Ferrata del Gemmi-Daubenhorn
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laura&... E' difficile riassumere in poche righe la meravigliosa giornata trascorsa oggi...una giornata fatta di roccia, spazi ampi, sole, pareti verticali, sorrisi e felicità.
Arriviamo al parcheggio che è ancora buio, beviamo un pò di caffè e aspettiamo qualche minuto prima di prepararci per la salita. Alla prima debole luce Domenico nota un "trabail" davanti a noi e mi domanda che cos'è...gli rispondo gongolando: "è la parete che dobbiamo salire!"...mi guarda sbigottito e cerca di convincermi a prender la funivia per fare due passi attorno al lago del Gemmi...ma ogni suo tentativo risulta vano!
Iniziamo a camminare ed è subito salita...la sterrata (che poi diventa mulattiera) è la stessa che porta al passo e si imbocca proprio sotto il parcheggio della funivia, sono 600 metri di dislivello e già da lì si comprende il tipo di giornata che ci aspetta...
In un'oretta siamo all'attacco e al momento di mettere gli imbraghi Domenico prende ( o perde!) tempo..borbotto..siamo partiti presto e davanti a noi non c'è nessuno...sarebbe da sciocchi farsi superare da chi è dietro (si sa che i sassi che cadono non son cosa bella)...finalmente si va.!!!
La prima parte della ferrata è classificata K5 (difficile) e dopo un traverso su una cengia molto esposta inizia subito a salire verticale, dopo un paio d'ore arriviamo ad uno dei punti più belli di questo primo tratto la scala che sale accanto alla bandiera svizzera, ci scattiamo alcune foto e proseguiamo.
Arriviamo al pianoro dove la prima parte della ferrata termina, da lì seguendo il sentiero sulla sinistra c'è la possibilità di ritornare a Leukerbad compiendo un bel giro ad anello...il nostro progetto però è quello di arrivare al Daubenhorn, per cui iniziamo la seconda parte della ferrata, classificata k6, ( molto difficile)...da questo punto in poi la via diventa spettacolare!!! I passaggi sono sempre molto esposti e non esiste altro che la verticalità. La via è attrezzata molto bene, ma per percorrerla, oltre ad un'adeguata resistenza fisica, è necessario non avere problemi con il vuoto attorno. Entriamo in una grotta...dalla luce al buio quasi totale...gli occhi hanno qualche problema ad abituarsi ma dopo pochi secondi vedo ciò che ci aspetta...Domenico è titubante, ci fermiamo indecisi su quale delle due opzioni di via percorrere, facciamo passare i due ragazzi tedeschi che ci seguivano e...(molto democraticamente) decido che via seguiremo: due bei ponticelli traballanti e qualche gradino in ferro...la parete è strapiombante e le braccia si fanno sentire, ma ormai siamo in ballo e opppssss, siamo fuori, ci guardiamo indietro convinti che vedremo Gollum reclamare il suo tesssoro dal fondo della grotta! Siamo allegri, ridiamo come due bambini, abbiamo idea di fermarmi un pò, ma la via non ha zone comode in cui sostare e così continuiamo. Ad un certo punto vediamo la croce di vetta...lontana, lontanissima...ma fermarsi ora sarebbe una pessima idea, per cui andiamo avanti ed imbocchiamo decisi la variante Via Konst, entriamo in un'altra grotta, ma questa volta senza arrampicare, ci fermiamo a scattare qualche foto eppoi capiamo il vero perchè della variante: bisogna aggirare uno spigolo nel vuoto e sotto di noi c'è un salto di un centinaio di metri e tanta aria! Dopo questo panoramico passaggio siamo convinti che nulla ci potrà più sorprendere, (ma ci sbagliamo). Breve pausa caffe su un pianoro provvidenziale e si riparte, l'attenzione è tutta per il traverso che stiamo percorrendo, passiamo la protuberanza rocciosa che ci impedisce di vedere oltre e vediamo la lunga scala che ci aspetta: sembra tosta. Dopo un pò di saliscendi arriviamo sotto la scaletta e ci domandiamo se alla fine troveremo S. Pietro...personalmente mi da da pensare un reggiseno legato sul primo piolo (secondo me lanciato dall'alto per tener fede a quache voto)...boh...andiamo? Andiamo! Gradino dopo gradino noto che le staffe di ancoraggio alla parete diventano sempre più lunghe e che le braccia diventano sempre più acciaiose e dolenti, segno che la parete è strapiombante. Siamo alla fine della scala e S. Pietro non c'è...ma dopo qualche metro vediamo un cartello: congratulazioni per aver percorso questa via!!! Firmiamo il libro di "ferrata" e percorriamo gli ultimi metri che ci separano dalla vetta. Il panorama è mozzafiato e finalmente ci rilassiamo.; tentiamo qualche foto, ma non abbiamo molta voglia di impegnarci e così lasciamo perdere, ora non ci resta che scendere fino al passo del Gemmi...sono due ore di discesa. L'attraversamento del ghiacciaio non ci crea problemi e in pochi minuti siamo sul sentiero (sembre ben segnalato) che ci porterà fino alla funivia. La giornata è strepitosa, il cielo blu e la temperatura fantastica, arrivati al passo ci fermiamo per una birra...siamo molto più che felici e...ovviamente progettiamo altre uscite.
Grazie Domenico per avermi accompagnata in quest'impresa.
lunari clik, clak questo è il solo rumore che si sente per diverse ore alla ferrata del Gemmi : è il suono dei moschettoni di Laura che mi precede in questa lunga e spettacolare salita. Raggiungiamo l'attacco dopo ca 600 di dsl, ci imbraghiamo e subito un rimbrotto: sbrigati, in ferrata non voglio nessuno davanti. Parto seguito come un ombra da un geko dai capelli neri...dopo un pò decido di montare la piccola videocamera sul casco mi fermo e il geko mi svernicia e se ne va....(penso : vai vai che tanto ti riprendo, ma non ho ancora compreso se quando la raggiungevo era perchè ero veloce o perche ogni tanto mi aspettava... e temo che non lo saprò mai!!!) La prima parte di ferrata si sale abbastanza
agevolmente, almeno fino al grande tabellone raffigurante la croce Svizzera. Sembra facile ma gli sguardi al gps per vedere la quota diventano sempre piu frequenti e capisco che la ferrata si sta prendendo la rivincità : la stanchezza si fa sentire e quando arrivo all ultima, lunghissima ,scala tiro un sospiro di sollievo.Firmato il libro di fine ferrata saliamo i pochi mt che mancano alla cima del Daubenhorn.Il panorama è mozzafiato e la visibilità ottima .Scattiamo alcune foto ,mangiamo qualcosa e scendiamo lungo il ghiacciaio omonimo fino alla funivia per Leukerbad.
Concludo ringraziando Laura di avermi portato in un posto veramente bello.
Arriviamo al parcheggio che è ancora buio, beviamo un pò di caffè e aspettiamo qualche minuto prima di prepararci per la salita. Alla prima debole luce Domenico nota un "trabail" davanti a noi e mi domanda che cos'è...gli rispondo gongolando: "è la parete che dobbiamo salire!"...mi guarda sbigottito e cerca di convincermi a prender la funivia per fare due passi attorno al lago del Gemmi...ma ogni suo tentativo risulta vano!
Iniziamo a camminare ed è subito salita...la sterrata (che poi diventa mulattiera) è la stessa che porta al passo e si imbocca proprio sotto il parcheggio della funivia, sono 600 metri di dislivello e già da lì si comprende il tipo di giornata che ci aspetta...
In un'oretta siamo all'attacco e al momento di mettere gli imbraghi Domenico prende ( o perde!) tempo..borbotto..siamo partiti presto e davanti a noi non c'è nessuno...sarebbe da sciocchi farsi superare da chi è dietro (si sa che i sassi che cadono non son cosa bella)...finalmente si va.!!!
La prima parte della ferrata è classificata K5 (difficile) e dopo un traverso su una cengia molto esposta inizia subito a salire verticale, dopo un paio d'ore arriviamo ad uno dei punti più belli di questo primo tratto la scala che sale accanto alla bandiera svizzera, ci scattiamo alcune foto e proseguiamo.
Arriviamo al pianoro dove la prima parte della ferrata termina, da lì seguendo il sentiero sulla sinistra c'è la possibilità di ritornare a Leukerbad compiendo un bel giro ad anello...il nostro progetto però è quello di arrivare al Daubenhorn, per cui iniziamo la seconda parte della ferrata, classificata k6, ( molto difficile)...da questo punto in poi la via diventa spettacolare!!! I passaggi sono sempre molto esposti e non esiste altro che la verticalità. La via è attrezzata molto bene, ma per percorrerla, oltre ad un'adeguata resistenza fisica, è necessario non avere problemi con il vuoto attorno. Entriamo in una grotta...dalla luce al buio quasi totale...gli occhi hanno qualche problema ad abituarsi ma dopo pochi secondi vedo ciò che ci aspetta...Domenico è titubante, ci fermiamo indecisi su quale delle due opzioni di via percorrere, facciamo passare i due ragazzi tedeschi che ci seguivano e...(molto democraticamente) decido che via seguiremo: due bei ponticelli traballanti e qualche gradino in ferro...la parete è strapiombante e le braccia si fanno sentire, ma ormai siamo in ballo e opppssss, siamo fuori, ci guardiamo indietro convinti che vedremo Gollum reclamare il suo tesssoro dal fondo della grotta! Siamo allegri, ridiamo come due bambini, abbiamo idea di fermarmi un pò, ma la via non ha zone comode in cui sostare e così continuiamo. Ad un certo punto vediamo la croce di vetta...lontana, lontanissima...ma fermarsi ora sarebbe una pessima idea, per cui andiamo avanti ed imbocchiamo decisi la variante Via Konst, entriamo in un'altra grotta, ma questa volta senza arrampicare, ci fermiamo a scattare qualche foto eppoi capiamo il vero perchè della variante: bisogna aggirare uno spigolo nel vuoto e sotto di noi c'è un salto di un centinaio di metri e tanta aria! Dopo questo panoramico passaggio siamo convinti che nulla ci potrà più sorprendere, (ma ci sbagliamo). Breve pausa caffe su un pianoro provvidenziale e si riparte, l'attenzione è tutta per il traverso che stiamo percorrendo, passiamo la protuberanza rocciosa che ci impedisce di vedere oltre e vediamo la lunga scala che ci aspetta: sembra tosta. Dopo un pò di saliscendi arriviamo sotto la scaletta e ci domandiamo se alla fine troveremo S. Pietro...personalmente mi da da pensare un reggiseno legato sul primo piolo (secondo me lanciato dall'alto per tener fede a quache voto)...boh...andiamo? Andiamo! Gradino dopo gradino noto che le staffe di ancoraggio alla parete diventano sempre più lunghe e che le braccia diventano sempre più acciaiose e dolenti, segno che la parete è strapiombante. Siamo alla fine della scala e S. Pietro non c'è...ma dopo qualche metro vediamo un cartello: congratulazioni per aver percorso questa via!!! Firmiamo il libro di "ferrata" e percorriamo gli ultimi metri che ci separano dalla vetta. Il panorama è mozzafiato e finalmente ci rilassiamo.; tentiamo qualche foto, ma non abbiamo molta voglia di impegnarci e così lasciamo perdere, ora non ci resta che scendere fino al passo del Gemmi...sono due ore di discesa. L'attraversamento del ghiacciaio non ci crea problemi e in pochi minuti siamo sul sentiero (sembre ben segnalato) che ci porterà fino alla funivia. La giornata è strepitosa, il cielo blu e la temperatura fantastica, arrivati al passo ci fermiamo per una birra...siamo molto più che felici e...ovviamente progettiamo altre uscite.
Grazie Domenico per avermi accompagnata in quest'impresa.
lunari clik, clak questo è il solo rumore che si sente per diverse ore alla ferrata del Gemmi : è il suono dei moschettoni di Laura che mi precede in questa lunga e spettacolare salita. Raggiungiamo l'attacco dopo ca 600 di dsl, ci imbraghiamo e subito un rimbrotto: sbrigati, in ferrata non voglio nessuno davanti. Parto seguito come un ombra da un geko dai capelli neri...dopo un pò decido di montare la piccola videocamera sul casco mi fermo e il geko mi svernicia e se ne va....(penso : vai vai che tanto ti riprendo, ma non ho ancora compreso se quando la raggiungevo era perchè ero veloce o perche ogni tanto mi aspettava... e temo che non lo saprò mai!!!) La prima parte di ferrata si sale abbastanza
agevolmente, almeno fino al grande tabellone raffigurante la croce Svizzera. Sembra facile ma gli sguardi al gps per vedere la quota diventano sempre piu frequenti e capisco che la ferrata si sta prendendo la rivincità : la stanchezza si fa sentire e quando arrivo all ultima, lunghissima ,scala tiro un sospiro di sollievo.Firmato il libro di fine ferrata saliamo i pochi mt che mancano alla cima del Daubenhorn.Il panorama è mozzafiato e la visibilità ottima .Scattiamo alcune foto ,mangiamo qualcosa e scendiamo lungo il ghiacciaio omonimo fino alla funivia per Leukerbad.
Concludo ringraziando Laura di avermi portato in un posto veramente bello.
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