Val Breguzzo, una valle selvaggia.
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Dal monte Cengledino(vedi relazione) potevamo vedere questa bellissima valle che termina con un imponente nevaio e la sovrastante cima del Cup di Breguzzo.
Bene, con Irene decidiamo di farci un salto sabato, anche confortati da un meteo non troppo severo, per vedere dal rifugio Tavena la possibilità di fare un giro su questa parte delle Giudicarie così selvagge e attraversate da imponenti cascate d'acqua.
Dunque siamo a Ponte Pianone dopo aver superato un tratto di strada inondata da letame caduto da uno spargiletame cui la sponda posteriore era chiusa male; questo per gli antichi Romani avrebbe rappresentato un segnale inquietante : "giornata di m...a?".
Partiamo per una bella strada forestale che si inerpica per l'ultimo tratto della valle, lateralmente alcune convalli presentano lingue sempre più lunghe ed inquietanti di vecchie slavine.
Dopo Malga Acquastone sbattiamo sulla cruda realtà di questo inverno estremamente nevoso, grosse slavine invadono la strada facendola scomparire per 100-200 metri, questo ci costringe a lunghi aggiramenti e procedere con cautela per la presenza di ponti di neve vecchia con sottostante scorrimento d'acqua.
Alla fine siamo al rifugio ancora chiuso, attorno a noi nubi basse che a volte si aprono e ci offrono lo spettacolo di nevai ancora poderosi lassù sui 2400-2900 metri.
Mangiamo e poi prendiamo la via del ritorno, giunti alla Malga giriamo per un sentiero alternativo che porta a delle belle cascate, poi proseguiamo per la destra orografica e qui i problemi si complicano per la presenza di una vecchia slavina che ci sbarra il sentiero; dobbiamo aggirarlo scendendo fino all'argine del ruscello e risalirlo fra rovi, alberi abbattuti, tronchi sassi e massi; ma alla fine, mentre non contenti riceviamo un bel saluto da giove pluvio, siamo alla macchina.
Bene, Val Breguzzo, ci rivedremo, magari con un clima un pò più "secco".
Il T3 l'ho dato in merito all'impegno per aggirare le slavine, altrimenti un T2.
Bene, con Irene decidiamo di farci un salto sabato, anche confortati da un meteo non troppo severo, per vedere dal rifugio Tavena la possibilità di fare un giro su questa parte delle Giudicarie così selvagge e attraversate da imponenti cascate d'acqua.
Dunque siamo a Ponte Pianone dopo aver superato un tratto di strada inondata da letame caduto da uno spargiletame cui la sponda posteriore era chiusa male; questo per gli antichi Romani avrebbe rappresentato un segnale inquietante : "giornata di m...a?".
Partiamo per una bella strada forestale che si inerpica per l'ultimo tratto della valle, lateralmente alcune convalli presentano lingue sempre più lunghe ed inquietanti di vecchie slavine.
Dopo Malga Acquastone sbattiamo sulla cruda realtà di questo inverno estremamente nevoso, grosse slavine invadono la strada facendola scomparire per 100-200 metri, questo ci costringe a lunghi aggiramenti e procedere con cautela per la presenza di ponti di neve vecchia con sottostante scorrimento d'acqua.
Alla fine siamo al rifugio ancora chiuso, attorno a noi nubi basse che a volte si aprono e ci offrono lo spettacolo di nevai ancora poderosi lassù sui 2400-2900 metri.
Mangiamo e poi prendiamo la via del ritorno, giunti alla Malga giriamo per un sentiero alternativo che porta a delle belle cascate, poi proseguiamo per la destra orografica e qui i problemi si complicano per la presenza di una vecchia slavina che ci sbarra il sentiero; dobbiamo aggirarlo scendendo fino all'argine del ruscello e risalirlo fra rovi, alberi abbattuti, tronchi sassi e massi; ma alla fine, mentre non contenti riceviamo un bel saluto da giove pluvio, siamo alla macchina.
Bene, Val Breguzzo, ci rivedremo, magari con un clima un pò più "secco".
Il T3 l'ho dato in merito all'impegno per aggirare le slavine, altrimenti un T2.
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