Piano delle Creste (2108 m)
|
||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
L'idea principale era di affrontare quattro giorni di escursioni in montagna, con base di partenza al rifugio presente al Pian di Crest. L'obiettivo principale era il raggiungimento del Tamierhorn (3087 m) e un tentativo eventuale al Basòdino (3272 m). La realtà si è mostrata ben diversa: salito lunedì, martedì ho preferito restare al rifugio perché il tempo non prometteva niente di buono; mercoledì infine, il brutto tempo è perdurato e ho deciso di intraprendere la discesa. La neve tutt'intorno - ancora molto presente a 2000 metri - mi ha scoraggiato dal tentare almeno di salire fino al Tamierpass, a 2772 m. Tutte le piccole gite che mi ero prefissato in caso negativo sono finite nel dimenticatoio a causa della neve: perfino per salire alla Bocchetta della Crosa (2480 m) mi ci sarebbe voluta - a occhio - un'oretta e mezza, invece degli abituali 45 minuti.
In questo rapporto mi limiterò dunque a parlare del percorso di salita al Piano delle Creste.
La via è molto ben marcata e il sentiero non si può praticamente mancare. Gli anni precedenti, salendo con i bambini di un corso di arrampicata, ci mettevamo sempre intorno alle 3h15, rispettando il cartello presente al punto di partenza. Partendo da San Carlo (938 m), prima del ponte, l'inizio è abbastanza leggero, ma appena superato il terrapieno comincia una serie di scalini per lo più noiosi e che hanno cominciato a mettere le mie gambe alla prova. Devo ammettere che sono in un periodo di poco allenamento, quindi decido di prendermi il mio tempo. Gli scalini passano lentamente, dopo un'ora mi prendo una pausa al Mugnaröö, a circa 1500 m. Ripartendo le gambe sono un po'fredde, ma si riscaldano in fretta. Continuo il mio percorso sulla parte più dura, piuttosto "in piedi", ben sapendo che mancano 400 metri di dislivello fino alla prossima pausa. Avanzo quasi per inerzia, procedendo su questo sentiero che si arrampica su per la valletta laterale alla Bavona. Poi sbuco sul pendio erboso che culmina a Corte Grande, a 1914 m. Lì mi prendo un'ultima pausa: il cartello indica ancora 50 minuti per la capanna. Riparto in tromba e mi ritrovo sul tratto che - seppur meno duro dell'ultimo - mi fa soffrire di più psicologicamente: in alto si intravvede l'entrata all'alpe del Piano, ma sembra ancora lontano! Invece non lo è troppo, e in poco tempo sbuco sul Piano, a circa 2000 metri. Il sorriso mi si dipinge sulle labbra alla vista delle creste che vi danno nome, e guardo con piacere in direzione del Fiorèra, del Mèdola, del Kalberhorn, del Solögna, scoprendole coperte dalla neve e dalle nuvole. Capisco fin da subito che non sarà evidente trovare delle escursioni adatte alle condizioni. Arrivato in capanna, uno sguardo all'orologio mi sorprende: ci ho messo 2h15' a salire, confermando la mia opinione sui cartelli di durata... sono tutti un po'troppo generosi!
Martedì sono andato a fare un giretto in fondo all'Alpe - dove c'è ricezione, mentre sul resto del Piano non c'è nemmeno mezza tacca - e su ai Laghetti, dove ho potuto mettere i piedi nell'acqua da neve (il Lago Grande è ancora completamente ghiacciato, mentre l'ultimo pezzo di ghiaccio presente sul Lago Piccolo si è sciolto nei giorni in cui ero su). Queste sono le uniche "escursioni" che ho potuto fare: per il resto ci riproverò un altro anno...
Per salire o scendere dal Pian di Crest, ci sono parecchie vie. Quella da San Carlo è la più rapida. Quella che personalmente preferisco - ma che è più lunga - è quella che partendo da Roseto passa da Sedone e dalla Bocchetta del Fornasèl, da dove poi si arriva ai Laghi dell'Antabia.
È possibile fare la traversata fino a Bosco Gurin e anche fino a Robiei (passando dal Ghiacciaio del Basòdino). Infine, il percorso più lungo tra quelli "normali" è quello che da Foroglio percorre la Val Calnégia e sale fino all'Alpe della Crosa, per poi continuare verso la Bocchetta della Crosa e scendere ai Laghi dell'Antabia. È un percorso molto duro: a occhio e per sentito dire ci vogliono circa 6 o 7 ore per portarlo a compimento e una buona preparazione fisica per non "schiattare".
In questo rapporto mi limiterò dunque a parlare del percorso di salita al Piano delle Creste.
La via è molto ben marcata e il sentiero non si può praticamente mancare. Gli anni precedenti, salendo con i bambini di un corso di arrampicata, ci mettevamo sempre intorno alle 3h15, rispettando il cartello presente al punto di partenza. Partendo da San Carlo (938 m), prima del ponte, l'inizio è abbastanza leggero, ma appena superato il terrapieno comincia una serie di scalini per lo più noiosi e che hanno cominciato a mettere le mie gambe alla prova. Devo ammettere che sono in un periodo di poco allenamento, quindi decido di prendermi il mio tempo. Gli scalini passano lentamente, dopo un'ora mi prendo una pausa al Mugnaröö, a circa 1500 m. Ripartendo le gambe sono un po'fredde, ma si riscaldano in fretta. Continuo il mio percorso sulla parte più dura, piuttosto "in piedi", ben sapendo che mancano 400 metri di dislivello fino alla prossima pausa. Avanzo quasi per inerzia, procedendo su questo sentiero che si arrampica su per la valletta laterale alla Bavona. Poi sbuco sul pendio erboso che culmina a Corte Grande, a 1914 m. Lì mi prendo un'ultima pausa: il cartello indica ancora 50 minuti per la capanna. Riparto in tromba e mi ritrovo sul tratto che - seppur meno duro dell'ultimo - mi fa soffrire di più psicologicamente: in alto si intravvede l'entrata all'alpe del Piano, ma sembra ancora lontano! Invece non lo è troppo, e in poco tempo sbuco sul Piano, a circa 2000 metri. Il sorriso mi si dipinge sulle labbra alla vista delle creste che vi danno nome, e guardo con piacere in direzione del Fiorèra, del Mèdola, del Kalberhorn, del Solögna, scoprendole coperte dalla neve e dalle nuvole. Capisco fin da subito che non sarà evidente trovare delle escursioni adatte alle condizioni. Arrivato in capanna, uno sguardo all'orologio mi sorprende: ci ho messo 2h15' a salire, confermando la mia opinione sui cartelli di durata... sono tutti un po'troppo generosi!
Martedì sono andato a fare un giretto in fondo all'Alpe - dove c'è ricezione, mentre sul resto del Piano non c'è nemmeno mezza tacca - e su ai Laghetti, dove ho potuto mettere i piedi nell'acqua da neve (il Lago Grande è ancora completamente ghiacciato, mentre l'ultimo pezzo di ghiaccio presente sul Lago Piccolo si è sciolto nei giorni in cui ero su). Queste sono le uniche "escursioni" che ho potuto fare: per il resto ci riproverò un altro anno...
Per salire o scendere dal Pian di Crest, ci sono parecchie vie. Quella da San Carlo è la più rapida. Quella che personalmente preferisco - ma che è più lunga - è quella che partendo da Roseto passa da Sedone e dalla Bocchetta del Fornasèl, da dove poi si arriva ai Laghi dell'Antabia.
È possibile fare la traversata fino a Bosco Gurin e anche fino a Robiei (passando dal Ghiacciaio del Basòdino). Infine, il percorso più lungo tra quelli "normali" è quello che da Foroglio percorre la Val Calnégia e sale fino all'Alpe della Crosa, per poi continuare verso la Bocchetta della Crosa e scendere ai Laghi dell'Antabia. È un percorso molto duro: a occhio e per sentito dire ci vogliono circa 6 o 7 ore per portarlo a compimento e una buona preparazione fisica per non "schiattare".
Tourengänger:
AlPiano

Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (8)