Dalla Punta di Pezza Comune alla Cima dei Casaletti
L’idea iniziale era semplicemente quella di provare a salire la semisconosciuta Punta di Pezza Comune da Arvogno (Vigezzo) seguendo prima il percorso classico, Alpe Motti-Cappella Pantaleone-Lago Panelatte-Alpe Piana Di Soglio e in fine portarsi sotto la bastionata della triplice cima direttamente per il fornale dove, secondo la relazione Guida Lepontine, esiste un bel canale che consente di uscire tranquillamente in cresta tra la punta centrale e quella N e da qui con pochi facili passi raggiungere la maggiore.
In effetti, la parte rocciosa finale della cima N, per quanto sembri difficoltosa da lontano, si supera invece facilmente utilizzando solo minimamente le mani, in pratica senza mai oltrepassare il livello “Escursionistico” EE.
Dalla Cima Nord appare evidente tutto il versante Agrasino dove è possibile muoversi abbastanza in sicurezza, con passi mai oltre il I, per raggiungere direttamente, via cresta, anche la Pezza Sud… M’interessava la N, la maggiore, ma ormai che ci sono le faccio tutte e tre…
Detto fatto e in breve arrivo anche alla cima S…
Ora che sono in cresta non mi resta che seguirla almeno fino alla Forcola di Larecchio per riprendere così nuovamente il percorso classico del mattino.
Si passano in successione il Passo (mt 2134) e il Pizzo di Campolatte (mt 2305), la depressione 2173, il Pizzo della Forcola (o Fontanalba m t2250) per giungere così alla Forcola di Larecchio (mt 2146), passaggio di collegamento tra le Valli di Vigezzo, d’Agarina ed anche d’Onsernone.
La traversata via cresta può già ritenersi più che soddisfacente terminandola anche qui o tutt’al più sul dirimpettaio Pizzo del Corno (mt 2280) ma, come al solito, quando s’inizia la progressione su vie di cresta difficilmente si riesce a resistere al richiamo della cima successiva…
…un po’ come i bambini con le caramelle…
Così, visto che l’orario è ancora accettabile, dalla cima del Pizzo del Corno, mi abbasso sulla facile dorsale al colletto 2207, ai piedi della cresta N della Pioda di Crana e, con un bel traverso pianeggiante misto roccia-neve, mi porto sotto l’ampia sella adiacente la quota 2396… pochi passi su roccia e tanti su neve ed ecco raggiunta anche la quota 2396.
E ora?
La prima intenzione era quella di salire la cresta Est della Pioda di Crana, per poi scendere a Verzasco con il sentiero classico (EE) ma, visto che non amo assolutamente le ripetizioni e questa blasonata cima l’avevo già raggiunta sia a piedi sia con gli sky, dovevo trovare un'altra variante… sfoglio un attimo la cartina e come d’incanto appare il nome (scritto in piccolo) Casaletti…
.. E vai di Casaletti...questa per me è nuova; devo solo seguire un altro po’ la cresta… un altro bel po’!
In effetti la prospettiva frontale è assai traditoria… le cime sembrano sempre tra loro molto più vicine o addirittura inglobate dalla successiva, ma in seguito si scopre che dietro la prima ce n’è un'altra, poi un’altra, poi ancora un'altra…
Alla fine,dopo 2 ore di frastagliata cresta, con tanti passi di I e di II, ma anche uno di pochi metri di III+ dove si passa prima a cavalcioni e poi appeso a una lama con i piedi nel vuoto, … la croce presente sentenzia in modo inderogabile cosa significa sbagliare... arrivo finalmente alla Cima dei Casaletti.
Anche questa è fatta e, a meno di tentare l’improponibile Campelli-Scheggia, potrei ritenere la traversata conclusa… o meglio quasi conclusa, resta ancora tutta la discesa e un’ultima risalita "spaccagambe" finale Melezzo-Arvogno.
Ore 18,15… dopo quasi 12 ore di camminata sono nuovamente ad Arvogno, stanco ma molto soddisfatto di questa inaspettata Pezza-Casaletti… E anche questa è andata.

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