Alpe Devero cap IV: monte Cazzola (m 2330)
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Dopo la mattinata al Sangiatto e la pausa pranzo al Fattorini, dalla finestra della locanda Alpino guardo la piana di Devero grigia grigia in alternanza tra il buon senso di schiacciare un pisolino e l'incoscienza di infilare gli scarponi. Le nebbie che si alzano un pochino, senza peraltro lasciar nulla di buono sperare, mi fanno propendere per la seconda scelta.
Provo ad andare sul Cazzola che sarà pur scelta incosciente ma piuttosto ponderata. Questa vetta infatti è molto vicina, non presenta pericoli oggettivi e dovrei orientarmi con relativa facilità.
Così vado, veloce come un treno raggiungo l'alpe Misanco passando da località Pedemonte su sentiero ben evidente. In un quarto d'ora sono all'alpe, oggi deserta perchè le mandrie sono più su, a Buscagna.
Con l'aiuto di un segnavia che indica la vetta a un'ora e dieci, continuo in salita tralasciando la deviazione per il lago Nero. La valletta da risalire sembra non finire mai, i chilometri del mattino si fanno sentire, provo a rallentare ma non ci riesco.
Esco in piano fradicio di umidità che esce da dentro e riveste da fuori. Adesso la nebbia è cosa seria, il sentiero tende a perdersi per prati confuso da tracce di bestiame che vanno ovunque.
So dov'è la vetta, così provo a puntarla procedendo liberamente per prati verso quello che direi il sud. Aggiro qualche grossa fenditura sul terreno (carsismo?) e raggiungo un dosso che provo a risalire. Qualche ometto che vedo solo quando ci vado a sbattere mi da coraggio e accelero consumando le ultime forze.
Penso che la vetta dovrebbe essere vicina, un refolo d'aria gelida che apre le nebbie me lo conferma: la croce è lì, a tre metri e io sono arrivato. Mi compiaccio (anche dei tempi di salita) e mi preparo ai soliti rituali di vetta che adesso non è il caso di elencare.
Un paio di tuoni che sembran colpi di cannone arrivano d a Buscagna, la pioggia si fa violenta e il cielo nero nero.
Ciao ciao vetta, ciao ciao rituali, Rochi si volta e torna giù camminando con grande cautela perchè perdere l'orientamento adesso significa andar giù domani mattina.
Un passo dopo l'altro, un segno dopo l'altro, un ometto dopo l'altro cerco di districarmi in questo deserto verde e grigio finchè, con un sospiro di sollievo giungo all'imbocco della sopracitata valletta dove la traccia è evidentissima.
In un attimo sono di nuovo a Misanco e quindi a Devero.
Avrei voluto, anche in questo caso, fare un anello passando magari dagli impianti di sci o dai passi di Buscagna ma oggi mi sento fiero del mio buon senso o forse della mia paura che in fondo son la stessa cosa.
Sviluppo: 9 km.
Provo ad andare sul Cazzola che sarà pur scelta incosciente ma piuttosto ponderata. Questa vetta infatti è molto vicina, non presenta pericoli oggettivi e dovrei orientarmi con relativa facilità.
Così vado, veloce come un treno raggiungo l'alpe Misanco passando da località Pedemonte su sentiero ben evidente. In un quarto d'ora sono all'alpe, oggi deserta perchè le mandrie sono più su, a Buscagna.
Con l'aiuto di un segnavia che indica la vetta a un'ora e dieci, continuo in salita tralasciando la deviazione per il lago Nero. La valletta da risalire sembra non finire mai, i chilometri del mattino si fanno sentire, provo a rallentare ma non ci riesco.
Esco in piano fradicio di umidità che esce da dentro e riveste da fuori. Adesso la nebbia è cosa seria, il sentiero tende a perdersi per prati confuso da tracce di bestiame che vanno ovunque.
So dov'è la vetta, così provo a puntarla procedendo liberamente per prati verso quello che direi il sud. Aggiro qualche grossa fenditura sul terreno (carsismo?) e raggiungo un dosso che provo a risalire. Qualche ometto che vedo solo quando ci vado a sbattere mi da coraggio e accelero consumando le ultime forze.
Penso che la vetta dovrebbe essere vicina, un refolo d'aria gelida che apre le nebbie me lo conferma: la croce è lì, a tre metri e io sono arrivato. Mi compiaccio (anche dei tempi di salita) e mi preparo ai soliti rituali di vetta che adesso non è il caso di elencare.
Un paio di tuoni che sembran colpi di cannone arrivano d a Buscagna, la pioggia si fa violenta e il cielo nero nero.
Ciao ciao vetta, ciao ciao rituali, Rochi si volta e torna giù camminando con grande cautela perchè perdere l'orientamento adesso significa andar giù domani mattina.
Un passo dopo l'altro, un segno dopo l'altro, un ometto dopo l'altro cerco di districarmi in questo deserto verde e grigio finchè, con un sospiro di sollievo giungo all'imbocco della sopracitata valletta dove la traccia è evidentissima.
In un attimo sono di nuovo a Misanco e quindi a Devero.
Avrei voluto, anche in questo caso, fare un anello passando magari dagli impianti di sci o dai passi di Buscagna ma oggi mi sento fiero del mio buon senso o forse della mia paura che in fondo son la stessa cosa.
Sviluppo: 9 km.
Tourengänger:
rochi

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