Capanna Volta, Valle dei Ratti
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Questo report avrebbe dovuto intitolarsi diversamente, ma si sa, quando si va per monti tutto può capitare e la rinuncia alla cima fa parte del gioco. L'importante è non demordere e sapere che le montagne son sempre li, pronte per essere salire ancora!
Dirigiamo verso il bellissimo borgo di Frasnedo transitando per la casa dei custodi al Tracciolino e le baite di Casten. Superiamo velocemente il paesello che ancora dorme e seguiamo il sentiero che si abbassa di circa cento metri e si ricongiunge con quello proveniente dalla diga di Moledana. Arriviamo poi al fatidico trivio dove avremmo dovuto piegare a sinistra in direzione del Volta, ma stavamo parlando di scemenze, di cose "da uomini" ecc... e ce lo siamo fumato completamente, scendendo, arrivando al ponte e portandoci sul versante opposto (sbagliato!) della valle. Dopo venti minuti, assalito da un tremendo dubbio, controllo la Kompass e mi viene un coccolone!!! Senza perdermi d'animo, trascino il mio compare giùa tutta birra verso il torrente, risaliamo, torniamo al trivio e imbocchiamo il sentiero giusto tra parolacce e auto-accuse.
Tarelliamo un po' per recuperare il tempo perso, ma il socio teme i crampi e rallenta la marcia. Arriviamo all' Alpe Camera, inconfondibile col suo tetto diroccato, seguiamo il sentiero e dopo circa duecento metri, prima di infilarci nel vallone, pieghiamo a sinistra seguendo dei bolli su massi prendendo così la "scorciatoia" per l'Alpe Talamucca che permette di arrivare sul al Volta risparmiando circa mezz'ora rispetto al sentiero originale, che risale con un'ampia svolta a sud-est. Alle 11 siamo alla Capanna Volta. Il tempo di mangiare una banana e bere il primo(!) sorso d'acqua e puntiamo alla nostra vetta. Rassicurati delle tempistiche dateci da due locals, cerchiamo una retta via per il canale detritico, ma le placconate da lì nascondono le vere distante e il "tagliamo di là" non è facile come dirlo.
Proseguiamo un po' affaticati salendo su pascoli e placconate classiche del circolo del Masino, cercando sempre di tenerci a destra ma alla fine riusciremo solo a tagliare a metà l'ansa che fa la via normale. Arriviamo a cento metri dal famoso bollo rotondo col masso che indica "Ligoncio" e "Bocchetta d'Arnasca"... controlliamo il nostro stato, i tempi, le cose che dovevamo fare in cima.... facciam quattro conti e visto il lungo sviluppo che ci aspetta al ritorno decido di fare dietro-front. E' un'amara decisione, la vetta era lì che ci guardava, la croce faceva ciao, ma il mio fisico diceva stop. Sapevo di non essermi allenato a dovere, ero fermo da tempo e anche se avevo fatto una settimana sui monti con la famiglia, non mi ero preparato per simili dislivelli (2200m) che peraltro avevo già coperto negli anni scorsi. Quindi è deciso, si torna.
Arriviamo al Volta nel giro di un'oretta, pranziamo e iniziamo la discesa, gustandoci se non altro lo stupendo spettacolo dell'alta Valle dei Ratti, con il Sasso Manduino, la punta Como e Magnaghi, il Calvo, il Malvedello e in estrema lontananza, il Legnone e il Rosa. In due ore siamo alle porte di Frasnedo, facciamo il pieno d'acqua, sosta torta e siamo all'auto alle 17. Sicuro che quella cima prima o poi sarà mia, ringrazio il socio della gita e tutto sommato sono anche contento... ho usato la testa in montagna, sono stato saggio.
Per stavolta va bene così.
Alla prossima!
Dirigiamo verso il bellissimo borgo di Frasnedo transitando per la casa dei custodi al Tracciolino e le baite di Casten. Superiamo velocemente il paesello che ancora dorme e seguiamo il sentiero che si abbassa di circa cento metri e si ricongiunge con quello proveniente dalla diga di Moledana. Arriviamo poi al fatidico trivio dove avremmo dovuto piegare a sinistra in direzione del Volta, ma stavamo parlando di scemenze, di cose "da uomini" ecc... e ce lo siamo fumato completamente, scendendo, arrivando al ponte e portandoci sul versante opposto (sbagliato!) della valle. Dopo venti minuti, assalito da un tremendo dubbio, controllo la Kompass e mi viene un coccolone!!! Senza perdermi d'animo, trascino il mio compare giùa tutta birra verso il torrente, risaliamo, torniamo al trivio e imbocchiamo il sentiero giusto tra parolacce e auto-accuse.
Tarelliamo un po' per recuperare il tempo perso, ma il socio teme i crampi e rallenta la marcia. Arriviamo all' Alpe Camera, inconfondibile col suo tetto diroccato, seguiamo il sentiero e dopo circa duecento metri, prima di infilarci nel vallone, pieghiamo a sinistra seguendo dei bolli su massi prendendo così la "scorciatoia" per l'Alpe Talamucca che permette di arrivare sul al Volta risparmiando circa mezz'ora rispetto al sentiero originale, che risale con un'ampia svolta a sud-est. Alle 11 siamo alla Capanna Volta. Il tempo di mangiare una banana e bere il primo(!) sorso d'acqua e puntiamo alla nostra vetta. Rassicurati delle tempistiche dateci da due locals, cerchiamo una retta via per il canale detritico, ma le placconate da lì nascondono le vere distante e il "tagliamo di là" non è facile come dirlo.
Proseguiamo un po' affaticati salendo su pascoli e placconate classiche del circolo del Masino, cercando sempre di tenerci a destra ma alla fine riusciremo solo a tagliare a metà l'ansa che fa la via normale. Arriviamo a cento metri dal famoso bollo rotondo col masso che indica "Ligoncio" e "Bocchetta d'Arnasca"... controlliamo il nostro stato, i tempi, le cose che dovevamo fare in cima.... facciam quattro conti e visto il lungo sviluppo che ci aspetta al ritorno decido di fare dietro-front. E' un'amara decisione, la vetta era lì che ci guardava, la croce faceva ciao, ma il mio fisico diceva stop. Sapevo di non essermi allenato a dovere, ero fermo da tempo e anche se avevo fatto una settimana sui monti con la famiglia, non mi ero preparato per simili dislivelli (2200m) che peraltro avevo già coperto negli anni scorsi. Quindi è deciso, si torna.
Arriviamo al Volta nel giro di un'oretta, pranziamo e iniziamo la discesa, gustandoci se non altro lo stupendo spettacolo dell'alta Valle dei Ratti, con il Sasso Manduino, la punta Como e Magnaghi, il Calvo, il Malvedello e in estrema lontananza, il Legnone e il Rosa. In due ore siamo alle porte di Frasnedo, facciamo il pieno d'acqua, sosta torta e siamo all'auto alle 17. Sicuro che quella cima prima o poi sarà mia, ringrazio il socio della gita e tutto sommato sono anche contento... ho usato la testa in montagna, sono stato saggio.
Per stavolta va bene così.
Alla prossima!
Tourengänger:
Barbacan

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