Anello in Valsolda
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Il lunedi di Pasqua vanno in giro tutti perciò si deve scegliere con cura la gita al fine di evitare gli assembramenti e, soprattutto, le code al rientro.
Decidiamo per la Valsolda: un luogo dove è difficile trovare gente in qualsiasi periodo dell'anno, chissà perchè poi: è una delle zone più belle, selvagge e facilmente raggiungibili che esistano, anche l'attraversamento di Lugano al ritorno non dovrebbe presentare soverchi problemi di imbottigliamento..
Siamo io e Francesca, mi propongo di fare un bel giro partendo da Dasio, il paese situato in cima alla valle. Visto che la gita sarà ad anello evito di raggiungere il parcheggio situato al termine della strada ma lascio l'auto in centro paese, nei pressi della chiesa di San Bernardino.
Da qui ci avviamo lungo la strada che porta al campeggio, poco sopra inizia un "percorso vita" che in breve ci porta ad uno spiazzo dove si trova la cappella dedicata a San Rocco, da cui il sentiero prosegue e raggiunge il parcheggio ed il Ponte di Bizzo che supera il torrente Soldo.
Poco oltre sulla destra prendiamo un sentiero, il numero 7, che sale abbastanza ripido e ben presto si biforca, noi prendiamo a destra seguendo il segnavia numero 8 che porta al Passo Pairolo.
Il sentiero supera un costolone ed esce dal bosco per risalire un versante brullo e roccioso, a tratti con una leggera esposizione, detto Costa di Ciappei, un passaggio un po' esposto è dotato di un corrimano in ferro, poco dopo si raggiunge una forcoletta e si entra nella Valle Duslin, il sentiero si abbassa e raggiunge il torrente per poi risalire l'altro versante.
Il posto, nonostante sia ancora in ombra, è veramente piacevole: l'acqua è cristallina e poco a monte forma delle magnifiche pozze e vi è una cascatella idilliaca.
Riprendiamo la salita, il sentiero alterna ora brevi strappi a riposanti tratti in falsopiano, sempre con vista sul verdeggiante corso del Duslin che corre poco più in basso.
Eccoci quindi all'Alpe Puria di Sotto, caratterizzata da un prato verdeggiante e da diversi codirossi che hanno evidentemente il nido nelle cavità dei muri della stalla.
Anche questo luogo è estremamente bello, tutt'intorno le macchie di brugo risaltano sulla vegetazione che indugia, ancora per poco, nel letargo invernale. Il sentiero attraversa il torrente e risale il versante addentrandosi in una bella faggeta, poco più avanti vi è il bivio fra il sentiero 8 ed il 9, noi proseguiamo lungo l'8 e, faticosamente, visto il notevole strato di foglie sottostante gli alberi, raggiungiamo l'Alpe Puria di Sopra, anche questa è bella come quella inferiore ed in più ha un magnifico scorcio panoramico sul Monte Boglia ed è caratterizzata da un autentico caos di massi tutt'intorno..
Qui incontriamo una persona salita da Cimadera e scesa dal Passo Pairolo, che da qui dista pochi minuti, venuta a trovare l'alpigiano che, però, non è salito all'alpe.
Breve spuntino e ripartiamo, al passo il panorama si allarga sulle montagne del Vallese e dell'Oberland bernese.
Qui incontriamo la neve che copre abbondantemente la traccia del sentiero che percorre la cresta di confine, a naso risaliamo comunque il pendio, qui piuttosto largo, fino ad incontrare un cippo di confine, da qui su diritti attraverso il bosco di faggi, ancora completamente spogli, in breve siamo fuori dalla faggeta ed il panorama si allarga,finora eravamo saliti al riparo dal vento che ora invece si fa sentire...guanti, cappello e piccozza: la neve è dura ed i pendii sono ripidi, saranno anche dei monterozzi ma la prudenza non è mai troppa.
Saliamo diversi spuntoni fra cui le cime dell'Oress e di Mosè, tutti caratterizzati dalla neve sul versante Nord e da un'incredibile fioritura di ellebori sul versante Sud, arriviamo al Passo di Pianca Bella, risaliamo l'ennesimo spuntone, discendiamo all'ulteriore forcoletta e, finalmente, affrontiamo l'ultimo risalto che ci porta alla Cima di Foiorina. La croce è notevolmente inclinata e la sottostante gavetta con il libro di vetta manca del coperchio per cui il grosso quaderno è un ammasso umido ed insfogliabile.
Ci abbassiamo un po' per ripararci dal vento e consumiamo il nostro pasto con una vista decisamente invidiabile.
Ora non ci resta che scendere: ci abbassiamo al Passo di Foiorina, risaliamo un ulteriore spuntone poi seguiamo una traccia sul versante meridionale e che dovrebbe portare alla Bocchetta di San Bernardo, invece prosegue per un po' e finisce nel nulla, il sentiero che si abbassa dalla bocchetta è poco oltre ad una trentina di metri più in basso, scendiamo il pendio di erba secca aiutati dalle nostre piccozze, in due minuti siamo sul sentiero, da qui di problemi non ce ne sono più: il sentiero è largo e ben segnato e ci porta all'Alpe Foiorina dove incontriamo una coppia di giovani, breve sosta e ci avviamo per il Passo Stretto caratterizzato da impressionanti pareti verticali.
Il sentiero prosegue per Bedola e poi raggiunge l'Alpe Serte, molti tratti sono stati cementati o pavimentati per permettere il transito dei mezzi e non sono proprio piacevoli da percorrere.
Raggiungiamo infine Dasio, discendiamo lungo le stradine del paese e raggiungiamo la chiesa ed il parcheggio.
Bella gita in una valle decisamente, ed incomprensibilmente, poco frequentata, ma con magnifici paesaggi, guglie dolomitiche, una fioritura eccezionale, sentieri ben tenuti e ben segnati.
La neve dai 1600 metri è ancora abbondante specie sul versante settentrionale.
Decidiamo per la Valsolda: un luogo dove è difficile trovare gente in qualsiasi periodo dell'anno, chissà perchè poi: è una delle zone più belle, selvagge e facilmente raggiungibili che esistano, anche l'attraversamento di Lugano al ritorno non dovrebbe presentare soverchi problemi di imbottigliamento..
Siamo io e Francesca, mi propongo di fare un bel giro partendo da Dasio, il paese situato in cima alla valle. Visto che la gita sarà ad anello evito di raggiungere il parcheggio situato al termine della strada ma lascio l'auto in centro paese, nei pressi della chiesa di San Bernardino.
Da qui ci avviamo lungo la strada che porta al campeggio, poco sopra inizia un "percorso vita" che in breve ci porta ad uno spiazzo dove si trova la cappella dedicata a San Rocco, da cui il sentiero prosegue e raggiunge il parcheggio ed il Ponte di Bizzo che supera il torrente Soldo.
Poco oltre sulla destra prendiamo un sentiero, il numero 7, che sale abbastanza ripido e ben presto si biforca, noi prendiamo a destra seguendo il segnavia numero 8 che porta al Passo Pairolo.
Il sentiero supera un costolone ed esce dal bosco per risalire un versante brullo e roccioso, a tratti con una leggera esposizione, detto Costa di Ciappei, un passaggio un po' esposto è dotato di un corrimano in ferro, poco dopo si raggiunge una forcoletta e si entra nella Valle Duslin, il sentiero si abbassa e raggiunge il torrente per poi risalire l'altro versante.
Il posto, nonostante sia ancora in ombra, è veramente piacevole: l'acqua è cristallina e poco a monte forma delle magnifiche pozze e vi è una cascatella idilliaca.
Riprendiamo la salita, il sentiero alterna ora brevi strappi a riposanti tratti in falsopiano, sempre con vista sul verdeggiante corso del Duslin che corre poco più in basso.
Eccoci quindi all'Alpe Puria di Sotto, caratterizzata da un prato verdeggiante e da diversi codirossi che hanno evidentemente il nido nelle cavità dei muri della stalla.
Anche questo luogo è estremamente bello, tutt'intorno le macchie di brugo risaltano sulla vegetazione che indugia, ancora per poco, nel letargo invernale. Il sentiero attraversa il torrente e risale il versante addentrandosi in una bella faggeta, poco più avanti vi è il bivio fra il sentiero 8 ed il 9, noi proseguiamo lungo l'8 e, faticosamente, visto il notevole strato di foglie sottostante gli alberi, raggiungiamo l'Alpe Puria di Sopra, anche questa è bella come quella inferiore ed in più ha un magnifico scorcio panoramico sul Monte Boglia ed è caratterizzata da un autentico caos di massi tutt'intorno..
Qui incontriamo una persona salita da Cimadera e scesa dal Passo Pairolo, che da qui dista pochi minuti, venuta a trovare l'alpigiano che, però, non è salito all'alpe.
Breve spuntino e ripartiamo, al passo il panorama si allarga sulle montagne del Vallese e dell'Oberland bernese.
Qui incontriamo la neve che copre abbondantemente la traccia del sentiero che percorre la cresta di confine, a naso risaliamo comunque il pendio, qui piuttosto largo, fino ad incontrare un cippo di confine, da qui su diritti attraverso il bosco di faggi, ancora completamente spogli, in breve siamo fuori dalla faggeta ed il panorama si allarga,finora eravamo saliti al riparo dal vento che ora invece si fa sentire...guanti, cappello e piccozza: la neve è dura ed i pendii sono ripidi, saranno anche dei monterozzi ma la prudenza non è mai troppa.
Saliamo diversi spuntoni fra cui le cime dell'Oress e di Mosè, tutti caratterizzati dalla neve sul versante Nord e da un'incredibile fioritura di ellebori sul versante Sud, arriviamo al Passo di Pianca Bella, risaliamo l'ennesimo spuntone, discendiamo all'ulteriore forcoletta e, finalmente, affrontiamo l'ultimo risalto che ci porta alla Cima di Foiorina. La croce è notevolmente inclinata e la sottostante gavetta con il libro di vetta manca del coperchio per cui il grosso quaderno è un ammasso umido ed insfogliabile.
Ci abbassiamo un po' per ripararci dal vento e consumiamo il nostro pasto con una vista decisamente invidiabile.
Ora non ci resta che scendere: ci abbassiamo al Passo di Foiorina, risaliamo un ulteriore spuntone poi seguiamo una traccia sul versante meridionale e che dovrebbe portare alla Bocchetta di San Bernardo, invece prosegue per un po' e finisce nel nulla, il sentiero che si abbassa dalla bocchetta è poco oltre ad una trentina di metri più in basso, scendiamo il pendio di erba secca aiutati dalle nostre piccozze, in due minuti siamo sul sentiero, da qui di problemi non ce ne sono più: il sentiero è largo e ben segnato e ci porta all'Alpe Foiorina dove incontriamo una coppia di giovani, breve sosta e ci avviamo per il Passo Stretto caratterizzato da impressionanti pareti verticali.
Il sentiero prosegue per Bedola e poi raggiunge l'Alpe Serte, molti tratti sono stati cementati o pavimentati per permettere il transito dei mezzi e non sono proprio piacevoli da percorrere.
Raggiungiamo infine Dasio, discendiamo lungo le stradine del paese e raggiungiamo la chiesa ed il parcheggio.
Bella gita in una valle decisamente, ed incomprensibilmente, poco frequentata, ma con magnifici paesaggi, guglie dolomitiche, una fioritura eccezionale, sentieri ben tenuti e ben segnati.
La neve dai 1600 metri è ancora abbondante specie sul versante settentrionale.
Tourengänger:
paoloski

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