Ciaspolata ad anello La Magdeleine - Chamois
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Dopo un altro lungo stop a causa del maltempo, che pare perseguitare i miei giorni liberi, finalmente la meteo dà una giornata discreta.
Riesco a convincere mio fratello
Ricc a venire con me: per lui che odia la neve (almeno così dice) si tratta della prima ciaspolata, un battesimo che pensavo non sarebbe mai avvenuto!!
Viste le recenti ed abbondanti nevicate scelgo un percorso sicuro e, dalle descrizioni, di facile individuazione, temendo di non trovare ancora la traccia battuta (visto che non conosco per nulla la zona).
In realtà l'idea originale era l'anello più ampio che transita per il colle Champlong, ma la mancanza di allenamento e la poca confidenza di Ricc con le ciaspole e l'orario non proprio mattiniero a cui siamo partiti, ci "obbligano" ad accorciare il percorso per non fare notte.
Partiamo dal parcheggio lungo la stradina che da La Magdeleine sale al Col Pilaz, subito dopo la località Fioc, dove termina il tratto di strada che viene pulito in inverno (quota 1830 m circa).
Sappiamo che per salire verso il Col Pilaz ci sono due soluzioni: un sentiero che parte da un tornante della strada poco più in basso, o seguire la stradina stessa.
Sul sentiero non c'è traccia di recenti passaggi, dunque non conoscendo la zona, decidiamo senza esitare di percorrere la stradina, che pur sepolta sotto la neve, risulta facilmente individuabile.
L'ambiente è da fiaba, un bel bosco di abeti e larici ancora carichi di neve dopo le recenti nevicate, e la giornata è migliore del previsto con diversi squarci di sole che nel corso della giornata prenderanno il sopravvento sulle nubi.
Si sale con pendenza modestissima, compiendo ampi tornanti, che rendono il tragitto molto più lungo di quanto pensassi.
Dopo oltre un'ora di cammino, dopo aver superato da tempo l'ultima palina indicante il Col Pilaz ed averne superata la quota (ci troviamo ad oltre 2000 m di altitudine, mentre il colle è 1960), iniziamo a pensare di averlo passato senza accorgercene, invece ecco una brevissima discesa che ci conduce ad un bivio (1 h 25).
Svoltando a destra si può raggiungere in pochi minuti il Col Pilaz, che dunque la stradina da noi percorsa sfiora soltanto senza però passarci, e proseguire verso Champlong o tornare a La Magdeleine, svoltando a sinistra invece si scende diretti a Chamois.
Noi, vista l'ora e la lentezza con cui stiamo procedendo, decidiamo per il sentiero diretto, ed iniziamo la ripida discesa verso Chamois.
In breve raggiungiamo la baita di Saverou (1 h 40), in bellissima posizione panoramica, e da lì proseguiamo fino a sbucare sulla stradina ciclabile La Magdeleine-Chamois, ovviamente anch'essa sepolta sotto la neve.
Procedendo ora in piano, in un rado bosco che lascia ampie vedute panoramiche, e su traccia ben battuta (in questo tratto si potrebbe anche fare a meno delle ciaspole) arriviamo alle porte del bellissimo paesino di Chamois, l'unico comune d'Italia non raggiungibile in auto (si può salire in funivia oppure tramite sentieri e ciclabili).
Raggiunta la frazione di Corgnolaz (2 h 25), arriva il momento più atteso da
Ricc, ovvero il pranzo al ristorante.
Troviamo posto al Ristorante Chez Pierina, dove mangiamo davvero bene: un bel tagliere di affettati e formaggi per entrambi, quindi gnocchi alla fonduta per me, tagliatelle del giorno per Ricc.
Riempiti gli stomaci ripartiamo, percorrendo a ritroso la stradina verso La Magdeleine.
Ignoriamo il bivio da cui siamo sbucati all'andata e seguiamo fedelmente la ciclabile (che credo solitamente venga battuta come pista da fondo, probabilmente la battitura è prevista per le prossime settimane).
Alternando dolci saliscendi a tratti pianeggianti raggiungiamo l'Alpe Capetou, dove ignoriamo il sentiero n°107 che scende verso La Magdeleine, per continuare dritti sulla stradina.
Ancora pochi metri e sbuchiamo sulla strada asfaltata percorsa stamattina in auto. Tolte le ciaspole, risaliamo a piedi un paio di tornanti e torniamo quindi al parcheggio (4 h 00) a conclusione di questa facile ma meravigliosa escursione.
Riesco a convincere mio fratello

Viste le recenti ed abbondanti nevicate scelgo un percorso sicuro e, dalle descrizioni, di facile individuazione, temendo di non trovare ancora la traccia battuta (visto che non conosco per nulla la zona).
In realtà l'idea originale era l'anello più ampio che transita per il colle Champlong, ma la mancanza di allenamento e la poca confidenza di Ricc con le ciaspole e l'orario non proprio mattiniero a cui siamo partiti, ci "obbligano" ad accorciare il percorso per non fare notte.
Partiamo dal parcheggio lungo la stradina che da La Magdeleine sale al Col Pilaz, subito dopo la località Fioc, dove termina il tratto di strada che viene pulito in inverno (quota 1830 m circa).
Sappiamo che per salire verso il Col Pilaz ci sono due soluzioni: un sentiero che parte da un tornante della strada poco più in basso, o seguire la stradina stessa.
Sul sentiero non c'è traccia di recenti passaggi, dunque non conoscendo la zona, decidiamo senza esitare di percorrere la stradina, che pur sepolta sotto la neve, risulta facilmente individuabile.
L'ambiente è da fiaba, un bel bosco di abeti e larici ancora carichi di neve dopo le recenti nevicate, e la giornata è migliore del previsto con diversi squarci di sole che nel corso della giornata prenderanno il sopravvento sulle nubi.
Si sale con pendenza modestissima, compiendo ampi tornanti, che rendono il tragitto molto più lungo di quanto pensassi.
Dopo oltre un'ora di cammino, dopo aver superato da tempo l'ultima palina indicante il Col Pilaz ed averne superata la quota (ci troviamo ad oltre 2000 m di altitudine, mentre il colle è 1960), iniziamo a pensare di averlo passato senza accorgercene, invece ecco una brevissima discesa che ci conduce ad un bivio (1 h 25).
Svoltando a destra si può raggiungere in pochi minuti il Col Pilaz, che dunque la stradina da noi percorsa sfiora soltanto senza però passarci, e proseguire verso Champlong o tornare a La Magdeleine, svoltando a sinistra invece si scende diretti a Chamois.
Noi, vista l'ora e la lentezza con cui stiamo procedendo, decidiamo per il sentiero diretto, ed iniziamo la ripida discesa verso Chamois.
In breve raggiungiamo la baita di Saverou (1 h 40), in bellissima posizione panoramica, e da lì proseguiamo fino a sbucare sulla stradina ciclabile La Magdeleine-Chamois, ovviamente anch'essa sepolta sotto la neve.
Procedendo ora in piano, in un rado bosco che lascia ampie vedute panoramiche, e su traccia ben battuta (in questo tratto si potrebbe anche fare a meno delle ciaspole) arriviamo alle porte del bellissimo paesino di Chamois, l'unico comune d'Italia non raggiungibile in auto (si può salire in funivia oppure tramite sentieri e ciclabili).
Raggiunta la frazione di Corgnolaz (2 h 25), arriva il momento più atteso da

Troviamo posto al Ristorante Chez Pierina, dove mangiamo davvero bene: un bel tagliere di affettati e formaggi per entrambi, quindi gnocchi alla fonduta per me, tagliatelle del giorno per Ricc.
Riempiti gli stomaci ripartiamo, percorrendo a ritroso la stradina verso La Magdeleine.
Ignoriamo il bivio da cui siamo sbucati all'andata e seguiamo fedelmente la ciclabile (che credo solitamente venga battuta come pista da fondo, probabilmente la battitura è prevista per le prossime settimane).
Alternando dolci saliscendi a tratti pianeggianti raggiungiamo l'Alpe Capetou, dove ignoriamo il sentiero n°107 che scende verso La Magdeleine, per continuare dritti sulla stradina.
Ancora pochi metri e sbuchiamo sulla strada asfaltata percorsa stamattina in auto. Tolte le ciaspole, risaliamo a piedi un paio di tornanti e torniamo quindi al parcheggio (4 h 00) a conclusione di questa facile ma meravigliosa escursione.
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