Sulle tracce del "Colmen Trail".


Publiziert von cai56 , 8. März 2017 um 17:13.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum: 5 März 2017
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 3:00
Aufstieg: 1473 m
Abstieg: 1473 m
Strecke:Parzialmente circolare 20,31 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Milano a Morbegno lungo le statali 36 e 38; alla terza rotonda dall'ingresso in città, svoltare a sinistra e parcheggiare nel piazzale a fianco dello stadio.

Il 9 aprile prossimo ci sarà la gara vera e propria (Vedi locandina:  http://teamvaltellina.com/colmen-trail/  ).
Oggi sono da solo, il percorso (e molte sue varianti) mi sono noti da decenni, mi sento bene: perché non provarlo nella sua interezza? Per la verità un motivo a sfavore ci sarebbe: ho dimenticato a casa le scarpe "come si deve", quelle da fango, e nella notte ha piovuto parecchio; pazienza: correrò con quello che ho a disposizione. Nella fattispecie un vecchissimo paio - già piuttosto dozzinale da nuovo - degradato da anni a scarpa da giardinaggio: suola liscia e tomaia precaria.  Voglio pensare che in condizioni ottimali avrei potuto limare dal tempo complessivo una decina di minuti.  Perché si sappia: le prestazioni migliori sono attualmente 1.43.14 (maschile) e 2.05.14 (femminile) !!

NOTA: lungo tutto il percorso sono sempre presenti cartelli (frecce bianco/blu) ai bivii e - sull'asfalto - frecce di vernice bianca specificanti, dove occorre, il percorso di andata e quello di ritorno.

Dal parcheggio (di servizio al "Sentiero Valtellina) alla base del Ponte di Ganda, si sale subito a varcare il fiume Adda e si prosegue verso sinistra fino a svoltare a destra in direzione della frazione San Bello; alcuni tornanti di pendenza costante permettono di raggiungere l'attraversamento della provinciale 10 (convergenza con il percorso di discesa). Dall'altra parte dell'asfalto inizia una salita ripidissima che conduce in breve all'abitato di Santa Croce; si riprende fiato con un tratto a blandi saliscendi in direzione di Selvapiana e, nei pressi dell'Agriturismo "La Pecora Nera", si abbandona il tratto in comune con la discesa. Dopo essere transitati attraverso la comunità di recupero "La Centralina", si torna di nuovo - per pochissimi metri - sulla provinciale 10: si scende a destra nella frazione Cermeledo e si prosegue molto velocemente (tratti asfaltati, cementati e acciottolati) fino al fondovalle di Campovico. Transitando ai margini del disastroso cantiere della nuova statale 36, si sale alle case dei Torchi Bianchi: un bivio a sinistra fra le abitazioni introduce ad un sentiero sassoso e a tratti malamente gradinato che si porta fino a mezzaquota sul versante meridionale della Colmen. All'incrocio col sentiero che da Porcido scende a Paniga, si volta a destra in una picchiata molto tecnica sulla verticale delle abitazioni di quest'ultima frazione: il sentiero è ripidissimo, assai sconnesso, talora molto esposto e roccioso; a tratti ci sono dei corrimano a staccionata, ma sono del tutto inaffidabili [la gara sarebbe un'occasione per il rifacimento]. Raggiunto nuovamente il fondovalle, passando in un corridoio a monte delle case, si sbuca sull'asfalto pianeggiante della strada Paniga-Desco; alle porte di questa località si comincia a risalire nel bosco per raggiungere le ultime abitazioni del paese: una scalinata a sinistra dà il via alla salita - senza tregua - fino alla cima della Colmen. Una lunga sequenza di gradini nel bosco porta a raggiungere il bivio col sentiero proveniente da Cà Molera e con il proseguimento in traverso ascendente (parecchi tratti attrezzati con cavi e catene corrimano - esposto!) verso la base della cresta est. Qui il sentiero è sempre molto ripido e alterna lunghi passaggi su terra a brevi "arrampicate" su rocce affioranti coricate; si riprende un po' di fiato al raggiungimento della strada militare per poche centinaia di metri prima del punto culminante. Passati accanto al rifugio "La Casermetta", si percorre a saliscendi tutto il vasto crestone sommitale: attraverso il luminoso bosco di pini e querce si affiancano un paio di torbiere, un lago stagionale e, oltrepassati alcuni scavi di antichi assaggi minerari, si raggiunge la ripida cresta ovest; a parte un breve tratto roccioso e bagnato assistito da cavi corrimano (troppo bassi !), si tratta di un sentierino molto tortuoso e assai veloce che scende alla pista forestale Dazio-Porcido. La si segue verso destra, affrontando un breve lastricato insidioso fino a scendere al piano non lontano da un campo sportivo; si attraversa la periferia occidentale di Dazio andando ad imboccare la strada per il Castello: da qui si rientra nei boschi, attraversando un ruscello e seguendo un entusiasmante sentiero muschioso racchiuso fra muri a secco. A fianco di una cappella votiva, si scende su veloce acciottolato fino alle case di Cerido, ritrovando infine l'asfalto; al primo tornante si prosegue diritto sfilando a monte delle baite dell'Agriturismo "La Pecora Nera" e ritrovandosi infine sul percorso di andata. Ricalcando il percorso ondulato fra Selvapiana e Santa Croce, si arriva alla discesa finale, che si discosta nella seconda parte dal più blando tracciato di salita: si tratta, per la gran parte, di un viottolo di cemento ruvidissimo, di pendenza accentuata con curve a gomito destabilizzanti. In poche centinaia di metri lineari si perdono 200 m di quota. Poi si tratta solo di valicare la gobba del Ponte di Ganda.



Foto "di repertorio".

Tourengänger: cai56


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Kommentare (2)


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gbal hat gesagt:
Gesendet am 9. März 2017 um 19:30
Fischiooooo! E magari fanno pure le foto in 1h43'?
Vedo che questo percorso ve lo fate spesso tu e Chiara e in tutte le stagioni.
Bravo! E con le scarpe dismesse....

cai56 hat gesagt: RE:
Gesendet am 10. März 2017 um 15:54
Per intero non l'avevo mai fatto. E, per me, il conoscere a memoria il percorso è un'arma a doppio taglio: da un lato mi avvantaggia nel saper prevedere ogni particolare del tracciato; dall'altro mi toglie ogni entusiasmo di novità, anche a discapito della velocità. I miei percorsi di allenamento (quasi)quotidiano sono 4 o 5 e li alterno viaggiando al limite della saturazione. Ma piuttosto che stare a casa...


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