Monticchio (1696 m) - Colma Bella (1678) - Cima del Bonòm (1878 m) - anello in Val Sessera
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Bell'anello nel biellese, sulla panoramica cresta che separa la Val Sessera dalla Val Cervo, condizionato però dal maltempo che inaspettatamente è arrivato fin da metà mattinata.
Si tratta infatti di un'escursione monca: la meta originale era la Cima delle Guardie (2006 m), ma visti i minacciosi nuvoloni neri ho preferito rinunciare all'ultima vetta e abbreviare il percorso, saggia decisione perchè sulla via del ritorno ha iniziato a piovere.
Ma andiamo con ordine. Da tempo volevo visitare questa zona, famosa durante la stagione invernale per il centro fondo di Bocchetto Sessera, abbastanza vicina a Milano e adatta a questo periodo viste le quote non elevate.
Convinto dalle previsioni di un sole splendente fino a metà pomeriggio, decido per un itinerario molto panoramico, che partendo da Bocchetto Sessera percorre tutta la cresta fino alla Cima delle Guardie, passando anche per Monticchio, Colma Bella e Cima del Bonòm.
Da Bocchetto Sessera si imbocca la scalinata con corrimano in legno che rappresenta il punto d'inizio del Sentiero Mountain Fitness, ovvero il sentiero che devo percorrere io e che termina proprio alla Cima delle Guardie. E' un sentiero famoso per i trail-runner, infatti appena partito ne incontro subito due che salgono a gran velocità.
Ci si porta immediatamente sulla larga cresta con panorama fin dai primi metri grandioso sul biellese, sulla pianura e sul Monviso in lontananza.
L'ambiente è di quelli che più mi piacciono: si cammina tra cespugli di rododendro e di mirtillo, mentre il versante nord è coperto da un bosco misto di betulle e abeti. Il sentiero si tiene sempre al di fuori del bosco e segue fedelmente il filo della larga cresta.
Le pendenze sono subito notevoli e anche la breve salita al Monticchio (0 h 40) mi costa una certa fatica, ampiamente ripagata però dai panorami che la giornata, per ora splendida, regala.
Raggiunta la croce del Monticchio si perde qualche metro e, sempre seguendo il filo di cresta, si compiono alcuni saliscendi per giungere quindi alla seconda cima di giornata, la Colma Bella (1 h 00), che è solo un modestissimo rilievo lungo la dorsale.
Da qui perdo quota nuovamente e raggiungo la piccola sella alla base della cima del Bonòm.
Il crinale è sempre largo e facile, anche se i tratti erbosi iniziano ad alternarsi a qualche breve pietraia.
La giornata nel frattempo si è rapidamente guastata: una minacciosa nube nera copre la Cima delle Guardie e grosse nuvole basse corrono veloci verso di me.
Infatti dopo pochi metri di salita verso il Bonòm mi trovo avvolto nella nebbia. Non ci sono comunque problemi di orientamento: la visuale rimane discreta e il sentierino è sempre evidente.
Raggiunta la Cima del Bonòm (1 h 40) esco dalle nuvole basse e posso constatare che in cielo il grigio scuro sta prendendo il sopravvento sull'azzurro, così decido di evitare la salita alla Cima delle Guardie e di iniziare subito la discesa.
Per evitare di ripercorrere la cresta a ritroso decido di scendere verso l'Alpe Artignaga, ben visibile sul fondovalle sotto di me, in cima alla Val Sessera. Da qui poi, seguendo la sterrata che in inverno funge da pista di fondo, si torna comodamente a Bocchetto Sessera.
Per scendere da quella parte però non è indicato alcun sentiero. La carta segna alcune tracce che partono da una sella tra il Bonòm e la Cima delle Guardie, così perdo qualche metro in cresta e la raggiungo (scoprirò poi chiamarsi Bassa del Cugnolo questo punto, mentre il punto segnato sulla mia carta si trova leggermente più in alto verso la Cima delle Guardie e si chiama Bassa di Campo, 1871 m).
Non vedendo nessun sentiero evidente decido quindi per una discesa per direttissima, visto che il pendio è sì ripido ma comunque accessibile (T3).
Con estrema cautela scendo tra dossi erbosi finchè, intorno ai 1725 m di quota non incrocio una traccia di sentiero non marcata ma abbastanza ampia, che in traverso si dirige verso la suggestiva schiera di casette dell'Alpe La Bassa (2 h 05).
Raggiungo quindi le particolari baite, purtroppo quasi tutte fatiscenti, e ritrovo per un attimo un segnavia rosso e bianco. La traccia principale, peraltro poco evidente, pare però continuare a tagliare la montagna con un lungo traverso che non so dove porti (non c'è alcun cartello purtroppo), così, sempre più preoccupato dai nuvoloni neri, decido di continuare la mia direttissima puntando dritto verso la stradina sterrata ben visibile sul fondovalle.
Nell'ultimissimo tratto di discesa ritrovo anche un paio di segnavia, segno che un sentiero che scende di qui teoricamente esisterebbe... evidentemente nessuno si è mai preoccupato di marcarlo come si deve e indicarlo.
Raggiungo comunque la strada in prossimità delle baite dell'Alpe Artignaga di sotto (2 h 25), poste in una verde conca davvero idilliaca, ma che purtroppo non posso godermi a causa del tempo sempre più brutto.
Infatti di lì a poco inizia a piovigginare: nulla di fastidioso se non per il timore che la pioggerella si trasformi in un diluvio. Per fortuna non sarà così e arriverò alla macchina quasi asciutto!
Seguendo la comoda sterrata nel bosco risalgo fino all'agriturismo Alpe Montuccia, quindi rientro in fretta a Bocchetto Sessera (3 h 15).
La beffa sarà poi dall'autostrada vedere verso le cime del Verbano un tempo splendido... e pensare che ero indeciso se andare allo Zeda o venire qui :-((((
Due note sull'escursione:
1) ho indicato T2 come grado di difficoltà, in realtà se esistesse la definirei un T2+, per la discesa dalla Bassa del Cugnolo all'Alpe Artignaga. Sono quasi 400 m di dislivello quasi tutti senza sentiero in cui si procede a vista tra i ripidi prati e bisogna fare un minimo di attenzione.
2) i tempi di percorrenza sono un pò accorciati dal fatto che da metà escursione in poi ho quasi corso per evitare l'acqua, camminando col mio solito passo credo ci avrei impiegato una mezzoretta in più.
Si tratta infatti di un'escursione monca: la meta originale era la Cima delle Guardie (2006 m), ma visti i minacciosi nuvoloni neri ho preferito rinunciare all'ultima vetta e abbreviare il percorso, saggia decisione perchè sulla via del ritorno ha iniziato a piovere.
Ma andiamo con ordine. Da tempo volevo visitare questa zona, famosa durante la stagione invernale per il centro fondo di Bocchetto Sessera, abbastanza vicina a Milano e adatta a questo periodo viste le quote non elevate.
Convinto dalle previsioni di un sole splendente fino a metà pomeriggio, decido per un itinerario molto panoramico, che partendo da Bocchetto Sessera percorre tutta la cresta fino alla Cima delle Guardie, passando anche per Monticchio, Colma Bella e Cima del Bonòm.
Da Bocchetto Sessera si imbocca la scalinata con corrimano in legno che rappresenta il punto d'inizio del Sentiero Mountain Fitness, ovvero il sentiero che devo percorrere io e che termina proprio alla Cima delle Guardie. E' un sentiero famoso per i trail-runner, infatti appena partito ne incontro subito due che salgono a gran velocità.
Ci si porta immediatamente sulla larga cresta con panorama fin dai primi metri grandioso sul biellese, sulla pianura e sul Monviso in lontananza.
L'ambiente è di quelli che più mi piacciono: si cammina tra cespugli di rododendro e di mirtillo, mentre il versante nord è coperto da un bosco misto di betulle e abeti. Il sentiero si tiene sempre al di fuori del bosco e segue fedelmente il filo della larga cresta.
Le pendenze sono subito notevoli e anche la breve salita al Monticchio (0 h 40) mi costa una certa fatica, ampiamente ripagata però dai panorami che la giornata, per ora splendida, regala.
Raggiunta la croce del Monticchio si perde qualche metro e, sempre seguendo il filo di cresta, si compiono alcuni saliscendi per giungere quindi alla seconda cima di giornata, la Colma Bella (1 h 00), che è solo un modestissimo rilievo lungo la dorsale.
Da qui perdo quota nuovamente e raggiungo la piccola sella alla base della cima del Bonòm.
Il crinale è sempre largo e facile, anche se i tratti erbosi iniziano ad alternarsi a qualche breve pietraia.
La giornata nel frattempo si è rapidamente guastata: una minacciosa nube nera copre la Cima delle Guardie e grosse nuvole basse corrono veloci verso di me.
Infatti dopo pochi metri di salita verso il Bonòm mi trovo avvolto nella nebbia. Non ci sono comunque problemi di orientamento: la visuale rimane discreta e il sentierino è sempre evidente.
Raggiunta la Cima del Bonòm (1 h 40) esco dalle nuvole basse e posso constatare che in cielo il grigio scuro sta prendendo il sopravvento sull'azzurro, così decido di evitare la salita alla Cima delle Guardie e di iniziare subito la discesa.
Per evitare di ripercorrere la cresta a ritroso decido di scendere verso l'Alpe Artignaga, ben visibile sul fondovalle sotto di me, in cima alla Val Sessera. Da qui poi, seguendo la sterrata che in inverno funge da pista di fondo, si torna comodamente a Bocchetto Sessera.
Per scendere da quella parte però non è indicato alcun sentiero. La carta segna alcune tracce che partono da una sella tra il Bonòm e la Cima delle Guardie, così perdo qualche metro in cresta e la raggiungo (scoprirò poi chiamarsi Bassa del Cugnolo questo punto, mentre il punto segnato sulla mia carta si trova leggermente più in alto verso la Cima delle Guardie e si chiama Bassa di Campo, 1871 m).
Non vedendo nessun sentiero evidente decido quindi per una discesa per direttissima, visto che il pendio è sì ripido ma comunque accessibile (T3).
Con estrema cautela scendo tra dossi erbosi finchè, intorno ai 1725 m di quota non incrocio una traccia di sentiero non marcata ma abbastanza ampia, che in traverso si dirige verso la suggestiva schiera di casette dell'Alpe La Bassa (2 h 05).
Raggiungo quindi le particolari baite, purtroppo quasi tutte fatiscenti, e ritrovo per un attimo un segnavia rosso e bianco. La traccia principale, peraltro poco evidente, pare però continuare a tagliare la montagna con un lungo traverso che non so dove porti (non c'è alcun cartello purtroppo), così, sempre più preoccupato dai nuvoloni neri, decido di continuare la mia direttissima puntando dritto verso la stradina sterrata ben visibile sul fondovalle.
Nell'ultimissimo tratto di discesa ritrovo anche un paio di segnavia, segno che un sentiero che scende di qui teoricamente esisterebbe... evidentemente nessuno si è mai preoccupato di marcarlo come si deve e indicarlo.
Raggiungo comunque la strada in prossimità delle baite dell'Alpe Artignaga di sotto (2 h 25), poste in una verde conca davvero idilliaca, ma che purtroppo non posso godermi a causa del tempo sempre più brutto.
Infatti di lì a poco inizia a piovigginare: nulla di fastidioso se non per il timore che la pioggerella si trasformi in un diluvio. Per fortuna non sarà così e arriverò alla macchina quasi asciutto!
Seguendo la comoda sterrata nel bosco risalgo fino all'agriturismo Alpe Montuccia, quindi rientro in fretta a Bocchetto Sessera (3 h 15).
La beffa sarà poi dall'autostrada vedere verso le cime del Verbano un tempo splendido... e pensare che ero indeciso se andare allo Zeda o venire qui :-((((
Due note sull'escursione:
1) ho indicato T2 come grado di difficoltà, in realtà se esistesse la definirei un T2+, per la discesa dalla Bassa del Cugnolo all'Alpe Artignaga. Sono quasi 400 m di dislivello quasi tutti senza sentiero in cui si procede a vista tra i ripidi prati e bisogna fare un minimo di attenzione.
2) i tempi di percorrenza sono un pò accorciati dal fatto che da metà escursione in poi ho quasi corso per evitare l'acqua, camminando col mio solito passo credo ci avrei impiegato una mezzoretta in più.
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peter86

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