Cima Piazzotti o di Valpianella (2349 m) - anello da Pescegallo
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Prima volta per me in Val Gerola, valle che da anni era nella mia lista dei luoghi da visitare e che nell'ultimo periodo era diventata un pò un chiodo fisso nella mia testa.
Dal parcheggio della seggiovia di Pescegallo mi avvio seguendo la sterrata che sale al Rifugio Salmurano (palina segnavia spezzata).
Taglio qualche tornante grazie ad un sentierino tra i prati, quindi quando la strada si biforca mi tengo a destra (a sinistra si sale al Lago di Pescegallo presumo).
Per un breve tratto la sterrata si trasforma in un'orribile colata di cemento, per fortuna poco dopo torna sterrata e sale piacevolmente tra larici e rododendri, fino a sbucare sui prati sotto al Rifugio Salmurano (0 h 50).
Poco prima del rifugio abbandono la stradina e risalgo liberamente i dolci prati, puntando alla casetta di arrivo dello skilift.
Dal rifugio dovrebbe partire un sentiero segnato verso il Passo, ma io scelgo di salire liberamente i prati per camminare al sole, mentre la zona alla mia sinistra, dove credo passi il sentiero, è ancora in ombra.
Giunto alla casetta di arrivo degli impianti mi innesto infatti su un sentiero marcato, che in pochi minuti mi conduce al Passo Salmurano (1 h 15).
Ci si sposta ora sul versante bergamasco e si compie un breve traverso su sentiero leggermente franato, per raggiungere l'attacco del famoso canalino che porta al Benigni.
Canalino che si rivela molto facile, si cammina aiutandosi qua e là con le mani ma senza alcun vero passo d'arrampicata. In condizioni di roccia asciutta come oggi non da davvero nessun problema (faticaccia a parte).
All'uscita del canalino un brevissimo tratto pianeggiante, in cui incontro il primo dei tanti stambecchi che vedrò oggi, quindi riprendo a salire con buona pendenza fino a sbucare sul pianoro che ospita il grazioso Rifugio Benigni (1 h 50).
Una palina indica già la mia cima, decido però con una brevissima deviazione (1 minuto circa) di raggiungere prima le rive del bellissimo Lago Piazzotti, non visibile dal rifugio.
Ripreso il sentiero verso la vetta, percorro il comodo e poco pendente crinale ed in breve, camminando tra stambecchi e stupendi panorami, raggiungo la croce della Cima Piazzotti, o Cima di Valpianella (2 h 10).
Una breve sosta per godermi il panorama, quindi, su sentierino bello ripido ed in un breve tratto leggermente esposto, scendo al sottostante Passo Bocca di Trona (2 h 25).
Qui mi infilo nel vallone detritico che con una discesa un pò accidentata ma senza difficoltà mi conduce in vista del bellissimo Lago Zancone e del bacino artificiale di Trona.
Il sentiero principale si tiene a destra, leggermente più alto dei laghi, io invece decido di scendere al Lago Zancone (3 h 10), e di percorrere poi il sentierino che ne costeggia la sponda destra.
Una vera perla da non perdere questo lago dalle acque cristalline!
In fondo al Lago Zancone con qualche peripezia (le indicazioni scarseggiano e il sentiero in un tratto non è evidentissimo), scendo verso il Lago di Trona (senza raggiungerne le rive ma rimanendo qualche metro più alto) e ne costeggio anche qui la sponda destra, su sentiero ora di nuovo comodo ed evidente.
Raggiunta la diga del Lago di Trona (3 h 40) prendo il sentiero a destra verso Pescegallo, ben marcato da segnavia ma senza alcuna palina che lo indichi.
Dopo una breve risalita (circa 70 mt di dislivello) raggiungo finalmente una palina che certifica di essere sul sentiero giusto ed inizio un bellissimo traverso nel lariceto, con super panorama sulle Retiche dall'altra parte della Valtellina.
Raggiunta una selletta erbosa nei pressi di una baita, il sentiero piega a destra, proseguendo a traversare in piano. Quindi si perdono un centinaio di metri di quota con un tratto a tornanti, per riprendere poi a traversare in piano e in leggera salita (altri 50 metri circa di risalita).
Dovrebbe in qualche punto staccarsi un sentiero diretto per Pescegallo, ma io pur prestando attenzione non lo trovo. Proseguo dunque fino al minuscolo specchio d'acqua della Val Tronella, dove, nei pressi del piccolo sbarramento, si dirama a sinistra il sentiero per Pescegallo, anche qui senza che nessuna indicazione aiuti l'escursionista.
Il sentiero per fortuna è ben marcato da segnavia e scende dapprima tra dolci roccette e radi larici, quindi in un bosco più fitto fino a raggiungere la baita in località Dossetto, dove ci si riallaccia al sentiero più diretto da me inutilmente cercato in precedenza.
Ancora pochi minuti di rilassante discesa nel bosco e raggiungo di nuovo il parcheggio di Pescegallo (5 h 20), dove mi concedo una meritata sosta al bar della seggiovia, soddisfattissimo dell'anello concluso e con ancora negli occhi lo splendore dei luoghi attraversati.
L'unica nota stonata dell'escursione riguarda lo stato della segnaletica. Pur essendo una zona piuttosto frequentata, la segnaletica è davvero malconcia: in molti bivi è assente, in altri punti è incompleta, in altri ancora è distrutta.
Servirebbe una bella sistemata!
N.B. il dislivello indicato tiene conto anche dei vari saliscendi che si affrontano nella seconda parte dell'escursione (circa 150 metri, da sommarsi ai 900 tra Pescegallo e la cima).
Dal parcheggio della seggiovia di Pescegallo mi avvio seguendo la sterrata che sale al Rifugio Salmurano (palina segnavia spezzata).
Taglio qualche tornante grazie ad un sentierino tra i prati, quindi quando la strada si biforca mi tengo a destra (a sinistra si sale al Lago di Pescegallo presumo).
Per un breve tratto la sterrata si trasforma in un'orribile colata di cemento, per fortuna poco dopo torna sterrata e sale piacevolmente tra larici e rododendri, fino a sbucare sui prati sotto al Rifugio Salmurano (0 h 50).
Poco prima del rifugio abbandono la stradina e risalgo liberamente i dolci prati, puntando alla casetta di arrivo dello skilift.
Dal rifugio dovrebbe partire un sentiero segnato verso il Passo, ma io scelgo di salire liberamente i prati per camminare al sole, mentre la zona alla mia sinistra, dove credo passi il sentiero, è ancora in ombra.
Giunto alla casetta di arrivo degli impianti mi innesto infatti su un sentiero marcato, che in pochi minuti mi conduce al Passo Salmurano (1 h 15).
Ci si sposta ora sul versante bergamasco e si compie un breve traverso su sentiero leggermente franato, per raggiungere l'attacco del famoso canalino che porta al Benigni.
Canalino che si rivela molto facile, si cammina aiutandosi qua e là con le mani ma senza alcun vero passo d'arrampicata. In condizioni di roccia asciutta come oggi non da davvero nessun problema (faticaccia a parte).
All'uscita del canalino un brevissimo tratto pianeggiante, in cui incontro il primo dei tanti stambecchi che vedrò oggi, quindi riprendo a salire con buona pendenza fino a sbucare sul pianoro che ospita il grazioso Rifugio Benigni (1 h 50).
Una palina indica già la mia cima, decido però con una brevissima deviazione (1 minuto circa) di raggiungere prima le rive del bellissimo Lago Piazzotti, non visibile dal rifugio.
Ripreso il sentiero verso la vetta, percorro il comodo e poco pendente crinale ed in breve, camminando tra stambecchi e stupendi panorami, raggiungo la croce della Cima Piazzotti, o Cima di Valpianella (2 h 10).
Una breve sosta per godermi il panorama, quindi, su sentierino bello ripido ed in un breve tratto leggermente esposto, scendo al sottostante Passo Bocca di Trona (2 h 25).
Qui mi infilo nel vallone detritico che con una discesa un pò accidentata ma senza difficoltà mi conduce in vista del bellissimo Lago Zancone e del bacino artificiale di Trona.
Il sentiero principale si tiene a destra, leggermente più alto dei laghi, io invece decido di scendere al Lago Zancone (3 h 10), e di percorrere poi il sentierino che ne costeggia la sponda destra.
Una vera perla da non perdere questo lago dalle acque cristalline!
In fondo al Lago Zancone con qualche peripezia (le indicazioni scarseggiano e il sentiero in un tratto non è evidentissimo), scendo verso il Lago di Trona (senza raggiungerne le rive ma rimanendo qualche metro più alto) e ne costeggio anche qui la sponda destra, su sentiero ora di nuovo comodo ed evidente.
Raggiunta la diga del Lago di Trona (3 h 40) prendo il sentiero a destra verso Pescegallo, ben marcato da segnavia ma senza alcuna palina che lo indichi.
Dopo una breve risalita (circa 70 mt di dislivello) raggiungo finalmente una palina che certifica di essere sul sentiero giusto ed inizio un bellissimo traverso nel lariceto, con super panorama sulle Retiche dall'altra parte della Valtellina.
Raggiunta una selletta erbosa nei pressi di una baita, il sentiero piega a destra, proseguendo a traversare in piano. Quindi si perdono un centinaio di metri di quota con un tratto a tornanti, per riprendere poi a traversare in piano e in leggera salita (altri 50 metri circa di risalita).
Dovrebbe in qualche punto staccarsi un sentiero diretto per Pescegallo, ma io pur prestando attenzione non lo trovo. Proseguo dunque fino al minuscolo specchio d'acqua della Val Tronella, dove, nei pressi del piccolo sbarramento, si dirama a sinistra il sentiero per Pescegallo, anche qui senza che nessuna indicazione aiuti l'escursionista.
Il sentiero per fortuna è ben marcato da segnavia e scende dapprima tra dolci roccette e radi larici, quindi in un bosco più fitto fino a raggiungere la baita in località Dossetto, dove ci si riallaccia al sentiero più diretto da me inutilmente cercato in precedenza.
Ancora pochi minuti di rilassante discesa nel bosco e raggiungo di nuovo il parcheggio di Pescegallo (5 h 20), dove mi concedo una meritata sosta al bar della seggiovia, soddisfattissimo dell'anello concluso e con ancora negli occhi lo splendore dei luoghi attraversati.
L'unica nota stonata dell'escursione riguarda lo stato della segnaletica. Pur essendo una zona piuttosto frequentata, la segnaletica è davvero malconcia: in molti bivi è assente, in altri punti è incompleta, in altri ancora è distrutta.
Servirebbe una bella sistemata!
N.B. il dislivello indicato tiene conto anche dei vari saliscendi che si affrontano nella seconda parte dell'escursione (circa 150 metri, da sommarsi ai 900 tra Pescegallo e la cima).
Tourengänger:
peter86

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Kommentare (4)