Fra viti e castagni sulle mulattiere della Dora.


Publiziert von paoloski , 6. Oktober 2013 um 20:28.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum: 6 Oktober 2013
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 3:15
Aufstieg: 550 m
Abstieg: 550 m
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Autostrada A26 per Alessandria, autostrada A5 per Torino, a Santhià prendere il raccordo per la Torino - Aosta, uscire ad Ivrea, seguire le indicazioni per il centro città e da qui quelle per Aosta. Passare attraverso Borgofranco e appena superato il centro del paese prendere a sinistra per Quassolo, attraversare la zona industriale e d il ponte sulla Dora Baltea ed entrare in Quassolo. Parcheggio sotto il paese, gratuito nei giorni festivi.
Zufahrt zum Ankunftspunkt:Gita andata - ritorno.
Unterkunftmöglichkeiten:Appena fuori Quassolo c'è un B&B, ad Ivrea alberghi e pensioni. Vi sono in zona anche degli ostelli del circuito della Via Francigena.

Visto che il tempo di questa domenica sembra la fotocopia di quello della domenica passata, decido di tornare nel Canavese, sul libro "Sui sentieri del Piemonte", edito nell'ormai lontano 1988 da CDA,  trovo la descrizione di una breve gita che appare interessante: percorre una delle numerose mulattiere costruite dagli abitanti della zona per curare le viti ed i castagneti che caratterizzano il Canavese.
Partiamo da Quassolo piccolo borgo prospiciente Borgofranco d'Ivrea ma al di là della Dora Baltea. Dal parcheggio nella parte bassa del paese saliamo per le strette vie fino alla parte alta del nucleo, qui inizia la mulattiera che conduce a Praja.
Saliamo fra magnifici vigneti, sorretti dai caratteristici "tupiun": colonnine di pietre a secco rivestite di calce,  ancora carichi di grappoli d'uva nera, si tratta di vitigni di Nebbiolo che danno il famoso Carema, il vino di questa zona, citato già da Sallustio in epoca augustéa.
La mulattiera è un autentico capolavoro costruttivo: vi sono lunghi tratti che salgono su enormi massi montonati in cui la roccia è stata scalpellata con un lavoro certosino. Il resto del percorso è perfettamente gradinato con grandi beole, la pendenza è notevole ma si sale agevolmente anche se il tempo umido rende piuttosto scivolose le pietre.
I vigneti lasciano ben presto il posto ai castagni ma la mulattiera, che incrocia a tratti la strada asfaltata consortile, continua a salire perfettamente lastricata.
Passiamo accanto ad un'edicola votiva settecentesca affrescata ma quasi soffocata dai rovi,
Arriviamo a Scarola, un bel nucleo di case in magnifica posizione, qui si trovano delle indicazioni un po' scolorite per Praja, la mulattiera, anche qui vi sono tratti scalpellati nella roccia, continua in ripida salita, incontriamo un paio di cacciatori che non sembrano aver avuto molta fortuna visto i carnieri decisamente vuoti, e poco prima di giungere a Praja troviamo un angolino di bosco dove vi è un tripudio di funghi multicolori, nessuno di noi ne è amante per cui ci limitiamo a fotografarli e ad ammirarne la bellezza.
Finalmente eccoci alle case di Praja, un nucleo di edifici molto belli, evidentemente riattati come case di vacanza ma senza stravolgere le belle proporzioni degli edifici di questa zona.
Proseguiamo per un bel sentiero che, un centinaio di metri sopra, si immette sulla strada consortile che va ad attraversare il Rio Piovano, poco oltre eccoci a Case Sorey, un nucleo formato da edifici che hanno conservato le caratteristiche delle case locali e da una nuova enorme "villa" decisamente un po' incongrua.
Da qui la strada consortile si biforca, un ramo scende a Tavagnasco, l'altro continua a salire, visto che del sentiero non c'è più alcuna traccia continuiamo a seguire la strada fino a quello che dovrebbe essere il nucleo di Ovillio (non avendo una cartina mi baso solo sulla descrizione del mio libro).
Qui si trova un magnifico edificio rurale: una stalla con annesso un locale probabilmente destinato alla produzione del formaggio. Sul lato anteriore vi è un portico formato da tre arcate, una di queste è stata chiusa per accogliere un edicola votiva costruita in pietre e conci ricoperti di calce. Degli affreschi che la decoravano non è rimasto molto ma la Madonna ed i due santi posti sui muri esterni sono ancora leggibili. Il tetto dell'edicola è un'enorme beola di serizzo. Poco distante sorge quella che doveva essere la casa d'abitazione, anche questa piuttosto diroccata.
Proseguiamo ancora un po' finchè inizia a piovere, il cielo si è coperto in un attimo e le nuvole hanno preso il posto del pallido sole che finora ci ha accompagnato. Vista l'ora è il caso di fare dietro front, considerata la scivolosità della mulattiera decidiamo di salvaguardare l'integrità dei nostri ossi sacri percorrendo in discesa la strada consortile.
Poco prima delle 13 siamo nei pressi di Quassolo, dove sbocca la strada, un breve tratto per le vie del paese ed eccoci all'auto.
Incontriamo anche una simpatica coppia di abitanti che ci chiede da dove veniamo, scopriamo così che lui è il manutentore della magnifica mulattiera che abbiamo percorso.
Non ci resta che andare a mangiare, i ristoranti della zona sembrano però tutti chiusi, alla fina vista anche l'ora tarda ci rechiamo ad Ivrea e torniamo alla Locanda Monferrato dove sono stato domenica scorsa!
Concludiamo l'escursione con le gambe sotto il tavolo gustandoci i tipici antipasti piemontesi caldi e freddi, salati e dolci a prezzi che per noi varesini sono incredibilmente convenienti.

Breve gita in località molto belle, il Canavese ha saputo preservare le sue peculiarità molto meglio di altre località di media montagna. La gita non presenta difficoltà, a parte una certa scivolosità in alcuni tratti della mulattiera, le indicazioni sul percorso non abbondano ma sono più che sufficienti, i segnavia sono a volte bianco-rossi, a volte blu, a volte rossi ma se ne viene fuori comunque.
Il tempo oggi non era un granchè per cui anche la vista non era eccezionale, ma da Praja e da Case Sorey si ha un magnifico panorama sulla zona dei laghi di Ivrea esulla Serra.

Tourengänger: paoloski
Communities: Hikr in italiano


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