Monte Cerano Mt. 1702 e Poggio Croce Mt. 1765
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....oggi finalmente iniziamo una nuova escursione, dopo quasi un mese di inattività causa maltempo nei fine settimana.....
Si parte da Arzo, frazione di Casale Corte Cerro e la meta è il monte Cerano, anche se poi saliremo anche al Poggio Croce....
Si supera l’abitato di Arzo e sulla destra si trova la palina segnaletica dell’inizio dell’itinerario.
Dalla strada asfaltata si stacca il sentiero contrassegnato col numero T6 che sale tra la vegetazione di noccioli e faggi e che guadagna subito quota passando accanto ad alcuni ruderi.
E qui cominciano i primi problemi, perdiamo il sentiero e ci ritroviamo sulla poderale…
I bolli soprattutto all’inizio non sono tanto presenti e il sentiero, completamente ricoperto di foglie, tende a confondersi con il resto della vegetazione..
Incontriamo un signore alla guida di una piccola ruspa che sta spianando la poderale che ci dice di non essere del posto, ma che più sopra troveremo degli alpeggi.
Andiamo avanti confidando di arrivare all’alpe del Cech e così sarà.
Anzi prima c’è l’alpe Pratoprino, ma il cartello che la indica lo vede solo chi arriva dal sentiero e non dalla poderale, quindi ce ne accorgeremo al ritorno quando seguiremo il sentiero perso all’inizio.
Comunque alla prima alpe incontriamo due signori del posto che ci rassicurano di essere vicini all’alpe del Cech, che troveremo dopo poco.
C’è da dire che un po’ di tempo lo abbiamo perso, se avessimo seguito il sentiero ufficiale avremmo sicuro fatto prima, però da qui in poi la segnaletica è buona, infatti arrivati al Cech al primo bivio svoltiamo a destra, seguendo sempre le indicazioni per il Monte Cerano.
Si passa per l’Alpe del Dino e si rimonta ora faticosamente una ripida costola boschiva.
Ma qui ecco che ci perdiamo per la seconda volta seguendo i bolli che ci portano su un sentiero che ad un certo punto scompare....ci troviamo incastrati su un traverso scivoloso… riusciamo a ritornare indietro al punto in cui abbiamo perso la traccia e qui il "fattore K" è determinante .. perché incontriamo un signore ... proprio al momento giusto… che ci dice che abbiamo imboccato il vecchio sentiero ormai in disuso e ci indica un bollo che avevamo visto, ma che sinceramente non è per niente chiaro nell’indicare la direzione…..
Arriviamo ai ruderi dell’Alpe Colla oltre la quale si raggiunge, appena sopra, la ben visibile cappelletta dell’Alpe Minerola.
Sarebbe un posto veramente panoramico, ma vediamo ben poco…..
Ad un certo punto la nebbia scompare e in lontananza vediamo tante piccole figure che stanno salendo lungo la dorsale del Cerano… almeno una quindicina di persone… non ci incontremo mai.. infatti quando arriviamo in cima loro se ne sono già andati .. certo avvolti dalle nubi non si potevano fermare più di tanto.
Scopriremo poi che erano quelli di “Zaino in spalla” che hanno compiuto un bel giro ad anello, per cui non li avremmo certo potuti incontrare.
Dalla cappella della Minarola il sentiero scompare quasi del tutto, ma seguendo le numerose indicazioni si continua senza pericolo di sviarsi.
Si sale dunque un tratto ripido dove, oltrepassata un’alta croce metallica, al suo termine si arriva sopra un’ampia dorsale che conduce direttamente alla vetta.
C’è molta brina e traccie del debole nevischio del giorno prima.
Sopra di essa si trova una palina mentre la croce si trova appena sotto la cima.
Il panorama sarebbe stato notevole sui vicini laghi Maggiore ed Orta e sulle cime dell’alto Verbano, della Val Grande e sul Monte Rosa.
Fa freddo, siamo avvolti dalle nebbie e dalla galaverna… non potendo stare tanto fermi, decidiamo di proseguire fino al Poggio Croce.
Lo ammetto dell’escursione di oggi non sono tanto soddisfatta…..
Il dislivello lo abbiamo portato a casa e la pendenza c’era tutta: tutto allenamento per le prossime camminate o dovrei dire ciaspolate vista la neve già caduta in questi giorni…!!!!
Nonostante il ghiaccetto finale tutto bene e allora perché ……..??????? perchè siamo stati spesso avvolti dalle nebbie….. perché sono ormai due mesi che non riusciamo a trovare il bel tempo, perché è brutto camminare senza poter vedere… diventa un mero esercizio fisico… perché il tempo è migliorato a fine giornata e si sa che con le giornate corte il buio arriva presto e bisogna partire prima alla mattina.. anticipando i tempi rispetto a come siamo abituati…. , ma sarebbe convenuto partire più tardi e ritornare con le pile frontali, almeno avremmo goduto di un cielo sereno anche se buio…....!!!
Beffa finale, magnifica vista sul Rosa dall'autostrada nei pressi di Romagnano Sesia....!!!!!!!
Nadia
Si parte da Arzo, frazione di Casale Corte Cerro e la meta è il monte Cerano, anche se poi saliremo anche al Poggio Croce....
Si supera l’abitato di Arzo e sulla destra si trova la palina segnaletica dell’inizio dell’itinerario.
Dalla strada asfaltata si stacca il sentiero contrassegnato col numero T6 che sale tra la vegetazione di noccioli e faggi e che guadagna subito quota passando accanto ad alcuni ruderi.
E qui cominciano i primi problemi, perdiamo il sentiero e ci ritroviamo sulla poderale…
I bolli soprattutto all’inizio non sono tanto presenti e il sentiero, completamente ricoperto di foglie, tende a confondersi con il resto della vegetazione..
Incontriamo un signore alla guida di una piccola ruspa che sta spianando la poderale che ci dice di non essere del posto, ma che più sopra troveremo degli alpeggi.
Andiamo avanti confidando di arrivare all’alpe del Cech e così sarà.
Anzi prima c’è l’alpe Pratoprino, ma il cartello che la indica lo vede solo chi arriva dal sentiero e non dalla poderale, quindi ce ne accorgeremo al ritorno quando seguiremo il sentiero perso all’inizio.
Comunque alla prima alpe incontriamo due signori del posto che ci rassicurano di essere vicini all’alpe del Cech, che troveremo dopo poco.
C’è da dire che un po’ di tempo lo abbiamo perso, se avessimo seguito il sentiero ufficiale avremmo sicuro fatto prima, però da qui in poi la segnaletica è buona, infatti arrivati al Cech al primo bivio svoltiamo a destra, seguendo sempre le indicazioni per il Monte Cerano.
Si passa per l’Alpe del Dino e si rimonta ora faticosamente una ripida costola boschiva.
Ma qui ecco che ci perdiamo per la seconda volta seguendo i bolli che ci portano su un sentiero che ad un certo punto scompare....ci troviamo incastrati su un traverso scivoloso… riusciamo a ritornare indietro al punto in cui abbiamo perso la traccia e qui il "fattore K" è determinante .. perché incontriamo un signore ... proprio al momento giusto… che ci dice che abbiamo imboccato il vecchio sentiero ormai in disuso e ci indica un bollo che avevamo visto, ma che sinceramente non è per niente chiaro nell’indicare la direzione…..
Arriviamo ai ruderi dell’Alpe Colla oltre la quale si raggiunge, appena sopra, la ben visibile cappelletta dell’Alpe Minerola.
Sarebbe un posto veramente panoramico, ma vediamo ben poco…..
Ad un certo punto la nebbia scompare e in lontananza vediamo tante piccole figure che stanno salendo lungo la dorsale del Cerano… almeno una quindicina di persone… non ci incontremo mai.. infatti quando arriviamo in cima loro se ne sono già andati .. certo avvolti dalle nubi non si potevano fermare più di tanto.
Scopriremo poi che erano quelli di “Zaino in spalla” che hanno compiuto un bel giro ad anello, per cui non li avremmo certo potuti incontrare.
Dalla cappella della Minarola il sentiero scompare quasi del tutto, ma seguendo le numerose indicazioni si continua senza pericolo di sviarsi.
Si sale dunque un tratto ripido dove, oltrepassata un’alta croce metallica, al suo termine si arriva sopra un’ampia dorsale che conduce direttamente alla vetta.
C’è molta brina e traccie del debole nevischio del giorno prima.
Sopra di essa si trova una palina mentre la croce si trova appena sotto la cima.
Il panorama sarebbe stato notevole sui vicini laghi Maggiore ed Orta e sulle cime dell’alto Verbano, della Val Grande e sul Monte Rosa.
Fa freddo, siamo avvolti dalle nebbie e dalla galaverna… non potendo stare tanto fermi, decidiamo di proseguire fino al Poggio Croce.
Lo ammetto dell’escursione di oggi non sono tanto soddisfatta…..
Il dislivello lo abbiamo portato a casa e la pendenza c’era tutta: tutto allenamento per le prossime camminate o dovrei dire ciaspolate vista la neve già caduta in questi giorni…!!!!
Nonostante il ghiaccetto finale tutto bene e allora perché ……..??????? perchè siamo stati spesso avvolti dalle nebbie….. perché sono ormai due mesi che non riusciamo a trovare il bel tempo, perché è brutto camminare senza poter vedere… diventa un mero esercizio fisico… perché il tempo è migliorato a fine giornata e si sa che con le giornate corte il buio arriva presto e bisogna partire prima alla mattina.. anticipando i tempi rispetto a come siamo abituati…. , ma sarebbe convenuto partire più tardi e ritornare con le pile frontali, almeno avremmo goduto di un cielo sereno anche se buio…....!!!
Beffa finale, magnifica vista sul Rosa dall'autostrada nei pressi di Romagnano Sesia....!!!!!!!
Nadia
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