Pizzo Molare, 2585 da Molare per la Bassa di Nara

Gran bella gita d’ambiente, vuoi per il paesaggio e il contesto naturalistico che per quell’aria “di montagna” che non sempre una cima poco oltre i 2500 offre.
Si parcheggia appena dentro a Molare e ci si inoltra per il bel paesino, dopo la chiesa.. si scende. Si segue il sentiero balcone “Via dei Monti” che già da solo è una bella cosa. Dopo due guadi si incontra a sinistra il bivio per l’Alpe di Nara.  Si vede poco, bisogna prestare attenzione per non andare oltre.
Il sentiero ci porta in una bellissima pecciaia ( bosco di abete rosso ). Luminosa, ricca di scorci, popolata da alberi maestosi. Salire è un piacere. A poco a poco si intuisce il diradarsi della foresta e inizia ad aprirsi il vastissimo paesaggio sulla Leventina e sul gruppo del Campo Tencia che ci accompagnerà per buona parte della gita. A quota 1932 l’Alpe di Nara con il suo gran pratone che sale verso la prossima meta, la Bassa di Nara, 2123. E’ ben riconoscibile per l’arrivo di un impianto sciistico che sale dal versante opposto. Qui si sale a sinistra (segni) fino a raggiungere un pianoro dove si prende in piano a sinistra e si scende un metro su una roccetta per immettersi nel sentiero che taglia a mezza costa il versante occidentale del Pizzo di Nara.  Qui l’ambiente si fa più alpino tra pietraie e rododendri fino a raggiungere un intaglio che permette di valicare la cresta e trovarsi di fronte la nostra meta. Si scende per tracce sulla pietraia e si sale in direzione dei sentieri che portano più o meno direttamente alla Bocchetta di Sasso Bianco, 2404. Per noi qui si è trattato di proseguire malgrado una notevole quantità di neve. La traccia GPS da qui  alla Bocchetta risente di questa situazione. Il canalino del sentiero era completamente intasato e siamo scesi direttamente dal canale proprio sotto l’uscita in cresta proponendoci di valutare la tenuta della neve. Visto che si sprofondava ma.. non proprio fino al prato siamo andati avanti e abbiamo risalito il pendio ripido proprio sotto la Bocchetta tra neve e erba. La cresta si è presentata con tratti di sentiero libero, varianti su erba e brevi tratti innevati. Normalmente si segue un sentierone super panoramico.
Arrivati in cima la croce di vetta ci aspettava semisepolta nella neve e guardando verso la via di salita si potevano vedere delle gran cornici verso la Leventina… ma siamo proprio a giugno??
La discesa si svolge per lo stesso itinerario oppure si può puntare alla Capanna Piandioss, 1860, per poi risalire alla Bassa di Nara, 2123. Questa variante è ovviamente per chi non si accontenta di una buona giornata di marcia e ne vuole aggiungere un po’.