E Vaccaro sia.....!
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Altra settimana di "passione" per la mia schiena....un malessere che arriva in sordina, facendomi temere il peggio e poi....quasi magicamente scompare, giusto il giorno prima di andare in montagna.
Non ho ancora ben capito quale strane leggi regolano certi delicati meccanismi.....
Ma a compromettere l'uscita di questa settimana non è il mal di schiena, e neppure il raffreddore....ma ancora una volta il tempo, la cui instabilità condiziona le nostre scelte.
Per fortuna le Orobie sono sempre lì, pronte a venire in nostro aiuto e, all'ultimo minuto, dopo aver ricevuto conferma che i nostri piani andranno a pallino.....mi viene in mente che potremmo salire sul Vaccaro, una montagna di cui ho sentito parlare, ma che ancora non conosco.
Sento Esilde......e Vaccaro sia!
Questa volta avremo come compagni di avventura Daniele e Mauro C.
E così.....sabato mattina, mi ritrovo per la terza volta consecutiva in Val Seriana e, arrivati a Parre, anche se parzialmente ricoperto dalle nuvole, riconosco immediatamente il Vaccaro.
Lo guardo dal basso e mi sembra così lontano.....
Raggiungiamo la località Campela o Campella, nella parte alta del paese, dove seguiamo in salita il sentiero n.241 che a un certo punto incrocia una carrozzabile che siamo costretti a seguire per raggiungere una delle Baite del Vaccaro, non so bene quale.....
Da qui abbandoniamo il tracciato e saliamo su aperti ed ampi pascoli, fino ad arrivare alla cresta che percorreremo, a volte sul filo, fino in cima.
Il paesaggio è bello e già nell'aria si sente la presenza dell'autunno, pronto ad iniziare il suo lavoro di restauro e ritocchi.
Il tempo è bigio ed è una di quelle giornate dai contorni un po' sfumati e dai colori un po' spenti.
Una di quelle giornate che non mi dispiacciono.....
In giro siamo solo noi, accompagnati dalle nostre voci che si rincorrono l'un l'altra, e spinti verso l'alto dalle nebbie che incalzano.
Ogni tanto il sole riesce ad aprirsi un varco nel grigiore, regalandoci qualche fugace visione della cima che si avvicina sempre di più e che raggiungiamo quasi senza accorgercene.
Vorremmo andare avanti, seguire la cresta.....là in fondo c'è il Monte Secco, un'altra di quelle montagne che mi piacerebbe salire....ma la nebbia chiude tutto come in una morsa e così torniamo indietro e raggiungiamo il Rifugio, dove ci fermiamo giusto il tempo per ingurgitare un caffè caldo e fare quattro chiacchiere con il probabile gestore.
Per tornare a valle seguiamo il sentiero n.240 che, prima con qualche saliscendi e poi con un lungo traverso, ci ricollega ad un'altra strada asfaltata che, un tornante dopo l'altro, ci fa tornare di nuovo in contatto con i suoni, i rumori, le voci e le visioni del cosidetto "mondo civile".
Senza rendercene conto arriviamo ben più in basso del parcheggio dove abbiamo lasciato l'auto e così....siamo costretti a risalire.
Ma per quest'oggi...è l'ultima fatica!
Con me hanno camminato: Daniele, Esilde e Mauro C.
Non ho ancora ben capito quale strane leggi regolano certi delicati meccanismi.....
Ma a compromettere l'uscita di questa settimana non è il mal di schiena, e neppure il raffreddore....ma ancora una volta il tempo, la cui instabilità condiziona le nostre scelte.
Per fortuna le Orobie sono sempre lì, pronte a venire in nostro aiuto e, all'ultimo minuto, dopo aver ricevuto conferma che i nostri piani andranno a pallino.....mi viene in mente che potremmo salire sul Vaccaro, una montagna di cui ho sentito parlare, ma che ancora non conosco.
Sento Esilde......e Vaccaro sia!
Questa volta avremo come compagni di avventura Daniele e Mauro C.
E così.....sabato mattina, mi ritrovo per la terza volta consecutiva in Val Seriana e, arrivati a Parre, anche se parzialmente ricoperto dalle nuvole, riconosco immediatamente il Vaccaro.
Lo guardo dal basso e mi sembra così lontano.....
Raggiungiamo la località Campela o Campella, nella parte alta del paese, dove seguiamo in salita il sentiero n.241 che a un certo punto incrocia una carrozzabile che siamo costretti a seguire per raggiungere una delle Baite del Vaccaro, non so bene quale.....
Da qui abbandoniamo il tracciato e saliamo su aperti ed ampi pascoli, fino ad arrivare alla cresta che percorreremo, a volte sul filo, fino in cima.
Il paesaggio è bello e già nell'aria si sente la presenza dell'autunno, pronto ad iniziare il suo lavoro di restauro e ritocchi.
Il tempo è bigio ed è una di quelle giornate dai contorni un po' sfumati e dai colori un po' spenti.
Una di quelle giornate che non mi dispiacciono.....
In giro siamo solo noi, accompagnati dalle nostre voci che si rincorrono l'un l'altra, e spinti verso l'alto dalle nebbie che incalzano.
Ogni tanto il sole riesce ad aprirsi un varco nel grigiore, regalandoci qualche fugace visione della cima che si avvicina sempre di più e che raggiungiamo quasi senza accorgercene.
Vorremmo andare avanti, seguire la cresta.....là in fondo c'è il Monte Secco, un'altra di quelle montagne che mi piacerebbe salire....ma la nebbia chiude tutto come in una morsa e così torniamo indietro e raggiungiamo il Rifugio, dove ci fermiamo giusto il tempo per ingurgitare un caffè caldo e fare quattro chiacchiere con il probabile gestore.
Per tornare a valle seguiamo il sentiero n.240 che, prima con qualche saliscendi e poi con un lungo traverso, ci ricollega ad un'altra strada asfaltata che, un tornante dopo l'altro, ci fa tornare di nuovo in contatto con i suoni, i rumori, le voci e le visioni del cosidetto "mondo civile".
Senza rendercene conto arriviamo ben più in basso del parcheggio dove abbiamo lasciato l'auto e così....siamo costretti a risalire.
Ma per quest'oggi...è l'ultima fatica!
Con me hanno camminato: Daniele, Esilde e Mauro C.
Tourengänger:
patripoli

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