Capanna Gesero Invernale ... che fatica !
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La prima ciaspolata dell’ inverno, i primi a battere la neve per il Gesero
So che l’ inverno astronomico non è ancora iniziato, ma i paesaggi attorno a noi ci dicono che un anticipo è già arrivato. Non c’è alternative tra le scelte possibili, ciaspole di sicuro ed un rifugio dove potersi riscaldare avvinghiati ad una stufa. Spuntano varie proposte, più o meno impegnative, e la scelta cade sulla Val Morobbia. Ci avevamo già tentato nel dicembre 2010, sbagliammo sentiero, o meglio sbagliammo costone, siamo saliti troppo a monte e senza traccia, poi la rottura di una ciaspola, e … la ciaspolata si è conclusa con una bella giornata di sole in compagnia.
Ritentiamo la Capanna Gesero, dell’ UTOE Bellinzona, è una meta abbastanza trascurata nel periodo invernale. Alle 7:40 siamo a Carena, ultimo paese della Val Morobbia, la valle del Ferro, a 950mt. Stupisce quanta neve ci sia, i tetti mostrano 25-30cm di coltre bianca, preparazione e partenza pochi minuti prima delle 8:00. Alla “dogana” (edificio della vecchia dogana), si devia a SINISTRA destra seguendo le indicazioni, si sale tra le strette vie del paese, per proseguire diretti verso il costone sopra Carena (Dosso di Carena), una palina indica l’ Alpe Croveggia e la capanna Gesero. Attenzione a non seguire in piano verso la testata della Val Morobbia (cosa che abbiamo fatto noi nel 2010). Siamo costretti a calzare le ciaspole all’ inizio del sentiero, che troviamo immacolato, nessuno è ancora passato.
Ricordo bene il sentiero fatto in discesa dall’ Alpe Croveggia a Carena, ripidissimo, anche se i continui zig-zag lo rendono un po’ più dolce. Paolo, il nostro “ragno della Faleggia”, batte la pista, la neve si fa man mano più alta, 30-40cm all’ Alpe di Croveggia.
Battere per primi è faticosissimo, io che sono (per fortuna in questo caso) il fanalino di coda approfitto della pista tracciata, anche se batto la pista dove non sono passati gli altri, non per senso estetico, e nemmeno per seguire i pur validi consigli di
Due parole sul percorso: 5Km di percorso (altri 5Km per il ritorno), da Carena all’ Alpe Croveggia a 1550mt è una tirata unica, 600mt di dislivello in poco più di 2Km, ti lasciano senza fiato. Il bosco è faggio, poi da poco prima dell’ alpe pino e abete fino alla bocchetta, il sentiero ben segnalato con bolli sugli alberi, quindi adatto alla salita invernale. Dall’ Alpe il sentiero diventa molto meno ripido, si arriva ad un bivio (a destra si scende all’ Alpe di Pisciarotondo, si prosegue sul un lungo traverso fino alla bocchetta a 1750mt, dove si scollina in Val Traversagna, dove in basso si trova l’ Alpe di Gesero e non ancora visibile, perché arretrata a monte e nel bosco, la capanna omonima.
Prima pausa all’ Alpe Croveggia alle 10:20, neve in abbondanza ovunque. Ripartiamo, ora con pendenze più dolci, raggiungiamo il primo bivio, e risaliamo alla bocchetta. Parere del tutto personale, dal bivio per l’ alpe di Pisciarotondo alla bocchetta è il tratto più bello, neve immacolata, spazi aperti, grandi panorami sulla Val Morobbia, il Camoghè, il S.Jorio.
Fino al bivio Paolo ha battuto traccia tutto da solo, ma anche lui, che ha energie a volontà, entra in riserva, così si alternano in tre (Paolo, Angelo e Gimmy) a battere neve con cambio ogni 10minuti. Raggiungiamo la bocchetta alle 11:27, tira un gran vento che ci obbliga a coprirci. In basso gli edifici dell’ Alpe Gesero, più in alto e sul percorso per la capanna, l’ edificio più alto dell’ Alpe, isolato, in legno scuro, come la capanna. A chi non c’e’ mai stato … potrebbe illudersi di essere ormai arrivato, ma manca ancora una buona mezzora. Il sentiero passa poco a destra di quell’ edificio scuro, quindi si traversa cercando di non perdere quota, si raggiunge e oltrepassa l’ alpe e si prosegue, sempre senza vedere la capanna. Il sentiero ora scende di 20-25mt per prendere la sterrata che sale in capanna, siamo stanchi, ma la voglia di arrivare è tanta, sapendo di essere ormai vicini. Tra i pini spunta la sagoma, e risaliamo faticosamente quegli ultimi metri, arrivando sull’ uscio di sotto (entrata invernale) alle 12:10, dopo 4:15 di ciaspolata.
Capanna Gesero UTOE 1770mt
Siamo tutti, nessuno escluso, alla frutta come energie. Entriamo a conoscere la capanna, a parte il Barba nessuno di noi c’è già stato. Fa freddo, la capanna è all’ ombra e nel bosco, 40cm almeno di neve attorno. Salendo si entra in cucina, da qui si accede alla grande sala da pranzo, dove in un angolo c’e’ una piccola stufa. Accendiamo e attorno alla stufa che fatica a scaldare un così grande ambiente, e pranziamo in allegria, ma con un gran freddo alle mani. Facciamo quattro conti sul ritorno e decidiamo di lasciare alle 13:30. Dopo il solito pranzo (panini questa volta), pulizie, firma del libro, versamento per uso legna. Verso le 13:00, entra un escursionista, è solo ma aspetta con impazienza altri tre che “dovrebbero” seguirlo a breve, ma attenderà oltre mezz’ora prima di ricongiungersi con i suoi compagni (uno di loro era senza ciaspole, e oggi è certamente un’impresa con neve così farinosa). Dopo le pulizie lasciamo la capanna ai nuovi venuti, che ci ringraziano per aver battuto la pista, e ripartiamo veloci, soprattutto per scaldarsi. All’ alpe di Gesero il vento soffia freddo ed impetuoso, alzando nuvole di polvere di neve. Ritornati nel bosco, e sul versante della Val Morobbia, tutto torna tranquillo. Scendiamo veloci, molta attenzione nel tratto ripido, la neve è piuttosto marcia, fa un po’ di zoccolo sotto le ciaspole e la scivolata è … facile. Ne siamo vittima sia io che Gimmi, fortunatamente solo botte esterne, e quattro risate con gli amici. Arriviamo al parcheggio alle 16:10, oggi togliere le ciaspole è quasi un piacere, sapendo che la passeggiata si è chiusa bene. Il Barba non smette di dire che è stata una “ciaspolata da Guinnes”, certamente molto più faticosa di quelle che si pensava, bene così.
Un bravo particolare a Paolo, come “battone” beh … NUMERO UNO….
Giorgio |
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Paolo |
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Prima ciaspolata di questo anticipo d’ inverno, veramente una ciaspolata impegnativa, sia per la neve fresca e non battuta sia x il freddo ed il vento
Paolo ha fatto per buona parte del percorso, il lavoro più duro di battere la neve fresca, che in alcuni punti era così alta che la ciaspola sprofondava nella neve , e la neve arrivava sopra il ginocchio. Ciao alla prossima Gimmy
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Che dire della prima ciaspolata ?
Super-favolosa, da Guinnes per neve, vento, sole, Frrrreddo.
Non sono mai salito da questa parte, l' anno scorso l' ho visitata in estate quando ero al S.Jorio a gestire il rifugio, siamo scesi dal passo senza fatica, il dislivello è modesto. Ci siamo messi intorno alla stufa mentre mangiavamo un panino, sembrava che quasi quasi eravamo noi a scaldarla con il nostro fiato.
Dopo un'oretta siamo partiti per il rientro, considerando che in questo periodo diventa buio presto.
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