Passo Tartano
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La Val Tartano - scialpinisticamente parlando - da una ventina di anni è stata "scoperta" dalla gran massa di atleti che, soprattutto in inverno, la affollano nei giorni festivi. La frequentazione primaverile, molto più tranquilla e rilassata, regala comunque itinerari generalmente semplici, molto scorrevoli e al riparo dai pericoli oggettivi.
La gita al Passo Tartano è sicuramente la più breve e semplice della vallata: ottima per una veloce uscita di mezza giornata e solitamente ben innevata fino al parcheggio. Non manca la nota tecnica con la ben conosciuta salita (e discesa) della valletta che precede l'uscita all'Alpe Porcile.
Dal parcheggio si prosegue lungo la pista sterrata fino a dove - con un tornante - retroverte; in inverno qui spesso è conveniente proseguire senza attraversare il torrente, andando ad evitare la famosa valletta con un sentiero più comodo. In primavera, però, i pendii di questo versante sono ormai ripuliti dalla neve e la loro risalita comporterebbe un lunghissimo spallaggio degli sci. Per cui si va ad attraversare il torrente al ponte che si trova subito sulla destra poco dopo le ultime baite. Si continua lungo i blandi pendii che portano ad avvicinare la coppia di baite di Q 1550m, si attraversa - come possibile - un ruscello e si segue in salita sempre più ripida il corso del torrente principale; alla convergenza di quest'ultimo con i margini del bosco che finora abbiamo affiancato, si svolta a destra imboccando una stretta e ripidissima valletta. La frequenza dei passaggi che si sovrappongono nel poco spazio disponibile fra massi e alberi rende sempre il terreno molto compresso e ghiacciato: non è insolito l'uso dei rampant. Sono comunque poche decine di metri e le difficoltà terminano definitivamente all'ampia spianata della Casera Porcile. La traccia - sempre presente - risale il comodo pendio con larghe curve fino all'isolata Baita Lares, dove ci si sposta con un rettilineo ascendente verso sinistra, posto circa all'altezza dell'invisibile (sepolto dalla neve) Lago di Porcile: da qui si diramano vari itinerari verso il fondovalle orientale. Per il passo, invece, si svolta a destra (ovest) e con un lungo traverso di poca pendenza si raggiunge la larga insellatura del Passo Tartano: una grossa croce metallica sovrasta i ruderi di trincee della Linea Cadorna. In primavera risulta quasi sempre impossibile proseguire fino alla vicina Cima di Lemma: i pendii, esposti a sud, sono insufficientemente innevati dal punto di vista sciistico.
Il percorso di discesa ricalca naturalmente quello di salita, ma la sicurezza dei pendii permette anche di scegliere una traccia più diretta e ripida. Fare molta attenzione alla valletta ghiacciata.
La gita al Passo Tartano è sicuramente la più breve e semplice della vallata: ottima per una veloce uscita di mezza giornata e solitamente ben innevata fino al parcheggio. Non manca la nota tecnica con la ben conosciuta salita (e discesa) della valletta che precede l'uscita all'Alpe Porcile.
Dal parcheggio si prosegue lungo la pista sterrata fino a dove - con un tornante - retroverte; in inverno qui spesso è conveniente proseguire senza attraversare il torrente, andando ad evitare la famosa valletta con un sentiero più comodo. In primavera, però, i pendii di questo versante sono ormai ripuliti dalla neve e la loro risalita comporterebbe un lunghissimo spallaggio degli sci. Per cui si va ad attraversare il torrente al ponte che si trova subito sulla destra poco dopo le ultime baite. Si continua lungo i blandi pendii che portano ad avvicinare la coppia di baite di Q 1550m, si attraversa - come possibile - un ruscello e si segue in salita sempre più ripida il corso del torrente principale; alla convergenza di quest'ultimo con i margini del bosco che finora abbiamo affiancato, si svolta a destra imboccando una stretta e ripidissima valletta. La frequenza dei passaggi che si sovrappongono nel poco spazio disponibile fra massi e alberi rende sempre il terreno molto compresso e ghiacciato: non è insolito l'uso dei rampant. Sono comunque poche decine di metri e le difficoltà terminano definitivamente all'ampia spianata della Casera Porcile. La traccia - sempre presente - risale il comodo pendio con larghe curve fino all'isolata Baita Lares, dove ci si sposta con un rettilineo ascendente verso sinistra, posto circa all'altezza dell'invisibile (sepolto dalla neve) Lago di Porcile: da qui si diramano vari itinerari verso il fondovalle orientale. Per il passo, invece, si svolta a destra (ovest) e con un lungo traverso di poca pendenza si raggiunge la larga insellatura del Passo Tartano: una grossa croce metallica sovrasta i ruderi di trincee della Linea Cadorna. In primavera risulta quasi sempre impossibile proseguire fino alla vicina Cima di Lemma: i pendii, esposti a sud, sono insufficientemente innevati dal punto di vista sciistico.
Il percorso di discesa ricalca naturalmente quello di salita, ma la sicurezza dei pendii permette anche di scegliere una traccia più diretta e ripida. Fare molta attenzione alla valletta ghiacciata.
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