Prima neve di stagione alla Cimetta d'Orino
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Uscita a ranghi ridotti per il gruppo AnDaSer stante l’assenza del “raffreddato” Sergio.
Nello scorso weekend è caduta un po’ di neve in quota e considerato che non abbiamo voglia di dare avvio alla stagione delle ciaspole osserviamo le vicine montagne (il riferimento è da sempre il Generoso) e stimiamo che si può anche arrivare ad una altitudine di circa 1700 metri senza pestare troppa neve; la scelta cade così sulla cimetta d’Orino con passaggio dalla capanna Mognone.
Raggiunta con l’auto la località Monti di Cima, poco sopra il nucleo di case di San Defendente, ci incamminiamo quando mancano pochi minuti alle 9.
Abbandoniamo subito la strada asfaltata che prosegue ulteriormente (una sbarra vieta l’accesso ai non autorizzati) per risalire ripidi ed ampi gradoni nel bosco di castagni, tagliando in diversi punti la strada principale.
Giunti ad un bivio optiamo per il percorso che passa dalla località Arbarello, dove arriviamo alle 9.30. Qui alcuni rustici sono stati molto ben ristrutturati mentre ampio è il panorama sul sottostante Piano di Magadino.
Si riprende a salire nel bosco dove le betulle hanno preso il posto dei castagni; lungo il percorso si incontrano diverse comode fonti d’acqua. Alle 10 transitiamo infatti dalla fontana Biasca prima di risalire l’ultimo tratto di faggeta che ci apre la vista, di fronte a noi, sulle cime d’Erbea e del Gaggio e, volgendo lo sguardo verso sud, sul Ticino che si immette nel lago Maggiore e sulla penisola formata dal delta del Maggia.
I faggi terminano proprio sotto i prati dell’Alpe Mognone dove arriviamo alle 10.45. I tratti non esposti al sole sono innevati nonostante l’altitudine sia inferiore a 1.500 metri. L’alpe è caratterizzata dalla presenza di 3 capanne (Ticino, Sementina e Mognone) che sono gestite dal Patriziato di Sementina; incontriamo un gruppo di ragazze che ha soggiornato alla capanna Mognone e si sta preparando a scendere. La velatura nuvolosa della mattinata si sta diradando e la vista sul Maggiore e sulle montagne innevate che lo contornano si è ulteriormente ampliata.
Alcuni pannelli riportano i nomi delle cime che si scorgono all’orizzonte nonché le indicazione su alcuni luoghi non visibili come ad esempio il Principato di Monaco.
Dopo una sosta di circa 30 minuti riprendiamo il cammino in direzione dell’evidente meta di giornata che appare ben innevata.
Rientriamo in una bella faggeta che ci consente di procedere speditamente grazie al contenuto livello di innevamento. Usciti dal bosco arriviamo all’alpe di Morisciolo che sono le 12; nei pressi dei 3 rustici che compongono l’alpeggio la neve raggiunge una altezza di almeno 30 – 40 cm.
Non ci resta che percorrere un traverso in direzione dell’evidente omino di pietra della Cima d’Orino approfittando di una debole traccia di passaggio. Dopo un breve tratto però la traccia devia decisamente a destra in direzione della massima pendenza e qui, stante anche la maggiore altezza del manto nevoso, fatichiamo parecchio.
Raggiunta la cresta si apre una bella visuale sul lago Maggiore; la traccia prosegue a destra in direzione della cima Sud di Morisciolo mentre noi dobbiamo scendere leggermente per poi risalire la cima in direzione dell’ometto di pietra. Arriviamo finalmente in vetta alle 12.50 dopo aver percorso 5,2 km in 2 ore di marcia e 1h50m di soste.
In realtà, come già ben descritto in altre relazioni, questa è la Cimetta Nord d’Orino, quotata mt 1.820 mentre la vera Cima è posizionata, più in basso, un poco più a sud. E’ però qui che avevamo programmato di arrivare.
La temperatura è gradevole, sarà per la “scaldata” dell’ultimo tratto in salita annaspando tra la neve, e non c’è vento; decidiamo pertanto di fermarci qui a pranzare con una magnifica vista su laghi – si vede anche un tratto del Ceresio – e montagne imbiancate dalla prima neve della stagione.
Dopo aver lasciato traccia del nostro passaggio sull’inumidito libro di vetta – da un paio di mesi sembra che qui nessuno abbia messo piede – riprendiamo il cammino alle 13.40; decidiamo di scendere direttamente in diagonale, fino a completare il traverso che avevamo lasciato in salita, e arriviamo in circa 20 minuti alle baite dell’Alpe di Morisciolo.
Ripercorriamo a ritroso il percorso dell’andata e giungiamo alla capanna Mognone alle 14.35. Qui facciamo una lunga sosta di 50 minuti per crogiolarci un poco al sole sulla comoda seduta di pietra fuori dalla capanna ed abbiamo anche la fortuna di avvistare e fotografare uno splendido esemplare di aquila che volteggia tra il sottostante Piano e le cime che abbiamo appena lasciato.
Considerato che le giornate non sono molto lunghe ci rimettiamo in cammino per immetterci nel bosco e scendere fino ad Arbarello dove alle 16.15 facciamo una ulteriore sosta di una decina di minuti.
Arriviamo all’auto poco prima delle 17, giusto in tempo prima che faccia buio.
Beh che dire, escursione appagante anche se più faticosa di quanto avevamo preventivato; molto belli i colori autunnali del bosco e splendide le viste su cime e lago.
Dati complessivi:
Km percorsi: 10,8;
Tempo marcia: 3h55m;
Tempo sosta: 4h10m;
Ascesa: mt. 1.150 circa;
Velocità media in marcia: 2,8 km/h;
Velocità media totale: 1,3 km/h.
Nello scorso weekend è caduta un po’ di neve in quota e considerato che non abbiamo voglia di dare avvio alla stagione delle ciaspole osserviamo le vicine montagne (il riferimento è da sempre il Generoso) e stimiamo che si può anche arrivare ad una altitudine di circa 1700 metri senza pestare troppa neve; la scelta cade così sulla cimetta d’Orino con passaggio dalla capanna Mognone.
Raggiunta con l’auto la località Monti di Cima, poco sopra il nucleo di case di San Defendente, ci incamminiamo quando mancano pochi minuti alle 9.
Abbandoniamo subito la strada asfaltata che prosegue ulteriormente (una sbarra vieta l’accesso ai non autorizzati) per risalire ripidi ed ampi gradoni nel bosco di castagni, tagliando in diversi punti la strada principale.
Giunti ad un bivio optiamo per il percorso che passa dalla località Arbarello, dove arriviamo alle 9.30. Qui alcuni rustici sono stati molto ben ristrutturati mentre ampio è il panorama sul sottostante Piano di Magadino.
Si riprende a salire nel bosco dove le betulle hanno preso il posto dei castagni; lungo il percorso si incontrano diverse comode fonti d’acqua. Alle 10 transitiamo infatti dalla fontana Biasca prima di risalire l’ultimo tratto di faggeta che ci apre la vista, di fronte a noi, sulle cime d’Erbea e del Gaggio e, volgendo lo sguardo verso sud, sul Ticino che si immette nel lago Maggiore e sulla penisola formata dal delta del Maggia.
I faggi terminano proprio sotto i prati dell’Alpe Mognone dove arriviamo alle 10.45. I tratti non esposti al sole sono innevati nonostante l’altitudine sia inferiore a 1.500 metri. L’alpe è caratterizzata dalla presenza di 3 capanne (Ticino, Sementina e Mognone) che sono gestite dal Patriziato di Sementina; incontriamo un gruppo di ragazze che ha soggiornato alla capanna Mognone e si sta preparando a scendere. La velatura nuvolosa della mattinata si sta diradando e la vista sul Maggiore e sulle montagne innevate che lo contornano si è ulteriormente ampliata.
Alcuni pannelli riportano i nomi delle cime che si scorgono all’orizzonte nonché le indicazione su alcuni luoghi non visibili come ad esempio il Principato di Monaco.
Dopo una sosta di circa 30 minuti riprendiamo il cammino in direzione dell’evidente meta di giornata che appare ben innevata.
Rientriamo in una bella faggeta che ci consente di procedere speditamente grazie al contenuto livello di innevamento. Usciti dal bosco arriviamo all’alpe di Morisciolo che sono le 12; nei pressi dei 3 rustici che compongono l’alpeggio la neve raggiunge una altezza di almeno 30 – 40 cm.
Non ci resta che percorrere un traverso in direzione dell’evidente omino di pietra della Cima d’Orino approfittando di una debole traccia di passaggio. Dopo un breve tratto però la traccia devia decisamente a destra in direzione della massima pendenza e qui, stante anche la maggiore altezza del manto nevoso, fatichiamo parecchio.
Raggiunta la cresta si apre una bella visuale sul lago Maggiore; la traccia prosegue a destra in direzione della cima Sud di Morisciolo mentre noi dobbiamo scendere leggermente per poi risalire la cima in direzione dell’ometto di pietra. Arriviamo finalmente in vetta alle 12.50 dopo aver percorso 5,2 km in 2 ore di marcia e 1h50m di soste.
In realtà, come già ben descritto in altre relazioni, questa è la Cimetta Nord d’Orino, quotata mt 1.820 mentre la vera Cima è posizionata, più in basso, un poco più a sud. E’ però qui che avevamo programmato di arrivare.
La temperatura è gradevole, sarà per la “scaldata” dell’ultimo tratto in salita annaspando tra la neve, e non c’è vento; decidiamo pertanto di fermarci qui a pranzare con una magnifica vista su laghi – si vede anche un tratto del Ceresio – e montagne imbiancate dalla prima neve della stagione.
Dopo aver lasciato traccia del nostro passaggio sull’inumidito libro di vetta – da un paio di mesi sembra che qui nessuno abbia messo piede – riprendiamo il cammino alle 13.40; decidiamo di scendere direttamente in diagonale, fino a completare il traverso che avevamo lasciato in salita, e arriviamo in circa 20 minuti alle baite dell’Alpe di Morisciolo.
Ripercorriamo a ritroso il percorso dell’andata e giungiamo alla capanna Mognone alle 14.35. Qui facciamo una lunga sosta di 50 minuti per crogiolarci un poco al sole sulla comoda seduta di pietra fuori dalla capanna ed abbiamo anche la fortuna di avvistare e fotografare uno splendido esemplare di aquila che volteggia tra il sottostante Piano e le cime che abbiamo appena lasciato.
Considerato che le giornate non sono molto lunghe ci rimettiamo in cammino per immetterci nel bosco e scendere fino ad Arbarello dove alle 16.15 facciamo una ulteriore sosta di una decina di minuti.
Arriviamo all’auto poco prima delle 17, giusto in tempo prima che faccia buio.
Beh che dire, escursione appagante anche se più faticosa di quanto avevamo preventivato; molto belli i colori autunnali del bosco e splendide le viste su cime e lago.
Dati complessivi:
Km percorsi: 10,8;
Tempo marcia: 3h55m;
Tempo sosta: 4h10m;
Ascesa: mt. 1.150 circa;
Velocità media in marcia: 2,8 km/h;
Velocità media totale: 1,3 km/h.
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