Grona (1736m)- Centro Lario
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Rapida puntatina pomeridiana alla Grona. Questa cima ha caratteristiche che la rendono molto frequentata: un ambiente spettacolare fra pinnacoli e guglie calcaree, una vista mozzafiato tra Lario e Ceresio, qualche difficoltà tecnica che rendono appagante la sua ascensione. La presenza di una impegnativa ferrata e di un rifugio sul percorso sono elementi in più.
Fino ad una quindicina di anni fa la Grona era la meta preferita delle mie escursioni essendo vicino a casa. . Allora andavo in montagna per allenamento e le mie uscite si limitavano a poche mete. Dopodiché ho allargato gli orizzonti.
Lascio la macchina al posteggio (1089) al termine della strada dei Monti di Breglia. L'ultimo tratto, sterrato, è pieno di buche e occorre prestare attenzione. Inizio la salita su un sentiero in un bosco di betulle. Ricordo che vent'anni fa non c'era il bosco ma una distesa di felci e ginestre. Probabilmente a causa di frequenti incendi la vegetazione si limitava ad arbusti. Dall'ultimo incendio, disastroso, del 1997 il bosco ha iniziato a crescere.
Raggiungo un bivio dove tengo la destra sulla via panoramica per il Rifugio Menaggio. Al bivio successivo ignoro la direzione del Bregagno ma piego a sinistra sul sentiero pianeggiante che mi porta al Rifugio Menaggio (1373). La salita alla cima la faccio sulla "direttissima" che sale zigzagando in un canalone. In alcuni tratti sulle rocce calcaree è necessario l'aiuto delle mani. Il torrione sommitale è attrezzato con una corda d'acciaio che conduce alla croce di vetta della Grona (1736). Tornato alla base del torrione piego a sinistra sul sentiero per la Forcoletta. Non seguo il sentiero segnato ma seguo una traccia che sale e scende sulla cresta. Scendo al passo della Forcoletta (1611) dove l'ambiente montano cambia decisamente. Dopo le aspre rocce calcaree, abbellite da una gran quantità e varietà di fiori alpini ora mi sposto tra dolci mottoni costituiti da rocce scistose tra tappeti di mirtilli e cespugli di rododendri. Dopo qualche saliscendi arrivo alla chiesetta di Sant'Amate (1623). Il tempo volge al brutto: salgono le nebbie e si sentono tuoni in avvicinamento per cui non mi attardo. Scendo sul sentiero che taglia la costa e si reimmette sul bivio prima del rifugio, ritrovando il percorso di salita.
Nonostante le condizioni meteo che hanno celato le ampie panoramiche ho riscoperto una bella gita con aspetti naturalistici che nelle mie prime frequentazioni non avevo notato.
Partecipanti: Dario.
Tempi di percorrenza: 30' al rifugio, 1h00' alla Grona, 57' la discesa. Totale 1h57'
Lunghezza del percorso: 6,6km
Meteo: Nuvoloso, nebbie a tratti, senza pioggia.
Fino ad una quindicina di anni fa la Grona era la meta preferita delle mie escursioni essendo vicino a casa. . Allora andavo in montagna per allenamento e le mie uscite si limitavano a poche mete. Dopodiché ho allargato gli orizzonti.
Lascio la macchina al posteggio (1089) al termine della strada dei Monti di Breglia. L'ultimo tratto, sterrato, è pieno di buche e occorre prestare attenzione. Inizio la salita su un sentiero in un bosco di betulle. Ricordo che vent'anni fa non c'era il bosco ma una distesa di felci e ginestre. Probabilmente a causa di frequenti incendi la vegetazione si limitava ad arbusti. Dall'ultimo incendio, disastroso, del 1997 il bosco ha iniziato a crescere.
Raggiungo un bivio dove tengo la destra sulla via panoramica per il Rifugio Menaggio. Al bivio successivo ignoro la direzione del Bregagno ma piego a sinistra sul sentiero pianeggiante che mi porta al Rifugio Menaggio (1373). La salita alla cima la faccio sulla "direttissima" che sale zigzagando in un canalone. In alcuni tratti sulle rocce calcaree è necessario l'aiuto delle mani. Il torrione sommitale è attrezzato con una corda d'acciaio che conduce alla croce di vetta della Grona (1736). Tornato alla base del torrione piego a sinistra sul sentiero per la Forcoletta. Non seguo il sentiero segnato ma seguo una traccia che sale e scende sulla cresta. Scendo al passo della Forcoletta (1611) dove l'ambiente montano cambia decisamente. Dopo le aspre rocce calcaree, abbellite da una gran quantità e varietà di fiori alpini ora mi sposto tra dolci mottoni costituiti da rocce scistose tra tappeti di mirtilli e cespugli di rododendri. Dopo qualche saliscendi arrivo alla chiesetta di Sant'Amate (1623). Il tempo volge al brutto: salgono le nebbie e si sentono tuoni in avvicinamento per cui non mi attardo. Scendo sul sentiero che taglia la costa e si reimmette sul bivio prima del rifugio, ritrovando il percorso di salita.
Nonostante le condizioni meteo che hanno celato le ampie panoramiche ho riscoperto una bella gita con aspetti naturalistici che nelle mie prime frequentazioni non avevo notato.
Partecipanti: Dario.
Tempi di percorrenza: 30' al rifugio, 1h00' alla Grona, 57' la discesa. Totale 1h57'
Lunghezza del percorso: 6,6km
Meteo: Nuvoloso, nebbie a tratti, senza pioggia.
Tourengänger:
morgan

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