Triangolo Lariano: dal San Primo al Nuvolone
Il Triangolo Lariano può essere percorso con un trekking di due giorni che parte da Como e si conclude a Bellagio; il percorso originale evita la parte più montuosa aggirandola alla base dei rilievi: tuttavia esiste un percorso di cresta integrale che, in questa escursione, viene "isolato dal contesto" per andare a chiudere un anello molto adatto al trail running. Si percorrono due panoramiche creste del Monte San Primo (la cima culminante di tutto il Triangolo, con vastissimi panorami ad angolo giro), per poi intraprendere un lungo saliscendi in meravigliosi boschi di faggio puro o misto a castagno e betulla. Si termina su di un pulpito a picco sulla punta di Bellagio.
Dal parcheggio si prosegue a sinistra seguendo attentamente le indicazioni per il Monte San Primo: è indispensabile attenersi al sentiero - ben indicato - perché attualmente tutta l'area dei vecchi campi da sci è adibita a parco per la MTB downhill, e le biciclette sfrecciano sulle numerose piste che si intrecciano sul versante compreso fra il Monte Forcella e il Monte Ponciv, fra curve paraboliche e piccoli trampolini. Oltrepassata l'Alpe del Borgo, si intraprende una ripida salita ai margini del bosco che si porta in attraversata ai vasti pascoli dell'Alpe di Terrabiotta, in un ampio tratto compreso fra le antenne di una stazione radio e i resti di un impianto di risalita dismesso. Si inizia quindi, molto ripidamente, a salire la cresta est del San Primo: è un susseguirsi di saliscendi che unisce alcune rilevatezze che culminano nell'anticima (Cima del Costone). Un'ultima impennata permette di raggiungere di raggiungere la Vetta, affollata di infissi metallici religiosi e tecnici. Seguendo per poche decine di metri la cresta ovest, si va ad incontrare il bivio per il sentiero della cresta nord: si tratta del punto più tecnico dell'intera escursione. La traccia è ripidissima, con sassi, ghiaie e terriccio smossi (la presenza di fango o ghiaccio peggiora di molto la situazione !!) e serpeggia fra radi cespugli di ontano finchè - diminuendo la pendenza in uno scomodo e inclinato traverso - entra in una bella faggeta che si conclude nei prati dell'Alpe dei Picet. Scorrendo fra le costruzioni del Rifugio Martina, se ne percorre brevemente la cementata di accesso: appena possibile (radi segnali a vernice) si volge a sinistra per trovare il sentierino che percorre il proseguimento della cresta nord. Anche qui la dorsale - interamente boscosa - prosegue a saliscendi, evitando però i rilievi più marcati: oltrepassata l'Alpe del Sasso, si aggira la Colmenetta e si raggiunge la Bocchetta di Lezzeno, punto di convergenza di vari sentieri provenienti dai due versanti; lungo il percorso si incontrano numerosi roccoli per la cattura dell'avifauna di passo: alcuni sono trasformati in baite di vacanza, altri mantengono la deprecabile funzione originaria. Di nuovo si aggira un rilievo - Ceppo del Mucchio - e si prosegue fino alla Bocchetta del Nuvolone: il sentiero, diventato più sassoso, evita due piccole pareti rocciose [una grotticella è stata attrezzata a cappella per la devozione alla Madonna del Fungiatt] e sale ad una piccola conca erbosa dove, a fianco di un rudere, una palina indica verso sinistra la cespugliosa vetta del Monte Nuvolone: il panorama è scarso, per cui, tornati alla palina, si prosegue - con maggior costrutto - per il Belvedere, posizione di per sé insignificante, se non fosse per il panorama esteso dall'Isola Comacina all'Alto Lario e alle Grigne.
Per il ritorno, si ricalca la via di andata fino alla pista cementata di accesso al Rifugio Martina: la si segue verso sinistra in ripidissima discesa fino al primo bivio, dove si prosegue in piano a destra attraverso una foresta di abeti; all'Alpe delle Ville si transita nell'affollato parcheggio del rifugio, si passa accanto all'edificio pericolante dell'ex Colonia Bonomelli e - in poche centinaia di metri - ci si ritrova al punto di partenza.
Dal parcheggio si prosegue a sinistra seguendo attentamente le indicazioni per il Monte San Primo: è indispensabile attenersi al sentiero - ben indicato - perché attualmente tutta l'area dei vecchi campi da sci è adibita a parco per la MTB downhill, e le biciclette sfrecciano sulle numerose piste che si intrecciano sul versante compreso fra il Monte Forcella e il Monte Ponciv, fra curve paraboliche e piccoli trampolini. Oltrepassata l'Alpe del Borgo, si intraprende una ripida salita ai margini del bosco che si porta in attraversata ai vasti pascoli dell'Alpe di Terrabiotta, in un ampio tratto compreso fra le antenne di una stazione radio e i resti di un impianto di risalita dismesso. Si inizia quindi, molto ripidamente, a salire la cresta est del San Primo: è un susseguirsi di saliscendi che unisce alcune rilevatezze che culminano nell'anticima (Cima del Costone). Un'ultima impennata permette di raggiungere di raggiungere la Vetta, affollata di infissi metallici religiosi e tecnici. Seguendo per poche decine di metri la cresta ovest, si va ad incontrare il bivio per il sentiero della cresta nord: si tratta del punto più tecnico dell'intera escursione. La traccia è ripidissima, con sassi, ghiaie e terriccio smossi (la presenza di fango o ghiaccio peggiora di molto la situazione !!) e serpeggia fra radi cespugli di ontano finchè - diminuendo la pendenza in uno scomodo e inclinato traverso - entra in una bella faggeta che si conclude nei prati dell'Alpe dei Picet. Scorrendo fra le costruzioni del Rifugio Martina, se ne percorre brevemente la cementata di accesso: appena possibile (radi segnali a vernice) si volge a sinistra per trovare il sentierino che percorre il proseguimento della cresta nord. Anche qui la dorsale - interamente boscosa - prosegue a saliscendi, evitando però i rilievi più marcati: oltrepassata l'Alpe del Sasso, si aggira la Colmenetta e si raggiunge la Bocchetta di Lezzeno, punto di convergenza di vari sentieri provenienti dai due versanti; lungo il percorso si incontrano numerosi roccoli per la cattura dell'avifauna di passo: alcuni sono trasformati in baite di vacanza, altri mantengono la deprecabile funzione originaria. Di nuovo si aggira un rilievo - Ceppo del Mucchio - e si prosegue fino alla Bocchetta del Nuvolone: il sentiero, diventato più sassoso, evita due piccole pareti rocciose [una grotticella è stata attrezzata a cappella per la devozione alla Madonna del Fungiatt] e sale ad una piccola conca erbosa dove, a fianco di un rudere, una palina indica verso sinistra la cespugliosa vetta del Monte Nuvolone: il panorama è scarso, per cui, tornati alla palina, si prosegue - con maggior costrutto - per il Belvedere, posizione di per sé insignificante, se non fosse per il panorama esteso dall'Isola Comacina all'Alto Lario e alle Grigne.
Per il ritorno, si ricalca la via di andata fino alla pista cementata di accesso al Rifugio Martina: la si segue verso sinistra in ripidissima discesa fino al primo bivio, dove si prosegue in piano a destra attraverso una foresta di abeti; all'Alpe delle Ville si transita nell'affollato parcheggio del rifugio, si passa accanto all'edificio pericolante dell'ex Colonia Bonomelli e - in poche centinaia di metri - ci si ritrova al punto di partenza.
Communities: Hikr in italiano, Trail running
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