Sentiero del Viandante: il nuovo tratto Delebio - Piantedo
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C'è subito da chiarire che l'attribuzione a questo tratto della denominazione ufficiale di "Sentiero del Viandante" è spuria: si tratta - peraltro a condivisibili scopi turistici - di una forzatura storica; esistevano certamente dall'antichità passaggi locali dal piano ai maggenghi e agli alpeggi con sentieri di raccordo alle varie quote (quelli sfruttati appunto dalla recente "riscoperta"), ma una lunga via di viaggio, in questa direzione est-ovest, non aveva alcun senso: per trovare un punto di passaggio verso nord ragionevolmente praticabile si sarebbe dovuti arrivare fino a Tirano. E da Piantedo erano sicuramente più agevoli Spluga e Maloja.
Comunque l'intento turistico, in prospettiva anche della prevista estensione fino a Morbegno, è assai lodevole: sentieri facili, abbastanza ben segnalati, che percorrono vasti boschi che nascondono ruderi e tracce di un passato di grande attività agricola forestale e pastorale.
Dalla Piazza M.d'Azeglio, proprio allo sbocco della forra della Val Lèsina, si volge verso destra a margine delle strutture di una piccola centrale elettrica (la prima costruita in provincia di Sondrio nel 1894) che tratta le acque dei due rami del Torrente Lèsina ("Dü Lèsni") raccolte nel piccolo soprastante bacino di Piazzo Minghino. In località "Basalun" si imbocca la ripida acciottolata che sale verso la testata della Val Lèsina ai piedi del versante NE del M.Legnone [Si tratta di un "Ögal", mulattiera a sezione incavata al centro per favorire - ancor più col ghiaccio invernale - il trascinamento a valle del legname abbattuto in quota. In questo caso si tratta della modificazione di un tracciato militare principale di accesso alla vasta rete di mulattiere della Linea Cadorna che si intrecciano attorno al Legnone]. Dopo pochi tornanti si abbandona l'Ögal e ci si dirige a destra verso le baite di Nogheredo, con bel terrazzo erboso panoramico sul Trivio di Fuentes e i Piani di Spagna; scendendo a margine di un lungo prato, ci si inoltra nei fitti castagneti, lungo vecchi sentieri ora ripuliti, attraversando frequenti vallette percorse da rivi che nell'attuale stagione di disgelo assumono qualche pretesa. In breve si raggiunge una sterrata (la nuova e più agevole carrozzabile a pedaggio per la Val Lèsina) e la si segue in salita per poche decine di metri: ben segnalato, riprende poi sulla destra il SdV. Superato un tratto recentemente riadattato e ancora parecchio sconnesso, si prosegue piacevolmente a saliscendi nel bosco fitto fino a sbucare presso le ultime abitazioni della contrada Tavani di Piantedo; da qui il sentiero recupera quota, attraversa un paio di torrenti con belle cascate ed interessanti erosioni del letto roccioso, affianca numerosi ruderi di baite, per poi raggiungere un incrocio di strade cementate presso una bacheca con la mappa fotografica del territorio montano di Piantedo. Si segue la pista che traversa in direzione ovest salendo a raggiungere alcune baite ristrutturate ad abitazioni di vacanza fino al culmine di un appicco roccioso ("crap") presso i tralicci di una linea elettrica; da qui si scende fino ad incontrare i vecchi segnali del SdV che indirizzano verso le frazioni a monte di Colico. Una ripida discesa verso destra, individuabile solo per le frecce di vernice arancione del "Trail del Viandante" permette di raggiungere la fine ufficiale del SdV, presso il Santuario di Valpozzo.
Per tornare a Delebio evitando di percorrere la pericolosa banchina della provinciale abbiamo improvvisato un percorso prevalentemente pianeggiante a margine degli abitati e lungo tracciati agricoli, pur non potendo non ricalcare brevi tratti del sentiero di andata. Dal santuario si scende per brevissimo tratto l'acciottolato di accesso fino a deviare a destra verso un sentierino di servizio ai tralicci dell'alta tensione: la promettente traccia però converge rapidamente nella sterrata del SdV presso il suddetto "crap", seguendola poi fino all'incrocio della bacheca. Da qui siamo scesi verso Piantedo fino a poter proseguire verso destra fra prati e abitazioni sparse, mantenendoci il più possibile al margine del versante boscoso. L'arrivo a Delebio è precisamente a "Basalun" nei pressi della centrale elettrica.
Comunque l'intento turistico, in prospettiva anche della prevista estensione fino a Morbegno, è assai lodevole: sentieri facili, abbastanza ben segnalati, che percorrono vasti boschi che nascondono ruderi e tracce di un passato di grande attività agricola forestale e pastorale.
Dalla Piazza M.d'Azeglio, proprio allo sbocco della forra della Val Lèsina, si volge verso destra a margine delle strutture di una piccola centrale elettrica (la prima costruita in provincia di Sondrio nel 1894) che tratta le acque dei due rami del Torrente Lèsina ("Dü Lèsni") raccolte nel piccolo soprastante bacino di Piazzo Minghino. In località "Basalun" si imbocca la ripida acciottolata che sale verso la testata della Val Lèsina ai piedi del versante NE del M.Legnone [Si tratta di un "Ögal", mulattiera a sezione incavata al centro per favorire - ancor più col ghiaccio invernale - il trascinamento a valle del legname abbattuto in quota. In questo caso si tratta della modificazione di un tracciato militare principale di accesso alla vasta rete di mulattiere della Linea Cadorna che si intrecciano attorno al Legnone]. Dopo pochi tornanti si abbandona l'Ögal e ci si dirige a destra verso le baite di Nogheredo, con bel terrazzo erboso panoramico sul Trivio di Fuentes e i Piani di Spagna; scendendo a margine di un lungo prato, ci si inoltra nei fitti castagneti, lungo vecchi sentieri ora ripuliti, attraversando frequenti vallette percorse da rivi che nell'attuale stagione di disgelo assumono qualche pretesa. In breve si raggiunge una sterrata (la nuova e più agevole carrozzabile a pedaggio per la Val Lèsina) e la si segue in salita per poche decine di metri: ben segnalato, riprende poi sulla destra il SdV. Superato un tratto recentemente riadattato e ancora parecchio sconnesso, si prosegue piacevolmente a saliscendi nel bosco fitto fino a sbucare presso le ultime abitazioni della contrada Tavani di Piantedo; da qui il sentiero recupera quota, attraversa un paio di torrenti con belle cascate ed interessanti erosioni del letto roccioso, affianca numerosi ruderi di baite, per poi raggiungere un incrocio di strade cementate presso una bacheca con la mappa fotografica del territorio montano di Piantedo. Si segue la pista che traversa in direzione ovest salendo a raggiungere alcune baite ristrutturate ad abitazioni di vacanza fino al culmine di un appicco roccioso ("crap") presso i tralicci di una linea elettrica; da qui si scende fino ad incontrare i vecchi segnali del SdV che indirizzano verso le frazioni a monte di Colico. Una ripida discesa verso destra, individuabile solo per le frecce di vernice arancione del "Trail del Viandante" permette di raggiungere la fine ufficiale del SdV, presso il Santuario di Valpozzo.
Per tornare a Delebio evitando di percorrere la pericolosa banchina della provinciale abbiamo improvvisato un percorso prevalentemente pianeggiante a margine degli abitati e lungo tracciati agricoli, pur non potendo non ricalcare brevi tratti del sentiero di andata. Dal santuario si scende per brevissimo tratto l'acciottolato di accesso fino a deviare a destra verso un sentierino di servizio ai tralicci dell'alta tensione: la promettente traccia però converge rapidamente nella sterrata del SdV presso il suddetto "crap", seguendola poi fino all'incrocio della bacheca. Da qui siamo scesi verso Piantedo fino a poter proseguire verso destra fra prati e abitazioni sparse, mantenendoci il più possibile al margine del versante boscoso. L'arrivo a Delebio è precisamente a "Basalun" nei pressi della centrale elettrica.
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