Una salita del tutto casuale..........Monte Sodadura m.2010
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Anche quest'oggi la sorte si è accanita contro di noi.....
Il nostro progetto era quello di salire il Piz Lunghin ed è con questo obiettivo in mente che ci troviamo prestissimo, alle 6:15, nel parcheggio del solito Mercatone.
Siamo in 10, tra vecchi e nuovi amici, alcuni non li vedo da tanto tempo, ed è un piacere ritrovarli!
Dopo i soliti convenevoli imbocchiamo la strada per Lecco e nei pressi di Calco ci accorgiamo che sul cruscotto della nostra auto si accende una spia che sembra segnalare il cattivo funzionamento di qualcosa.
Non riusciamo ad interpretare il segnale, il libretto di istruzioni è a casa, e ci fermiamo preoccupati....
Apparentemente sembra che non ci sia nulla di allarmante, ma non ci fidiamo a percorrere troppa strada e Alberto propone di fare qualcosa in zona.
"Si potrebbe salire sul Sodadura...." aggiunge.
Sia a me che a Mauro spiace far rinunciare l'intero gruppo alla salita in programma e invitiamo tutti a procedere senza di noi, ma loro si rifiutano.
Apprezziamo il gesto....non so in quanti l'avrebbero fatto!
Solo Claudio e il suo equipaggio, che hanno seguito un'altra strada e sono ormai lontani, continuano verso la Svizzera.
Rimaniamo in sette!
Arrivati a Moggio Mauro, con gli sci, è quasi obbligato a salire in funivia fino ai Piani d'Artavaggio, invece io e gli altri saliamo a piedi.
Questo sentiero l'abbiamo percorso un paio di mesi fa e come e più di allora lo troviamo ghiacciato per lunghi tratti, che ci obbligano a fare attenzione a dove mettiamo i piedi.
Giunti ai Piani d'Artavaggio io decido che attenderò gli altri al Rifugio Cazzaniga.
So di essere più lenta e non voglio obbligarli ad aspettarmi, anche se, a dire il vero, raggiungerei così volentieri la cima dell'accattivante piramide del Sodadura......
Lella lo intuisce e mi invita a seguirli, dicendomi che mi starà vicina e mi aspetterà.
Accetto e partiamo verso l'imbocco della cresta SW, dove calziamo le ciaspole, per non sprofondare nella neve.
Lella procede tranquilla davanti a me e io la seguo, passo dopo passo.....
In men che non si dica ci ritroviamo sotto un risalto di roccia, che aggiriamo sulla sinistra, superando un tratto ripido, non prima di aver tolto le ciaspole.
Da lì, in un attimo, arriviamo sulla cima.
Grande soddisfazione!
Siamo immersi nelle nuvole: le vediamo correre veloci intorno a noi, sovrapponendosi e scontrandosi, una lotta tra bianco e grigio, che solo di tanto in tanto lascia spazio a qualche raggio di sole.
Mi rendo conto che questa non è stata una gita di ripiego, almeno per me.....
La discesa dalla cresta NW è abbastanza veloce, anche se un breve tratto verticale mi obbliga (o ci obbliga....non lo so bene) a scendere "faccia a monte".
Raggiungiamo quindi il Rifugio Cazzaniga, sulla cui terrazza riusciamo a goderci un po' di sole, in compagnia di un personaggio alquanto singolare, con cui scambiamo quattro chiacchiere.
In verità che parla è solo lui.....noi ascoltiamo e scuotiamo la testa!
Scendiamo poi di nuovo "inciaspolati" seguendo la traccia che porta alla conca dei Campelli per raggiungere il vecchio Rifugio Casari, dove ci ricongiungiamo al sentiero di salita.
Mauro è giù, che ci aspetta da un bel po'......
Anche il Piz Lunghin ci aspetta......
Con me hanno camminato: Alberto, Dalmazio, Jack, Lella, Luigi.
Mauro è salito con gli sci sul Sodadura e sulla Cima Piazzi.
Il reportage fotografico è di Luigi
Il nostro progetto era quello di salire il Piz Lunghin ed è con questo obiettivo in mente che ci troviamo prestissimo, alle 6:15, nel parcheggio del solito Mercatone.
Siamo in 10, tra vecchi e nuovi amici, alcuni non li vedo da tanto tempo, ed è un piacere ritrovarli!
Dopo i soliti convenevoli imbocchiamo la strada per Lecco e nei pressi di Calco ci accorgiamo che sul cruscotto della nostra auto si accende una spia che sembra segnalare il cattivo funzionamento di qualcosa.
Non riusciamo ad interpretare il segnale, il libretto di istruzioni è a casa, e ci fermiamo preoccupati....
Apparentemente sembra che non ci sia nulla di allarmante, ma non ci fidiamo a percorrere troppa strada e Alberto propone di fare qualcosa in zona.
"Si potrebbe salire sul Sodadura...." aggiunge.
Sia a me che a Mauro spiace far rinunciare l'intero gruppo alla salita in programma e invitiamo tutti a procedere senza di noi, ma loro si rifiutano.
Apprezziamo il gesto....non so in quanti l'avrebbero fatto!
Solo Claudio e il suo equipaggio, che hanno seguito un'altra strada e sono ormai lontani, continuano verso la Svizzera.
Rimaniamo in sette!
Arrivati a Moggio Mauro, con gli sci, è quasi obbligato a salire in funivia fino ai Piani d'Artavaggio, invece io e gli altri saliamo a piedi.
Questo sentiero l'abbiamo percorso un paio di mesi fa e come e più di allora lo troviamo ghiacciato per lunghi tratti, che ci obbligano a fare attenzione a dove mettiamo i piedi.
Giunti ai Piani d'Artavaggio io decido che attenderò gli altri al Rifugio Cazzaniga.
So di essere più lenta e non voglio obbligarli ad aspettarmi, anche se, a dire il vero, raggiungerei così volentieri la cima dell'accattivante piramide del Sodadura......
Lella lo intuisce e mi invita a seguirli, dicendomi che mi starà vicina e mi aspetterà.
Accetto e partiamo verso l'imbocco della cresta SW, dove calziamo le ciaspole, per non sprofondare nella neve.
Lella procede tranquilla davanti a me e io la seguo, passo dopo passo.....
In men che non si dica ci ritroviamo sotto un risalto di roccia, che aggiriamo sulla sinistra, superando un tratto ripido, non prima di aver tolto le ciaspole.
Da lì, in un attimo, arriviamo sulla cima.
Grande soddisfazione!
Siamo immersi nelle nuvole: le vediamo correre veloci intorno a noi, sovrapponendosi e scontrandosi, una lotta tra bianco e grigio, che solo di tanto in tanto lascia spazio a qualche raggio di sole.
Mi rendo conto che questa non è stata una gita di ripiego, almeno per me.....
La discesa dalla cresta NW è abbastanza veloce, anche se un breve tratto verticale mi obbliga (o ci obbliga....non lo so bene) a scendere "faccia a monte".
Raggiungiamo quindi il Rifugio Cazzaniga, sulla cui terrazza riusciamo a goderci un po' di sole, in compagnia di un personaggio alquanto singolare, con cui scambiamo quattro chiacchiere.
In verità che parla è solo lui.....noi ascoltiamo e scuotiamo la testa!
Scendiamo poi di nuovo "inciaspolati" seguendo la traccia che porta alla conca dei Campelli per raggiungere il vecchio Rifugio Casari, dove ci ricongiungiamo al sentiero di salita.
Mauro è giù, che ci aspetta da un bel po'......
Anche il Piz Lunghin ci aspetta......
Con me hanno camminato: Alberto, Dalmazio, Jack, Lella, Luigi.
Mauro è salito con gli sci sul Sodadura e sulla Cima Piazzi.
Il reportage fotografico è di Luigi
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