arriva a Poccei di Sopra, già raggiunto poche settimane fa seguendo un altro percorso.

Ripercorriamo a ritroso un tratto della mulattiera fino al bivio che avevamo notato all'andata. Pochi metri sotto la mulattiera, il sentiero diviene irriconoscibile. Scendiamo navigando a vista nel ripido bosco fino a calare sui ruderi di Poccei di Sotto, autentico nido d'aquila delle basse quote, aggrappato ad un pendio ripidissimo, forse l'alpetto più estremo tra quelli visti in valle Strona.

Dopo una breve sosta, attraversiamo verso Sud quello che resta del pascolo di un tempo (certamente non adatto ai bovini) e ci caliamo nel bosco, trovando ogni tanto il conforto di labili tracce. Arriviamo così alle spalle delle case di Rosarolo e tocchiamo finalmente terra sul retro del piccolo santuario della Madonna del Sacchetto, il cui nome rievoca il tempo in cui la maggior parte degli uomini faceva la vita dell'emigrante.

Dal qui lungo un breve tratto su asfalto e la strada consortile (segnalata, già percorsa al ritorno in questo giro) facciamo ritorno a Massiola dove si chiude l'anello.

Tempi: circa 8 ore nel nostro caso, riducibili sensibilmente se si ha già qualche informazione...

Tourengänger: atal
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (6)


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martynred hat gesagt:
Gesendet am 18. März 2019 um 15:55
molto affascinante!!!! pura avventura e scoperta

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 18. März 2019 um 17:47
Grazie...forse con punte di masochismo (soprattutto tra i noccioli) ma ne è valsa la pena!

ChristianR hat gesagt:
Gesendet am 18. März 2019 um 17:15
L'altro giorno pensavo che Andrea e Ferruccio non avrebbero visitato Poccei di Sotto perché era troppo vicino al fondo della valle. E, naturalmente, ho sbagliato. La discesa a Rosarolo deve essere stata impressionante ...

Questa esplorazione metodica della Val Strona è davvero interessante e sempre ampiamente documentata. È come una soap opera, aspettiamo con impazienza il prossimo episodio!

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 18. März 2019 um 21:35
Grazie Christian. Speriamo di essere altrettanto fortunati con le prossime puntate. Questa ha superato di gran lunga le aspettative.

adrimiglio hat gesagt:
Gesendet am 18. März 2019 um 18:04
Ciao Andrea
hai proprio ragione, mi sto rendendo conto anch'io da quando non frequento più cime ma boschi e bassa montagna, che le zone più impervie e abbandonate sono proprio dietro casa; ma sono del parere che siano anche le più interessanti, si vedono delle cose incredibili che non si possono nemmeno immaginare.
Complimenti come sempre per le vostre avventure e per i report scritti in maniera davvero coinvolgente.

Bravissimi

Adry.

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 18. März 2019 um 21:58
Grazie Adry.
Qualche anno fa, dopo essere salito su una cima, mi è capitato di avere del tempo a disposizione e l'ho usato per raggiungere l'alpe sottostante. Sapevo che non avrei trovato un sentiero. Non avevo mai tentato una cosa del genere ed ero da solo. Alla fine mi sono accorto che l'emozione più grande l'avevo provata nel trovare l'alpe Saler, non nel salire la cima che porta lo stesso nome.

Chiaramente non funzioniamo tutti allo stesso modo e ognuno può passare una giornata in montagna nel modo che gli è più congeniale.

Buone escursioni,
Andrea


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