Cima di Lemma Laghi del Porcile Val Tartano
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Strana la poca presenza della Val di Tartano all'interno di Hikr...
D'accordo che il posto è remoto e che la strada, attorcigliata su di un lato della Valtellina, non aiuta, d'accordo che le mete valtellinesi sono meno frequentate dagli hikriani rispetto ad altre di più facile accesso e popolarità.
Però trovare solo un paio di salite invernali, una autunnale e una in tedesco non me l'aspettavo....
E ammetto che la cosa mi ha incuriosito ed è stato uno dei motivi che mi ha spinto ad andare a curiosare da quelle parti visto che, io per primo, sono sempre passato via dritto, scotomizzando questo mondo remoto.
La strada è a tornanti ma bella e larga e non molto frequentata. A Tartano arriva il pulman di linea e in valle esistono alcuni alberghi moderni. La strada dopo Tartano è percorribile anche da auto non troppo basse e, ad Arale, il parcheggio è facile, sia all'ultimo slargo o appena 100 m prima.
Insolita la completa assenza di segnalazioni e il sentiero si trova solo dopo alcune titubanze (e cerco di aiutare eventuali ripetitori con una fotografia). Non prendere il ponte che attraversa il torrente, salire e superare il tornante della strada cementata e, all'altezza di una fonte con panche, inizia un bel sentiero con bolli. Si passa un cartello del Parco delle Orobie Valtellinesi, un'alpe, una vasca vuota, un ponte cementato, si passa accanto ad due belle cascate, si sale uno scalino roccioso, attraversando un bel bosco di abeti, e si arriva a Casera di Porcile m.1809. Attraversare il torrente dove si vede scritto "laghi" su un masso nel prato di fronte e seguire i bolli. Alla Baita Lares, m 1900, non prendere il sentiero principale a destra che porterebbe direttamente al Passo di Tartano ma salire una traccia a sinistra che, salendo vari ripiani erbosi e a piodate, porta al primo lago a m2005. Si prosegue, verso SudEst e in pochi minuti si arriva al Lago Grande di Porcile.
Il posto è splendido con prati e piode e fiori e acqua che, non ci fossero ancora iceberg e un bel venticello, inviterebbe ad un bagno meraviglioso.
Il Lago Superiore è proprio al di sopra della bancata verso sud ed è raggiungibile in maniera comoda. Quì, a 2095m, l'ambiente è più alpino con cime e rocce che sprofondano nel ghiaccio.
Attraversando verso Ovest una traccia porta ad affacciarsi, tramite una bocchetta, sulla bergamasca e sugli impianti di San Simone e sulle zone antropizzate circostanti.
Un sentiero in costa supera alcune fortificazioni della Linea Cadorna, risalenti a un secolo fa, e arriva al Passo di Tartano a m 2108 (calcolare 1,45 dall'auto se si va direttamente al passo, un'ora in più comprendendo il giro dei laghi).
Un comodo sentiero segnalato in costa porta, con qualche risvolto e in 30 minuti circa, alla sella tra le due Cime di Lemma e poi alla più alta a m. 2348. Panorama molto ampio con le classiche cime retiche, le cime dell'alta val Brembana e della Val Gerola. Possibilità di scendere, volendo fare un giro ad anello, in Val di Lemma per arrivare in Val Corta e a Tartano ma con il problema di recuperare l'auto alla fine della Val Lunga. Noi, più modestamente, siamo riscesi al Passo di Tartano (neve abbondante nei versanti a nord) e, ignorando il sentiero che riportava a Baita Lares e al sentiero di salita, abbiamo puntato direttamente verso il basso seguendo le indicazioni di un gruppetto di locals. La traccia è virtuale e si attraversano campi sterminati di maloss (ontani) e rododendri, si intuisce il modo di passare un torrente e un paio di boschi e si arriva dalll'altra parte del ponte di legno al posto di partenza. Sconsiglio questa variante.
Gita non faticosa, laghi bellissimi da consigliare, sole sulle Retiche ma nuvolaglia dalle Orobie, in compagnia di Paolo e Giuseppe.
PS: le segnalazioni, scarsissime in zona Tartano, diventano abbondanti ed esaustive (merito dei bergamaschi, penso...) dalla zona dei laghi e lungo la linea spartiacque con bolli, paline e frecce.
D'accordo che il posto è remoto e che la strada, attorcigliata su di un lato della Valtellina, non aiuta, d'accordo che le mete valtellinesi sono meno frequentate dagli hikriani rispetto ad altre di più facile accesso e popolarità.
Però trovare solo un paio di salite invernali, una autunnale e una in tedesco non me l'aspettavo....
E ammetto che la cosa mi ha incuriosito ed è stato uno dei motivi che mi ha spinto ad andare a curiosare da quelle parti visto che, io per primo, sono sempre passato via dritto, scotomizzando questo mondo remoto.
La strada è a tornanti ma bella e larga e non molto frequentata. A Tartano arriva il pulman di linea e in valle esistono alcuni alberghi moderni. La strada dopo Tartano è percorribile anche da auto non troppo basse e, ad Arale, il parcheggio è facile, sia all'ultimo slargo o appena 100 m prima.
Insolita la completa assenza di segnalazioni e il sentiero si trova solo dopo alcune titubanze (e cerco di aiutare eventuali ripetitori con una fotografia). Non prendere il ponte che attraversa il torrente, salire e superare il tornante della strada cementata e, all'altezza di una fonte con panche, inizia un bel sentiero con bolli. Si passa un cartello del Parco delle Orobie Valtellinesi, un'alpe, una vasca vuota, un ponte cementato, si passa accanto ad due belle cascate, si sale uno scalino roccioso, attraversando un bel bosco di abeti, e si arriva a Casera di Porcile m.1809. Attraversare il torrente dove si vede scritto "laghi" su un masso nel prato di fronte e seguire i bolli. Alla Baita Lares, m 1900, non prendere il sentiero principale a destra che porterebbe direttamente al Passo di Tartano ma salire una traccia a sinistra che, salendo vari ripiani erbosi e a piodate, porta al primo lago a m2005. Si prosegue, verso SudEst e in pochi minuti si arriva al Lago Grande di Porcile.
Il posto è splendido con prati e piode e fiori e acqua che, non ci fossero ancora iceberg e un bel venticello, inviterebbe ad un bagno meraviglioso.
Il Lago Superiore è proprio al di sopra della bancata verso sud ed è raggiungibile in maniera comoda. Quì, a 2095m, l'ambiente è più alpino con cime e rocce che sprofondano nel ghiaccio.
Attraversando verso Ovest una traccia porta ad affacciarsi, tramite una bocchetta, sulla bergamasca e sugli impianti di San Simone e sulle zone antropizzate circostanti.
Un sentiero in costa supera alcune fortificazioni della Linea Cadorna, risalenti a un secolo fa, e arriva al Passo di Tartano a m 2108 (calcolare 1,45 dall'auto se si va direttamente al passo, un'ora in più comprendendo il giro dei laghi).
Un comodo sentiero segnalato in costa porta, con qualche risvolto e in 30 minuti circa, alla sella tra le due Cime di Lemma e poi alla più alta a m. 2348. Panorama molto ampio con le classiche cime retiche, le cime dell'alta val Brembana e della Val Gerola. Possibilità di scendere, volendo fare un giro ad anello, in Val di Lemma per arrivare in Val Corta e a Tartano ma con il problema di recuperare l'auto alla fine della Val Lunga. Noi, più modestamente, siamo riscesi al Passo di Tartano (neve abbondante nei versanti a nord) e, ignorando il sentiero che riportava a Baita Lares e al sentiero di salita, abbiamo puntato direttamente verso il basso seguendo le indicazioni di un gruppetto di locals. La traccia è virtuale e si attraversano campi sterminati di maloss (ontani) e rododendri, si intuisce il modo di passare un torrente e un paio di boschi e si arriva dalll'altra parte del ponte di legno al posto di partenza. Sconsiglio questa variante.
Gita non faticosa, laghi bellissimi da consigliare, sole sulle Retiche ma nuvolaglia dalle Orobie, in compagnia di Paolo e Giuseppe.
PS: le segnalazioni, scarsissime in zona Tartano, diventano abbondanti ed esaustive (merito dei bergamaschi, penso...) dalla zona dei laghi e lungo la linea spartiacque con bolli, paline e frecce.
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