Pizzo Stella
|
||||||||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Sono sei anni che non respiro più l'aria dei 3000 metri, per i motivi più vari; visto che sono previsti alcuni giorni di tempo bello, prenoto senza esitazione al Rifugio Chiavenna per tornare al Pizzo Stella già fatto in passato.
Il Pizzo Stella non è troppo difficoltoso se è in buone condizioni e il tempo è bello, ma bisogna conoscerlo per non perdere tempo nella ricerca del percorso, non sempre segnato a sufficienza, oppure troppo con dispersione degli ometti in diverse direzioni.
Partito da Madesimo col bel tempo, arrivo al rifugio (2 ore e 30 min.) col cielo coperto; dopo aver alleggerito lo zaino mi incammino per il Lago Nero ed il Passo Angeloga, con l'intenzione di percorrere un giro ad anello che avevo fatto in passato, ma con la nebbia non trovo più il bivio, e con il temporale in arrivo preferisco tornare dal sentiero fatto in salita.
Arrivo al rifugio che comincia a piovere; dopo mezz'ora il cielo è sereno.
Una buona cena, i gestori sono nuovi e con la cucina ci sanno fare, poi a dormire.
Il giorno dopo salita al Pizzo Stella; parto alle 8 con un altro escursionista, senza fretta, entrambi pernottiamo ancora al rifugio.
Sulla cima si stanno già formando delle nubi, e quando arriviamo al torrente che scende dal Ghiacciaio del Morté la cima è completamente nascosta dalle nebbie.
Arrivati in un punto dove ricordo che sulla destra si raggiunge la cresta finale la visibilità è zero, e gli ometti ci conducono ad un salto di rocce impegnativo che non riusciamo a superare per i troppi sfasciumi scivolosi.
Cominciamo a scendere per cercare il passaggio più facile, e siamo raggiunti da altri due escursionisti che attaccano decisi le rocce, ma solo uno riesce a passare mentre l'altro decide di seguire il nostro esempio.
Un'apertura nella nebbia ci permette di vedere dove passare; scendiamo di almeno un centinaio di metri tenendoci sulla sinistra entrando in una conca con un nevaietto che traversiamo trovandoci finalmente sulla cresta che porta in cima senza più difficoltà.
Raggiungiamo la croce della cima dopo 4 ore, escluse soste varie, raggiunti da altri tre escursionisti.
Siamo sempre avvolti dalle nubi, e solo ogni tanto si riesce a vedere un po' di panorama.
Affamati, divoriamo i pochi viveri che abbiamo e cominciamo la discesa.
Io ed il mio compagno siamo stanchi e scendiamo con molta calma arrivando al rifugio a metà pomeriggio, e contrariamente alle mie abitudini, aspetto la cena oziando un po', sono troppo stanco per camminare ancora.
Il terzo giorno discesa a Campodolcino dove riprendo l'autobus per il ritorno; e sul Pizzo Stella neanche una piccola nube!
Questo ritorno al Pizzo Stella mi ha soddisfatto molto, nonostante il clima non proprio favorevole; se non avessi trovato compagnia quasi sicuramente avrei rinunciato.
Alla prossima
Ciao
Stefano
Il Pizzo Stella non è troppo difficoltoso se è in buone condizioni e il tempo è bello, ma bisogna conoscerlo per non perdere tempo nella ricerca del percorso, non sempre segnato a sufficienza, oppure troppo con dispersione degli ometti in diverse direzioni.
Partito da Madesimo col bel tempo, arrivo al rifugio (2 ore e 30 min.) col cielo coperto; dopo aver alleggerito lo zaino mi incammino per il Lago Nero ed il Passo Angeloga, con l'intenzione di percorrere un giro ad anello che avevo fatto in passato, ma con la nebbia non trovo più il bivio, e con il temporale in arrivo preferisco tornare dal sentiero fatto in salita.
Arrivo al rifugio che comincia a piovere; dopo mezz'ora il cielo è sereno.
Una buona cena, i gestori sono nuovi e con la cucina ci sanno fare, poi a dormire.
Il giorno dopo salita al Pizzo Stella; parto alle 8 con un altro escursionista, senza fretta, entrambi pernottiamo ancora al rifugio.
Sulla cima si stanno già formando delle nubi, e quando arriviamo al torrente che scende dal Ghiacciaio del Morté la cima è completamente nascosta dalle nebbie.
Arrivati in un punto dove ricordo che sulla destra si raggiunge la cresta finale la visibilità è zero, e gli ometti ci conducono ad un salto di rocce impegnativo che non riusciamo a superare per i troppi sfasciumi scivolosi.
Cominciamo a scendere per cercare il passaggio più facile, e siamo raggiunti da altri due escursionisti che attaccano decisi le rocce, ma solo uno riesce a passare mentre l'altro decide di seguire il nostro esempio.
Un'apertura nella nebbia ci permette di vedere dove passare; scendiamo di almeno un centinaio di metri tenendoci sulla sinistra entrando in una conca con un nevaietto che traversiamo trovandoci finalmente sulla cresta che porta in cima senza più difficoltà.
Raggiungiamo la croce della cima dopo 4 ore, escluse soste varie, raggiunti da altri tre escursionisti.
Siamo sempre avvolti dalle nubi, e solo ogni tanto si riesce a vedere un po' di panorama.
Affamati, divoriamo i pochi viveri che abbiamo e cominciamo la discesa.
Io ed il mio compagno siamo stanchi e scendiamo con molta calma arrivando al rifugio a metà pomeriggio, e contrariamente alle mie abitudini, aspetto la cena oziando un po', sono troppo stanco per camminare ancora.
Il terzo giorno discesa a Campodolcino dove riprendo l'autobus per il ritorno; e sul Pizzo Stella neanche una piccola nube!
Questo ritorno al Pizzo Stella mi ha soddisfatto molto, nonostante il clima non proprio favorevole; se non avessi trovato compagnia quasi sicuramente avrei rinunciato.
Alla prossima
Ciao
Stefano
Tourengänger:
stefano58

Communities: Hikr in italiano
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (4)