Bocchetta di Val Maggia (2635 m)
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Lunga escursione transfrontaliera dalla Val Bedretto alla Val Toggia fino alla Val Bavona, in uno splendido scenario di praterie d’alta quota, laghi, pareti strapiombanti, pietraie, canaloni e ghiacciai.
Inizio dell’escursione: ore 7:35
Fine dell’escursione: ore 14:05
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1019 hPa
Temperatura alla partenza: 15°C
Temperatura al rientro: 30°C
Isoterma di 0°C alle 9:00: 4400 m
Velocità media del vento: 10 km/h
Sorgere del sole: 6:10
Tramonto del sole: 20:50
Paltano ore 7.30: cielo terso, temperatura mite, aria fine, paesaggio fiabesco. La Val Bedretto ci ha talmente abituati a questi scenari naturalistici, che probabilmente non siamo più in grado di apprezzarne profondamente il grande pregio.
Il sentiero, non segnalato né da segnavia né da bollini, lambisce alla sinistra la miniera di cristalli di quarzo ialino ad aghi (Nadelquarz), minerali visibili in molti musei di mineralogia e in collezioni private. Il giacimento, su concessione cantonale, è gestito da un privato.
Il dispiegamento di forze è imponente: una decina di operai lavorano con escavatori meccanici, ruspe e con brillamento di mine.
È la via più breve per raggiungere San Giacomo (2254 m) e il valico che collega la Val Bedretto con la Val Formazza.
Lasciata la cava di cristalli si continua con una comoda traversa in zona Löite di Paltano (“löita” = pastura in pendio; pascolo d’alpe), tra una folta vegetazione di arbusti (ontano verde) e di Cavolaccio alpino (Adenostyles alliariae). Dai 2000 m di quota il sentiero rimonta in modo deciso con delle serpentine, sul lato occidentale del Ri di San Giacomo. Superato il casolare dell’alpeggio San Giacomo (2220 m), un corte di Maniò (o Manegorio), si raggiunge in circa 500 m la Cappella dedicata a San Nicolao confessore. La chiesetta, di proprietà della Parrocchia di Bedretto, costituiva una tappa dei pellegrini che dalla Val Formazza attraversavano il Passo San Giacomo, la Valle Bedretto, la Val Tremola, per giungere in cima al valico ad onorare San Gottardo.
Da qui al Passo San Giacomo (2313 m) il percorso è noto a tutti gli escursionisti, scialpinisti e appassionati di rampichino.
Mi fermo al valico, che costituisce il confine di stato, per fotografare il magnifico laghetto invaso da piante acquatiche natanti. Negli anni 1929-30, durante la costruzione della diga della Val Toggia fu costruita sul versante italiano del passo una strada carrozzabile che non fu mai prolungata sul versante elvetico. Attualmente questa sterrata è molto frequentata dai visitatori del Rifugio Maria Luisa (2160 m), per una comoda passeggiata fino al confine svizzero.
Continuo l’escursione in direzione sud, verso il Colle di Randolo (2364 m), caratterizzato da affioramenti di dolomia e dalla presenza di doline, con profondi inghiottitoi. Dall’Alpe Regina (2231 m), ubicata sul bordo settentrionale del Lago Toggia, salgono gli intensi suoni dei campanacci. È un saliscendi che dal valico mi porta in tre quarti d’ora alla Rupe del Gesso (2434 m), promontorio che raggiunsi con le pelli di foca il 15 marzo 2014. È un pregevole belvedere, che mi permette di scattare foto in quantità industriale. Il substrato carbonatico mi fa pensare alle stelle alpine: niente da fare, non ne vedo manco una.
Dalla vetta scendo verso il Lago Boden inferiore (2432 m); qui si potrebbe rimanere a lungo in contemplazione. È una vera esplosione di fiori di tutti i colori, dominati dalla genziana purpurea e dall’erioforo, che si affacciano sulle limpidissime acque, brulicanti di sanguinerole (Phoxinus phoxinus). Impressionanti i canaloni che alle mie spalle scendono dalla cima del Marchhorn (2962 m). Sul cordone morenico che separa il Lago Boden superiore da quello inferiore mi immetto sul sentiero marcato in bianco-rosso-bianco, che sale alla Bocchetta di Val Maggia. È il tratto più faticoso dell’escursione: 45 minuti di dura salita su pietraie e nevai, ai piedi di imponenti pareti rocciose. Raggiuto il valico, posto sul confine di stato, punto la macchina fotografica nella speranza di poter immortalare qualche selvatico: niente da fare non ce ne sono! Nel frattempo, l’abituale nuvolaccia del mezzodì copre il Basòdino, il Pizzo Cavergno e buona parte del ghiacciaio, impedendomi di fotografare questi tremila che sono piacevolmente rimasti nei miei ricordi. Il sentiero per Robiei scende sul nevaio che costituisce la testata della Valletta di Fiorina. Decido di continuare ancora per circa 300 m, fino ad un promontorio posto a 2657 m di quota: è il capolinea odierno. Non riesco purtroppo a vedere la colonia di stambecchi, che costituiva un incentivo per l’escursione odierna.
Quarzo, SiO2, 55 mm, Basòdino, collezione personale.
Per la prima volta alla Bocchetta di Val Maggia, con partenza dalla Val Bedretto: paesaggi molto suggestivi, con un dieci e lode per i Laghi Boden.
Tempo di salita: 4 h 10 min
Tempo totale: 6 h 30 min
Tempi parziali
Paltano (1876 m) – Passo San Giacomo (2313 m): 1 h 40 min
Passo San Giacomo (2313 m) – Rupe del Gesso (2434 m): 45 min
Rupe del Gesso (2434 m) – Bocchetta di Val Maggia (2635 m): 1 h 15 min
Bocchetta di Val Maggia (2635 m) – Quota 2657 m): 17 min
Coordinate Bocchetta di Val Maggia: 678.795 / 143.608
Dislivello in salita: 958 m
Sviluppo complessivo: 15,5 km
Difficoltà: T3
Libro di vetta: no
Copertura della rete cellulare: 2/5
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