Monte Cevedale (m 3769)

http://www.hikr.org/tour/post79144.html

La salita al Monte Cevedale l'avevamo già tentata il sabato precedente, ma a quota 3587 abbiamo dovuto desistere a causa della scarsa (diciamo pure nulla) visibilità. Oggi ci accorgeremo di quanto vicini alla cima eravamo.
Come da previsioni questa mattina il cielo è sereno, non c'è neppure una nube; purtroppo dalle creste si solleva neve: vento in quota!
Partiamo fiduciosi.
 
Difficoltà.       BSA (PD+). Si svolge in ambiente glaciale. Crepacci, compreso il terminale, ancora chiusi, e la nevicata dei giorni precedenti ha data una mano. Unica difficoltà incontrata è stato il forte vento, in particolare sulla cresta in prossimità della vetta. Un po' di ghiaccio sulla cresta messo a nudo dal vento. Non è stato necessario l'utilizzo dei rampant: nei punti più ostici è bastato far lavorare le lamine.

Quota massima:  m 3769, a qualche decina di metri dalla vetta. Questa è la quota che segnale il GPS, anche se non sono arrivato proprio alla croce; l'altimetro da polso segnava m 3758.

Sviluppo:  km 10,9

Tempo totale, comprese le soste:   6^h 15'

Tempo di salita:       3^h 30'

Tempo di discesa:   1^h 30'

Percorso.       Dal rifugio si segue la linea elettrica (direzione nord-est) fino quasi a raggiungere la stazione a
valle della teleferica del Rifugio Casati.  Si svolta a destra (direzione sud-est) e ci si inoltra nel vallone che porta al ghiacciaio del Cedec. Lo si risale tenendosi leggermente a sinistra fino a raggiungere un piano a quota 3200. Rispetto a sabato ci teniamo più verso il centro della vedretta e la progressione risulta più regolare e veloce.
Superiamo il tratto ripido sul lato sinistro (senso di marcia) della seraccata, con solo tre ripidi traversi: il gruppo che ci precede e che fa la traccia non ama le inversioni!.
Fino ad ora siamo rimasti protetti dal vento, ma raggiunto il sovrastante pianoro sopra quota 3500, si fa sentire con tutta la sua forza.  La salita dell'ultimo ripido pendio è tormentata da forti raffiche; ma non è nulla al confronto di quello che ci aspetta in cresta.
Nessun problema per superare la crepacciata terminale, che è ben coperta e appena percettibile.
Sbucati in cresta, come detto, il vento si fa impetuoso e ti lancia pezzi di neve addosso. Avvolti in un turbine di neve procediamo barcollanti verso la vetta. Sopraffatti dalle violente raffiche ci fermiamo un po' prima della croce di vetta. Secondo il gps siamo a m 3769 (in vetta), l'altimetro da polso segna 11 metri meno.
 
La discesa inizia nel momento di maggiore violenza, si fatica ad imboccare il pendio controvento. Ci si abbassa un po' con un traverso, una curva, un lungo traverso, un altro paio di curve e, finalmente, il tratto ripido è superato e ci si ritrova appena sopra il piano, in una zona dove il vento è più sopportabile. Per il resto si percorre la traccia di salita.

Meteo.            Cielo sereno; temperatura in calo (alla partenza -8° C); forte vento da ovest: in quota molto forte (velocità stimata in almeno km/h 80).

Neve.  Strato di neve fresca di circa cm 10/15 di spessore sul fondo pre-esistente: condizioni ideali per una divertente sciata.

Compagni:    Andrea e Enzo.