Grigna Settentrionale 2410 m
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Settimana di acqua e per il week fino all’ultimo le speranze sono poche, domenica asciutta, ma sabato….
In settimana viste le premesse ci organizziamo per fare almeno un giro veloce nelle solite zone e dedicarci poi a tutte quelle cose che inevitabilmente si rimandano.
Il week end si avvicina e per sabato mattina le possibilità di non prendere acqua aumentano c’è chi si sbilancia profetizzando addirittura bel tempo.
Senza fare levatacce ci alziamo come se dovessimo andare a lavorare, veramente un poco dopo, c’è già luce e sembra anche sereno, boh!
Ci prepariamo ma, il tempo di salire in macchina e siamo immersi nella nebbia. Dicono voglia dire bel tempo però se non se ne va…
Fino al Monte Barro, abbiamo poche speranze, dopo la galleria, il miracolo, sereno. Ora dobbiamo decidere.
Sosta caffè al Colle di Balisio, dove incontriamo il solito gruppo del Rif. Tavecchia, scambio d’idee su dove andare, loro in Grigna dal Cainallo e noi? Biandino un’altra volta no per piacere! Artavaggio, serviranno le ciaspole? Può darsi, non ho molta voglia di prenderle. Il Grignone mi guarda, l’anno scorso l’appuntamento in discesa con il “muro del pianto” era sfumato grazie al provvidenziale giro ad anello. Voglio mettermi alla prova su quella che ricordo come una delle peggiori e ripide discese.
Dopo il caffè siamo ancora indecisi, va beh dai proviamo al limite di fermeremo al bivacco Riva-Girani (Comolli). Siamo con la Smart e non ci fidiamo a salire in macchina fino alla cappelletta, tra l’altro ci hanno detto che domenica scorso sono fioccate parecchie multe, c’è, infatti, un’ordinanza che vieta l’accesso dopo il serbatoio dell’acqua, poi chiudono gli occhi, fino al momento in cui fanno man bassa sembra!
Lasciata l’auto al Colle di Balisio partiamo per il Grignone che ci osserva incombente. Fino al Rifugio Pialeral non ci sono né neve né ghiaccio, si comincia a trovare neve solo poco prima.
Man mano che saliamo il tempo peggiora e giunti al bivacco ci ritroviamo nella nebbia. C’è molta neve e scivolosa ma la traccia è ottima.
Marco riesce a contare 15 paletti poi più nulla. Riprendiamo solitari la salita, davanti dovrebbe esserci qualcuno, dietro qualcuno seguirà. Visibilità zero e per far passare il tempo, poiché di fiato per parlare non ce n’è a sufficienza, conto i passi, un passo ogni volta che tiro su il piede destro, saranno all’incirca 800 di varie altezze. Ad un certo punto con la coda dell’occhio vedo una figurina bianca sulla sx, siamo in cresta finalmente! Dopo la sudata per raggiungerla siamo investiti da un vento gelidissimo, sosta per coprirci e per informare la figurina che il suo compagno sta arrivando.
Proseguiamo lungo la cresta, i paletti sono una manna con questa visibilità e raggiungiamo la croce che è nella condizione che desideravo tanto vedere, peccato la luce che non permette di farle una bella foto.
Non entriamo neanche in rifugio, beviamo un poco di te e poi giù velocemente prima che il tempo peggiori ulteriormente.
Superato il bivacco la visibilità migliora, perdo la rotella di un bastoncino, e tra la stanchezza, le scivolate e il bastoncino che spesso affonda fino al manico mi sembra di essere un’ubriaca.
Sosta obbligatoria al Pialeral per mangiare qualcosa e riprendere il controllo delle gambe, poi ultimo sforzo. Qualche goccia d’acqua solo poco prima della cappelletta.
Peccato per il panorama nulla, ma il “muro del pianto” in discesa mi è sembrato meno ostico di quello che ricordavo, sarà stata per la quantità di neve e assenza di ghiaccio che ha permesso una discesa allegra, per la visibilità nulla che non mi ha fatto vedere la lunghezza e la pendenza, non so, magari anche un po’ di esperienza in più! In ogni caso ora l’appuntamento è al prossimo anno (forse)!
DATI GPS
Dislivello 1700
km 14,50
N.B.: (la linea retta della traccia non va considerata. Ci eravamo dimenticati di riaccenderlo dopo la pausa al Pialeral. Andata e ritorno sono uguali)
In settimana viste le premesse ci organizziamo per fare almeno un giro veloce nelle solite zone e dedicarci poi a tutte quelle cose che inevitabilmente si rimandano.
Il week end si avvicina e per sabato mattina le possibilità di non prendere acqua aumentano c’è chi si sbilancia profetizzando addirittura bel tempo.
Senza fare levatacce ci alziamo come se dovessimo andare a lavorare, veramente un poco dopo, c’è già luce e sembra anche sereno, boh!
Ci prepariamo ma, il tempo di salire in macchina e siamo immersi nella nebbia. Dicono voglia dire bel tempo però se non se ne va…
Fino al Monte Barro, abbiamo poche speranze, dopo la galleria, il miracolo, sereno. Ora dobbiamo decidere.
Sosta caffè al Colle di Balisio, dove incontriamo il solito gruppo del Rif. Tavecchia, scambio d’idee su dove andare, loro in Grigna dal Cainallo e noi? Biandino un’altra volta no per piacere! Artavaggio, serviranno le ciaspole? Può darsi, non ho molta voglia di prenderle. Il Grignone mi guarda, l’anno scorso l’appuntamento in discesa con il “muro del pianto” era sfumato grazie al provvidenziale giro ad anello. Voglio mettermi alla prova su quella che ricordo come una delle peggiori e ripide discese.
Dopo il caffè siamo ancora indecisi, va beh dai proviamo al limite di fermeremo al bivacco Riva-Girani (Comolli). Siamo con la Smart e non ci fidiamo a salire in macchina fino alla cappelletta, tra l’altro ci hanno detto che domenica scorso sono fioccate parecchie multe, c’è, infatti, un’ordinanza che vieta l’accesso dopo il serbatoio dell’acqua, poi chiudono gli occhi, fino al momento in cui fanno man bassa sembra!
Lasciata l’auto al Colle di Balisio partiamo per il Grignone che ci osserva incombente. Fino al Rifugio Pialeral non ci sono né neve né ghiaccio, si comincia a trovare neve solo poco prima.
Man mano che saliamo il tempo peggiora e giunti al bivacco ci ritroviamo nella nebbia. C’è molta neve e scivolosa ma la traccia è ottima.
Marco riesce a contare 15 paletti poi più nulla. Riprendiamo solitari la salita, davanti dovrebbe esserci qualcuno, dietro qualcuno seguirà. Visibilità zero e per far passare il tempo, poiché di fiato per parlare non ce n’è a sufficienza, conto i passi, un passo ogni volta che tiro su il piede destro, saranno all’incirca 800 di varie altezze. Ad un certo punto con la coda dell’occhio vedo una figurina bianca sulla sx, siamo in cresta finalmente! Dopo la sudata per raggiungerla siamo investiti da un vento gelidissimo, sosta per coprirci e per informare la figurina che il suo compagno sta arrivando.
Proseguiamo lungo la cresta, i paletti sono una manna con questa visibilità e raggiungiamo la croce che è nella condizione che desideravo tanto vedere, peccato la luce che non permette di farle una bella foto.
Non entriamo neanche in rifugio, beviamo un poco di te e poi giù velocemente prima che il tempo peggiori ulteriormente.
Superato il bivacco la visibilità migliora, perdo la rotella di un bastoncino, e tra la stanchezza, le scivolate e il bastoncino che spesso affonda fino al manico mi sembra di essere un’ubriaca.
Sosta obbligatoria al Pialeral per mangiare qualcosa e riprendere il controllo delle gambe, poi ultimo sforzo. Qualche goccia d’acqua solo poco prima della cappelletta.
Peccato per il panorama nulla, ma il “muro del pianto” in discesa mi è sembrato meno ostico di quello che ricordavo, sarà stata per la quantità di neve e assenza di ghiaccio che ha permesso una discesa allegra, per la visibilità nulla che non mi ha fatto vedere la lunghezza e la pendenza, non so, magari anche un po’ di esperienza in più! In ogni caso ora l’appuntamento è al prossimo anno (forse)!
DATI GPS
Dislivello 1700
km 14,50
N.B.: (la linea retta della traccia non va considerata. Ci eravamo dimenticati di riaccenderlo dopo la pausa al Pialeral. Andata e ritorno sono uguali)
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