Resegone-Via Normale e Ferrate "Centenario" - "De Franco"
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Max64 Ritorno dopo poco tempo al Resegone,appuntamento rimandato con le ferrate la scorsa volta causa percorso bagnato e scivoloso.Mi accompagna Barbara che salirà dalla via normale(sent. 1).Differenti tra loro le due ferrate:quella del centenario molto attrezzata,praticamente c'è da risalire verticalmente su gradini ferrati con pochi appigli per arrampicare liberamente.La De Franco,l'opposto,niente staffe,solo una catena e si può arrampicare molto di più.Entrambe molto esposte,più difficoltosa la De Franco.Ho risalito le ferrate in compagnia di Luigi e altri escursionisti conosciuti in loco.
Barbie Saliamo al Resegone nella giornata più affollata dell'anno. L'ottava edizione della Resegup porterà oggi sui sentieri un migliaio di atleti e un numerosissimo pubblico di appassionati. Noi eviteremo accuratamente le situazioni di folla della gara, iniziando la discesa con largo anticipo.
Per me si tratta della prima salita alla punta Cermenati, e l'impatto con l'ambiente è di notevole intensità. L'imponente bastionata rocciosa e la morfologia di cresta mettono subito in evidenza caratteristiche di stampo dolomitico che connotano la zona del lecchese. Un paesaggio aspro e verticale che miscela contrasti cromatici e di territorio: il grigio delle rocce e il verde dei prati, le stratificazioni orrizzontali e i pinnacoli verticali. In cima un'imponente croce adornata di bandierine tibetane ormai consunte , simbolo di elevazione spirituale oltre i confini di vetta, a cui spesso ogni salita conduce. O, per chi preferisce, di braccia allargate al mondo sottostante e all'orizzonte di terra e cielo, semplicemente... E qui so che potrei dar adito ad un dibattito infinito ma questo è ...diritto, abuso, sopruso...le posizioni sono molteplici. Per me al mattino segnale di orientamento verso una nuova meta, con l'interrogativo di non saper bene individuare da lontano le tracce del percorso...la parete sarà aggirata o il sentiero seguirà un ripido andamento verticale? Come presumevo la via cosiddetta "normale"(sentiero n°1) percorre dapprima la montagna a mezzacosta dentro il bosco per poi iniziare a sx una salita abbastanza ripida a mezzacresta parallela alla ferrata De Franco. Rocce e roccette costringono all'uso delle mani e mettono alla prova l'agilità delle gambe...Sotto a dx si intravede il sentiero alternativo che arriva dal rifugio Monza verso l'Azzoni, al centro di un canalone. La salita in un'ambiente nuovo senza Max mi porta a individuare subito un'altra guida, all'apparenza e ai fatti paziente e con passo calmo, diretto alla vetta con l'incarico di effettuare foto ai concorrenti della Resegup. Arriviamo al rifugio Azzoni in pieno fermento organizzativo. Operosi volontari sono addetti all'allestimento di striscioni e di un tendone. Oggi la montagna è anche questo, occasione per condividere una passione sportiva e assistere alla sfida dell'uomo con i suoi limiti. Intorno c'è chi sta affrontando gli ultimi metri di una ferrata, chi si cimenta nella sua prima esperienza con caschetto e moschettoni, chi affronta in salita libera una parete da brivido e sta valutando attentamente e con lentezza i passi successivi...Io mi ritaglio un angolino tra la folla della vetta osservando il sentiero che arriva dal versante bergamasco, ampio e con dolci tornanti.. mi gusto la libertà delle mie infradito e la soddifazione per questa nuova cima che, mi dicono, non poteva mancare nel carnet del tipico escursionista lombardo.
Barbie Saliamo al Resegone nella giornata più affollata dell'anno. L'ottava edizione della Resegup porterà oggi sui sentieri un migliaio di atleti e un numerosissimo pubblico di appassionati. Noi eviteremo accuratamente le situazioni di folla della gara, iniziando la discesa con largo anticipo.
Per me si tratta della prima salita alla punta Cermenati, e l'impatto con l'ambiente è di notevole intensità. L'imponente bastionata rocciosa e la morfologia di cresta mettono subito in evidenza caratteristiche di stampo dolomitico che connotano la zona del lecchese. Un paesaggio aspro e verticale che miscela contrasti cromatici e di territorio: il grigio delle rocce e il verde dei prati, le stratificazioni orrizzontali e i pinnacoli verticali. In cima un'imponente croce adornata di bandierine tibetane ormai consunte , simbolo di elevazione spirituale oltre i confini di vetta, a cui spesso ogni salita conduce. O, per chi preferisce, di braccia allargate al mondo sottostante e all'orizzonte di terra e cielo, semplicemente... E qui so che potrei dar adito ad un dibattito infinito ma questo è ...diritto, abuso, sopruso...le posizioni sono molteplici. Per me al mattino segnale di orientamento verso una nuova meta, con l'interrogativo di non saper bene individuare da lontano le tracce del percorso...la parete sarà aggirata o il sentiero seguirà un ripido andamento verticale? Come presumevo la via cosiddetta "normale"(sentiero n°1) percorre dapprima la montagna a mezzacosta dentro il bosco per poi iniziare a sx una salita abbastanza ripida a mezzacresta parallela alla ferrata De Franco. Rocce e roccette costringono all'uso delle mani e mettono alla prova l'agilità delle gambe...Sotto a dx si intravede il sentiero alternativo che arriva dal rifugio Monza verso l'Azzoni, al centro di un canalone. La salita in un'ambiente nuovo senza Max mi porta a individuare subito un'altra guida, all'apparenza e ai fatti paziente e con passo calmo, diretto alla vetta con l'incarico di effettuare foto ai concorrenti della Resegup. Arriviamo al rifugio Azzoni in pieno fermento organizzativo. Operosi volontari sono addetti all'allestimento di striscioni e di un tendone. Oggi la montagna è anche questo, occasione per condividere una passione sportiva e assistere alla sfida dell'uomo con i suoi limiti. Intorno c'è chi sta affrontando gli ultimi metri di una ferrata, chi si cimenta nella sua prima esperienza con caschetto e moschettoni, chi affronta in salita libera una parete da brivido e sta valutando attentamente e con lentezza i passi successivi...Io mi ritaglio un angolino tra la folla della vetta osservando il sentiero che arriva dal versante bergamasco, ampio e con dolci tornanti.. mi gusto la libertà delle mie infradito e la soddifazione per questa nuova cima che, mi dicono, non poteva mancare nel carnet del tipico escursionista lombardo.
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