Cornizzolo Ventoux
|
||||||||||||||
![]() |
![]() |
Se non fosse per una certa fede verso la Pallacanestro Varese, queste continue scorribande sui monti di Como mi indurrebbero a credermi divenuto comasco, o meglio, Brianzolo. D'altra parte, la mia attività professionale si svolge da quelle parti e, avendo in questa fase dell'anno il mercoledì pomeriggio libero, le alture del triangolo lariano sono diventate il mio parco giochi.
Oggi poi non era proprio possibile esimersi, dato il cielo limpidissimo che mi sovrastava, causa l'intervenuto vento. Scelgo dunque il celebrato monte Cornizzolo e parto da Civate. Lascio l'auto a metà strada verso la frazione Pozzo, raggiungo velocemente il piccolo abitato, supero un agriturismo e procedo in piano su una stradina lastricata. Alla prima deviazione a a sinistra dove un segnavia indica la meta di giornata, mi inoltro nel bosco su per un sentiero piuttosto ripido. Poco dopo, a destra, si alza una traccia che immagino essere una scorciatoia più diretta, mi infilo e pervengo ad un grande masso che da il nome alla località "Al Sasoon".
Continuo a salire, esco dal bosco e la vetta del Cornizzolo che sovrasta la sella dove ha sede il rifugio Consiglieri è ora ben visibile. Notevole è anche la vista sulla Brianza, con i laghi di Pusiano e Annone. Più a est, la scena è dominata da Resegone e Grigne, mentre a sud si fanno vivi tra lo smog i grattacieli di Milano.
Risalgo i pendii sempre abbastanza inclinati e mi immette su una strada asfaltata proprio sotto la vetta che aggiro a pervenire al rifugio dove un buon sentiero risale la facile cresta. Dai primi passi su questo terreno il vento che risale da nord è molto violento e rallenta la progressione ma è a metà cresta che le raffiche si fanno insopportabili. Arrivano come frustate, mi colpiscono violentemente e, in più di un occasione, mi scaraventano a terra lasciandomi senza fiato. Mi devo accasciare a terra per riprendere fiato e le ripartenze sono avvilenti, come se qualcuno mi trattenesse per lo zaino o mi desse spintoni impedendomi di procedere. Alzo lo sguardo, la grande croce del Cornizzolo è a non più di cinque minuti di cammino ma sembra irraggiungibile. Comincio a meditare di abbandonare la salita e mi vien quasi da ridere (o forse da piangere) al pensiero che il vento gelido unito ai crampi non la ha avuta vinta sul Terri e nemmeno al colle Gnifetti quando sollevava nuvole di ghiaccio e invece qui, dove pochi metri più in basso, gioiosi gruppi di pensionati si sfasciano di bianchini, rischio la disfatta. Però, così forte e violento, il vento non l'avevo mai sentito ed è pure questa una lezione di montagna, anche in un easy afternoon Cornizzolo.
Proprio mentre, sdraiato sull'erba sibilante, mi rodo con questi tristi pensieri, un attimo di calma mi ri determina a partire e con quattro salti arrivo in cima dove la furia torna ad espoldere, pertanto giusto il tempo di qualche scatto (con il rischio di veder volar via la macchina fotografica) e sono di nuovo in discesa, dove mi tocca affrontare le medesime difficoltà dell'andata.
Mi sento congelare, così mi concedo un caffè nel tepore del rifugio prima di imboccare il sentiero 10 dietro lo stesso che, superato un primo tratto antipatico, mi conduce agevolmente al magnifico insediamento di San Pietro al Monte, dopo aver disceso la valle dell'Oro (non sono sicuro del nome) nel bosco al riparo del vento che, più su, spira ancora rumorosamente.
Dopo una doverosa visita alla Basilica, mi immetto sulla bella via lastricata dove incontro due "Casoti", tipici ricoveri di montagna di un tempo che fu e in breve ritorno alla località "Al Pozzo", dove chiudo questo bell'anello anche un po' avventuroso, date le condizioni meteo incontrate.
Sviluppo: 8.5 km circa; SE: 17.5 km circa.
Oggi poi non era proprio possibile esimersi, dato il cielo limpidissimo che mi sovrastava, causa l'intervenuto vento. Scelgo dunque il celebrato monte Cornizzolo e parto da Civate. Lascio l'auto a metà strada verso la frazione Pozzo, raggiungo velocemente il piccolo abitato, supero un agriturismo e procedo in piano su una stradina lastricata. Alla prima deviazione a a sinistra dove un segnavia indica la meta di giornata, mi inoltro nel bosco su per un sentiero piuttosto ripido. Poco dopo, a destra, si alza una traccia che immagino essere una scorciatoia più diretta, mi infilo e pervengo ad un grande masso che da il nome alla località "Al Sasoon".
Continuo a salire, esco dal bosco e la vetta del Cornizzolo che sovrasta la sella dove ha sede il rifugio Consiglieri è ora ben visibile. Notevole è anche la vista sulla Brianza, con i laghi di Pusiano e Annone. Più a est, la scena è dominata da Resegone e Grigne, mentre a sud si fanno vivi tra lo smog i grattacieli di Milano.
Risalgo i pendii sempre abbastanza inclinati e mi immette su una strada asfaltata proprio sotto la vetta che aggiro a pervenire al rifugio dove un buon sentiero risale la facile cresta. Dai primi passi su questo terreno il vento che risale da nord è molto violento e rallenta la progressione ma è a metà cresta che le raffiche si fanno insopportabili. Arrivano come frustate, mi colpiscono violentemente e, in più di un occasione, mi scaraventano a terra lasciandomi senza fiato. Mi devo accasciare a terra per riprendere fiato e le ripartenze sono avvilenti, come se qualcuno mi trattenesse per lo zaino o mi desse spintoni impedendomi di procedere. Alzo lo sguardo, la grande croce del Cornizzolo è a non più di cinque minuti di cammino ma sembra irraggiungibile. Comincio a meditare di abbandonare la salita e mi vien quasi da ridere (o forse da piangere) al pensiero che il vento gelido unito ai crampi non la ha avuta vinta sul Terri e nemmeno al colle Gnifetti quando sollevava nuvole di ghiaccio e invece qui, dove pochi metri più in basso, gioiosi gruppi di pensionati si sfasciano di bianchini, rischio la disfatta. Però, così forte e violento, il vento non l'avevo mai sentito ed è pure questa una lezione di montagna, anche in un easy afternoon Cornizzolo.
Proprio mentre, sdraiato sull'erba sibilante, mi rodo con questi tristi pensieri, un attimo di calma mi ri determina a partire e con quattro salti arrivo in cima dove la furia torna ad espoldere, pertanto giusto il tempo di qualche scatto (con il rischio di veder volar via la macchina fotografica) e sono di nuovo in discesa, dove mi tocca affrontare le medesime difficoltà dell'andata.
Mi sento congelare, così mi concedo un caffè nel tepore del rifugio prima di imboccare il sentiero 10 dietro lo stesso che, superato un primo tratto antipatico, mi conduce agevolmente al magnifico insediamento di San Pietro al Monte, dopo aver disceso la valle dell'Oro (non sono sicuro del nome) nel bosco al riparo del vento che, più su, spira ancora rumorosamente.
Dopo una doverosa visita alla Basilica, mi immetto sulla bella via lastricata dove incontro due "Casoti", tipici ricoveri di montagna di un tempo che fu e in breve ritorno alla località "Al Pozzo", dove chiudo questo bell'anello anche un po' avventuroso, date le condizioni meteo incontrate.
Sviluppo: 8.5 km circa; SE: 17.5 km circa.
Tourengänger:
rochi

Communities: Hikr in italiano
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (6)