Pizzo Ledù m 2503
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Vi sono in rete e anche su Hikr, alcune relazioni della salita. La maggior parte parte dalla cosiddetta Bocchetta della Ferrata, sulla Alta Via del Lario, con varianti più o meno laboriose sia di salita che di discesa. Qui voglio descrivere quella che Gogna, nella sua Guida dei Monti d'Italia, definisce la "vera" via normale con, come variante, una veloce via di discesa che spiegherò.
Portare corda 50m, cordini e qualche rinvio. Necessaria una discesa in corda doppia e assenza completa di vertigini.
Da Pra Pinciè un buon sentiero segnalato porta dopo quasi due h allo splendido terrazzo dell'Alpe di Campo m1652. Da lì si rimonta il motto granitico sulla dx, sempre seguendo i bolli e a risvolti si arriva al ghiaione verso la Bocchetta del Cannone. Facile trovare neve ad inizio stagione, altrimenti stare di preferenza sulla sin per trovare terreno più compatto.
Alla Bocchetta m2260, circa 3,5h dall'auto, ci si affaccia sul lago Ledù, sul bivacco e sul lago di Como. Questa immagine vale da sola la gita e, chi vuole, può scendere i 50m verso il lago e il bivacco e fare il bagno. Ulteriore alternativa è la salita alla montagna alla dx di chi arriva alla Bocchetta, Pizzo Rabbi, m2470, iniziando a salire a sin della pala ghiaiosa per poi attraversare verso dx e arrivare in cima. Panorama spaziale se la giornata è senza foschia.
Gli interessati al Ledù invece, non perdendo quota, traversano verso sin fino a trovare, dopo 5-10 minuti, i segnali della Alta via del Lario. Seguire i segnali per una mezz'ora fino a trovarsi all'interno del circo della parete. La parete ricorda, con le debite proporzioni, per la struttura, la sud del Cengalo: dalla cima pendii invitanti verso il basso ma alla base una scogliera verticale. L'unico punto debole si trova
sulla sin del circo, a dx della verticale del primo torrione. Si sale un canale sassoso fino a trovare sulla dx una cengia erbosa tramite la quale si arriva sulla cresta. Qui si inizia a traversare per cresta e lame, con roccia spesso ottima, fino al punto più emozionante, una lama da fare a cavalcioni e disarrampicare quando inizia a scendere fino ad un intaglio (II+). A quel punto, dopo aver salito e sceso un altro risalto si sale per roccette in vetta.
Posto splendido e arrampicata molto plaisir...
Per la discesa il Gogna suggerisce il ritorno dalla via di salita con calata di una ventina di metri dalla cresta al canale sassoso.
Invece vi spiego come abbiamo fatto, guadagnando in tempo e sicurezza.
Mi sono affidato alla descrizione di un'altra salita (trovata su Hikr a firma Helis-Silvia) di alpinisti avventuratesi, dopo la vetta, sul versante sud e scesi infine dalla parete verticale con una doppia dal punto più basso, lasciando un cordino su di uno sperone. Fidandomi, sono sceso, per balze erbose e affioramenti rocciosi, a sin faccia a valle della verticale della vetta fino al punto più basso. Trovata la sosta con un cordino bello sano, una doppia di 25m ci portava esattamente alla base della parete. Il punto di sosta non era esaltante e verificatelo ogni volta perchè lo spuntone sembra incastrato ma non "fuso" nella parete rocciosa. Casomai non vi piacesse, circa 5m a monte c'è una lama più rassicurante, ma a quel punto rischiate, se avete solo una corda di 50m di non arrivare in fondo. Lasciato il cordino originale in sede.
Salita faticosissima ma fantastica con Fabio.
Portare corda 50m, cordini e qualche rinvio. Necessaria una discesa in corda doppia e assenza completa di vertigini.
Da Pra Pinciè un buon sentiero segnalato porta dopo quasi due h allo splendido terrazzo dell'Alpe di Campo m1652. Da lì si rimonta il motto granitico sulla dx, sempre seguendo i bolli e a risvolti si arriva al ghiaione verso la Bocchetta del Cannone. Facile trovare neve ad inizio stagione, altrimenti stare di preferenza sulla sin per trovare terreno più compatto.
Alla Bocchetta m2260, circa 3,5h dall'auto, ci si affaccia sul lago Ledù, sul bivacco e sul lago di Como. Questa immagine vale da sola la gita e, chi vuole, può scendere i 50m verso il lago e il bivacco e fare il bagno. Ulteriore alternativa è la salita alla montagna alla dx di chi arriva alla Bocchetta, Pizzo Rabbi, m2470, iniziando a salire a sin della pala ghiaiosa per poi attraversare verso dx e arrivare in cima. Panorama spaziale se la giornata è senza foschia.
Gli interessati al Ledù invece, non perdendo quota, traversano verso sin fino a trovare, dopo 5-10 minuti, i segnali della Alta via del Lario. Seguire i segnali per una mezz'ora fino a trovarsi all'interno del circo della parete. La parete ricorda, con le debite proporzioni, per la struttura, la sud del Cengalo: dalla cima pendii invitanti verso il basso ma alla base una scogliera verticale. L'unico punto debole si trova
sulla sin del circo, a dx della verticale del primo torrione. Si sale un canale sassoso fino a trovare sulla dx una cengia erbosa tramite la quale si arriva sulla cresta. Qui si inizia a traversare per cresta e lame, con roccia spesso ottima, fino al punto più emozionante, una lama da fare a cavalcioni e disarrampicare quando inizia a scendere fino ad un intaglio (II+). A quel punto, dopo aver salito e sceso un altro risalto si sale per roccette in vetta.
Posto splendido e arrampicata molto plaisir...
Per la discesa il Gogna suggerisce il ritorno dalla via di salita con calata di una ventina di metri dalla cresta al canale sassoso.
Invece vi spiego come abbiamo fatto, guadagnando in tempo e sicurezza.
Mi sono affidato alla descrizione di un'altra salita (trovata su Hikr a firma Helis-Silvia) di alpinisti avventuratesi, dopo la vetta, sul versante sud e scesi infine dalla parete verticale con una doppia dal punto più basso, lasciando un cordino su di uno sperone. Fidandomi, sono sceso, per balze erbose e affioramenti rocciosi, a sin faccia a valle della verticale della vetta fino al punto più basso. Trovata la sosta con un cordino bello sano, una doppia di 25m ci portava esattamente alla base della parete. Il punto di sosta non era esaltante e verificatelo ogni volta perchè lo spuntone sembra incastrato ma non "fuso" nella parete rocciosa. Casomai non vi piacesse, circa 5m a monte c'è una lama più rassicurante, ma a quel punto rischiate, se avete solo una corda di 50m di non arrivare in fondo. Lasciato il cordino originale in sede.
Salita faticosissima ma fantastica con Fabio.
Tourengänger:
danicomo

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