Cima Pianchette invernale (2158 m)
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Dovevamo fare il Grignone, io e il mio socio Pit, ma il bollettino ARPA con rischio valanghe 3 ci ha suggerito di rimandarlo a dopo Natale. Così abbiamo dovuto scegliere una meta di ripiego, e la scelta è caduta proprio su Cima Pianchette, in Val Cavargna.
Partenza ore 3.35 da Milano, obiettivo "Alba in vetta!". In un paio d'ore siamo a San Nazzaro, e da lì con brevi tornanti (schivando due cervi curiosi) ci portiamo in loc. Tecchio (1350 m).
Sistemati i frontalini alle 6 lasciamo l'auto sotto una stellata incredibile, tagliando per prati in direzione del rifugio Croce di Campo. Di neve ancora nemmeno l'ombra, e infatti bisogna aspettare i 1800 m per iniziare a pestarne un po' sui tornanti.
Quando i frontalini illuminano il bel Rifugio (45 min. da Tecchio) decidiamo di continuare diretti per la vetta, accompagnati da un bel venticello gelido.
Iniziamo a rimontare la dorsale e la neve compare a chiazze sempre più frequenti, mentre la brezza è diventata un soffio forte e costante che batte la cresta senza sosta. Pausa Windstopper e via andare, senza calzare i ramponi perché la neve, dove si è depositata almeno, è compatta e spessa.
Scolliniamo sul primo avvallamento che già inizia a schiarire in cielo, mentre il vento incalza sempre più forte. Ora la neve è uniforme, alta circa 30 cm e molto ventata: lo strato superficiale è una crosta ghiacciata ma sembra nel complesso portante e stabile (visto che risale ad almeno 10 giorni fa).
Camminando vicini (anzi, arrancando) piegati contro la neve sferzante sulla faccia finalmente guadagniamo l'anticima, dove decidiamo di impugnare le piccozze e di salire diagonalmente puntando, sulla breve balza, l'apice più a Nord, seguendo così il tracciato che ci pare più pulito dal vento (qui la neve è alta circa 50 cm, con vari accumuli); non abbiamo le ghette ma la sottostante è farinosa e quindi le caviglie ne escono asciutte.
Alle 7.45 infine siamo in vetta!
Stando attenti a non sporgerci troppo sul versante Ovest per via delle cornici, facciamo le foto di rito e salutiamo il sole che ci ha aspettati per alzarsi in cielo: il panorama è meraviglioso e spazia dal vicino Pizzo di Gino alle due Grigne, dai Corni di Canzo al Generoso... Sullo sfondo invece, che si guardano, il Monte Rosa baciato dall'alba e gli Appennini!
Sotto un cielo screziato di rosso, iniziamo la discesa, ma stavolta calzati i ramponi e con le piccozze ben salde.
Per essere stata un piano B è stata una escursione davvero fantastica!
NOTE
Fino a nuove nevicate la zona sembra assolutamente sicura: la neve presente è ben consolidata e portante, ma nonostante ciò fanno comodo i ramponi e la piccozza sulla salita più ripida!
Calcolare un paio d'ore per la salita da Tecchio e un'oretta e mezza per la discesa, visto che sulla dorsale non si può correre.
A.Z.
Partenza ore 3.35 da Milano, obiettivo "Alba in vetta!". In un paio d'ore siamo a San Nazzaro, e da lì con brevi tornanti (schivando due cervi curiosi) ci portiamo in loc. Tecchio (1350 m).
Sistemati i frontalini alle 6 lasciamo l'auto sotto una stellata incredibile, tagliando per prati in direzione del rifugio Croce di Campo. Di neve ancora nemmeno l'ombra, e infatti bisogna aspettare i 1800 m per iniziare a pestarne un po' sui tornanti.
Quando i frontalini illuminano il bel Rifugio (45 min. da Tecchio) decidiamo di continuare diretti per la vetta, accompagnati da un bel venticello gelido.
Iniziamo a rimontare la dorsale e la neve compare a chiazze sempre più frequenti, mentre la brezza è diventata un soffio forte e costante che batte la cresta senza sosta. Pausa Windstopper e via andare, senza calzare i ramponi perché la neve, dove si è depositata almeno, è compatta e spessa.
Scolliniamo sul primo avvallamento che già inizia a schiarire in cielo, mentre il vento incalza sempre più forte. Ora la neve è uniforme, alta circa 30 cm e molto ventata: lo strato superficiale è una crosta ghiacciata ma sembra nel complesso portante e stabile (visto che risale ad almeno 10 giorni fa).
Camminando vicini (anzi, arrancando) piegati contro la neve sferzante sulla faccia finalmente guadagniamo l'anticima, dove decidiamo di impugnare le piccozze e di salire diagonalmente puntando, sulla breve balza, l'apice più a Nord, seguendo così il tracciato che ci pare più pulito dal vento (qui la neve è alta circa 50 cm, con vari accumuli); non abbiamo le ghette ma la sottostante è farinosa e quindi le caviglie ne escono asciutte.
Alle 7.45 infine siamo in vetta!
Stando attenti a non sporgerci troppo sul versante Ovest per via delle cornici, facciamo le foto di rito e salutiamo il sole che ci ha aspettati per alzarsi in cielo: il panorama è meraviglioso e spazia dal vicino Pizzo di Gino alle due Grigne, dai Corni di Canzo al Generoso... Sullo sfondo invece, che si guardano, il Monte Rosa baciato dall'alba e gli Appennini!
Sotto un cielo screziato di rosso, iniziamo la discesa, ma stavolta calzati i ramponi e con le piccozze ben salde.
Per essere stata un piano B è stata una escursione davvero fantastica!
NOTE
Fino a nuove nevicate la zona sembra assolutamente sicura: la neve presente è ben consolidata e portante, ma nonostante ciò fanno comodo i ramponi e la piccozza sulla salita più ripida!
Calcolare un paio d'ore per la salita da Tecchio e un'oretta e mezza per la discesa, visto che sulla dorsale non si può correre.
A.Z.
Tourengänger:
Albez

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Kommentare (3)