Sul crinale Tosco-Emiliano... in the fog! Giro parzialmente ad anello.
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Ciao Marica, che si fa sto uikkend? Marica: facciamo un giro dai…
Ok, ma dove, visto che il tempo è una chiavica? Io la butto lì: Parco dei 100 Laghi, va bene? 3bmeteo da bel tempo in Emilia. Marica: ok, vai con i 100 Laghi. Vedo chi vuol venire, non so se siamo in 3 /4 o 5…
Dopo questa breve premessa, stamani Marica, si presenta sola al posto dove ci s’incontra di solito, abbracci/baci e siamo pronti per partire; sono le 6.15 e la strada è tanta per arrivare al Lago di Ballano. La mia “socia”è carica come una molla e ha uno strano sorriso beffardo, e nonostante utilizziamo la sua auto, prima di partire mi dice: Dome, guida tu, io devo fare un paio di cose…
Ok, a me piace guidare, figurati. Accendo e parto di scatto, all’improvviso Marica, abbassa il finestrino laterale e si sporge col braccio, lo piega delicatamente e… nel classico “gesto dell’ombrello” comincia ad inveire a pieni polmoni; tiè tempo di merda, tiè Lombardia con i tuoi temporali di sta cippa, fanculo a tutti… Noi andiamo incontro al Soleeeee! Yahuuuuu
Porca boia, Mari è impazzita…
Con l’entusiasmo di una comitiva di bambini che va a Gardaland, in auto ce la raccontiamo, e visto che ci saranno almeno 2h45 di catrame , il tempo in qualche maniera deve passare, quindi, di cose serie alle 6 del mattino, oggi non se ne sentono. Arrivati in fondo alla Val Parma, i segnali per il Lago di Ballano si perdono, anzi, non se ne trovano, sfrucugliamo tutta la zona in cui crediamo di trovare il lago, ma niente… siamo allo sbaraglio. Che si fa? Lungo la strada, incrociamo un bergamasco (!!!) che ci da la dritta giusta, seguiamo i suoi consigli, e in 10 minuti siamo al Lago. 3h30 di viaggio… ma porc…
Il Sole che ci aveva accompagnato da Parma, ora è un po’ offuscato dalle nuvole, e la temperatura, non è proprio quella di fine Giugno, ma noi abbiamo in mente di fare il giro stabilito e nulla ci può fermare! Hemmm…
Dal Lago di Ballano (1325 mt), seguiamo il N° 707 che attraversa una bella faggeta per arrivare in breve tempo a Prato Spillo, da lì, risaliamo per 150 mt la pista da sci e poi imbocchiamo sulla nostra Sx, il sentiero 703 A che con discreta pendenza e sempre in una bella faggeta, ci porta velocemente al Lago Palo(1511 mt). Da qua, cominciamo a vedere il crinale che dobbiamo effettuare, il vento è forte e le nuvole ogni tanto coprono le cime. Ma il Sole? Già…
Costeggiamo il lago seguendo la traccia bianco/rossa, risaliamo distese di mirtilli e lamponi, e sbuchiamo in prossimità del bivio con il 703 B; lì troviamo una coppia di escursionisti toscani che conosce bene la zona , scambiamo quattro chiacchere e ci salutiamo, non prima di averci avvisato che fare il crinale in queste condizioni è pericoloso… Quali condizioni? Eh già, il tempo è cambiato rapidamente, il Sole è coperto da nuvole, che velocemente, scavallano il crinale per perdersi altrettanto velocemente sul fondo valle. Questa, è la famosa aria di mare che attraversa tutta la Valparma, un’aria perfetta per la stagionatura dei prosciutti. Sic!
Ma noi? Dal bivio decidiamo di portarci alla Sella Canuti, che raggiungiamo in 10 minuti mediante mezzacosta semi riparata dalle folate di vento, e poi da lì, prendiamo il crinale 00 che ci porterà su diverse cime.
Marica mi guarda un po’ perplessa, il vento forte la infastidisce molto e l’idea di fare un crinale così impegnativo ed in mezzo alle nuvole, non la convince troppo… La capisco, va bene il rischio, ma qua si va a mettere i piedi in zone a noi sconosciute, con alcuni tratti su roccette e tracce di sentiero decisamente esposte! Ci consultiamo un po’, e dopo poco mi dice: ok, proseguiamo, ma fai strada tu… Vabbuò amica mia… Invoco la protezione di Fracazzo da Velletri e comincio a tirare come Nairo Quintana!
Da Sella Canuti seguiamo le indicazioni poste su palina, imbocchiamo il lungo crinale e procediamo a passo costante ma non velocissimo; le fitte nuvole, non ci permettono di vedere a più di 30 mt di distanza, e solo in alcuni casi provvidenziali, riusciamo a capire dove e come il sentiero proseguirà la sua corsa.
Seguendo sempre lo stretto crinale, affrontiamo il primo strappo, in cima, una palina “non ufficiale” ci avvisa che siamo sulla Cima Canuti, bene. Mo si perde quota, sbalziamo un po’ sulle roccette sino ad arrivare su uno dei tanti forcellini, da qua in maniera ripida affrontiamo la salita, in cima un’altra palina sfigata, ci dice che siamo sulla Cima Canuti Ovest! Ottimo, ma sulla cartina tutte ste cime non sono riportate… vabbè.
Ci fermiamo un’attimo e ci copriamo il più possibile; Marica è ben equipaggiata, io al contrario, sono vestito come uno che deve affrontare le spiagge di Calasetta, mi mancano solo le pinne e avrei potuto fare tranquillamente un altro sport! Si ridiscende, e aggrappandoci su grandi massi perdiamo quota, forcellino, e via per l’ennesimo strappo, camminando ora a Dx ora a Sx delle rocce sommitali, su fievoli tracce di sentiero assai esposte, e colpiti pesantemente da questa specie di vento Zefiro che ci fa perdere un poco di equilibrio. Arrivati sulla terza cima, sulla palina c’è scritto… neanche a dirlo… Cima Canuti (1743 mt)!!! Praticamente attaccata, c’è la Cima Pitturina.
Porca miseria, e no è… Io e Marica ci guardiamo perplessi mentre penso a voce alta: cazzo, a sto Nazzareno Canuti gli hanno dedicato già tre Cime e non è ancora morto, ma come si fa? Tra l’altro faceva pure cacare come terzino… Marica: scusa? Io: niente, parlavo di calcio…
Ormai il freddo ha penetrato le nostra ossa, i miei occhiali sono appannati e le nuvole non ci mollano, ma ancora una volta decidiamo di proseguire… anche perché… in quel punto di alternative non ce ne sono! Scesi in maniera ripida alla Foce Branciola (1685 mt), facciamo un brainstorming, davanti a noi c’è la salita per il Monte Bocco ma le nuvole nascondono questa altra nostra meta; l’aria e il freddo si fanno ancora più pungenti, cosicchè, decidiamo di accorciare la nostra escursione. Proprio lì vicino, c’è una costruzione in cemento che serve da terminale per una cabinovia, e noi decidiamo, che quello è il posto ideale per poter mangiare al riparo da questa fottuta buriana. 2h35 dalla partenza.
Infreddoliti, ingurgitiamo il nostro cous cous vegano, frutta e dolce, osserviamo un po’ affranti le nuvole cariche di umidità che continuano a ricoprire le cime, ma riusciamo comunque a fare due risate… e che diamine, perché rischiare l’assideramento? A fine Giugno? Sugli Appennini? Ma dai… ah ah ah In fondo un bel giretto sino ad ora l’abbiamo fatto, che altro volere se non tornare a casa senza rovinarci la giornata?
Adesso che è ora di tornare alla macchina, seguiamo la pista da sci che in breve tempo ci riporta a Prato Spillo, da qua, imbocchiamo il 707 che in 15 minuti ci fa giungere al Lago Ballano. Fine.
Da qua sino a Piacenza, un Sole dai raggi cocenti ci fa burlona compagnia, raggi cocenti che alcune volte prendono la forma di “dito medio”. Cara Marica, chi di “ombrello” ferisce, di “dito medio” perisce… la prossima volta cerchiamo di stare “schisci”!!!
Nota 1: Bel giro parzialmente ad anello, peccato non aver potuto ammirare la Lunigiana, la Liguria e uno spicchio del suo mare… ma per oggi va bene così, in futuro concluderemo l’escursione come da programma. 3h30 di cammino per 750 mt circa di dislivello.
Nota 2 : Una sonora pernacchia a chi ha redatto le previsioni Meteo, se scopro dove vive, gli buco le gomme, gli metto la sabbia nel serbatoio e infine gli rigo il cofano…
Marica: se lo becco io invece , gli grido : Sciocchino! Sic…
Nota 3: Null’altro da aggiungere se non un Grazie a Marica per avermi fatto compagnia in questa nuova escursione… Nonostante il clima, l’allegria non è mai venuta meno. L’altro Grazie, lo rivolgo alla mia signora che mi ha sostituito in alcuni importanti compiti parentali.
A la Prochaine. Domenico e Olmo
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