Val Troncone all inclusive
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Visto l'arrivo del tremendo anticiclone subtropicale (ribattezzato "Lucifero" dai media italiani) decidiamo per un giro in quota e ce la prendiamo comoda prevedendo tre pernottamenti (ovvero tre notti passate con temperature umane e non nel forno della pianura padana). Il percorso, molto bello e poco frequentato, permette di visitare quasi tutta la parte alta della val Troncone, il più meridionale dei rami in cui si divide la valle Antrona sopra il paese di Antronapiana. In realtà mancano all'appello le coronette di Camposecco, che ci prefiggiamo di visitare un'altra volta (e che complicherebbero un po' la logistica del giro, in quanto la discesa naturale è a Cheggio).
Visto che spalmando il giro in 4 giorni (in realtà 3 e un pezzetto, dato che siamo partiti alle 18.30) le tappe non risultano molto lunghe (a parte l'ultima), abbiamo inserito la salita a due cime molto panoramiche: la punta Saas e l'Ofentalhorn. Nel seguito descrivo le varie tranche del percorso indicando difficoltà, tempi (che cerco di rapportare a un camminatore medio) ed eventuali osservazioni.
Parking Campliccioli - bivacco Camposecco: problemi zero, ma sentiero a tratti irregolare e dal fondo faticoso a gradoni, specie nella parte bassa. Ho sempre trovato il lago di Camposecco un posto bellissimo, che offre un'atmosfera isolata selvaggia nonostante la presenza della diga e delle infrastrutture connesse. Tempo 2h30, difficoltà T2-T3.
Bivacco Camposecco - lago Cingino: ripida e faticosa, anche se veloce, la discesa da Camposecco alla condotta forzata. Il tunnel è sconsigliato ai claustrofobici e piuttosto disagevole per chi è molto alto. Sulla diga di Cingino gli stambecchi non mancano mai (stavolta solo 2). Tempo 1h45, difficoltà T3.
Lago Cingino - passo di Saas: è forse il sentiero piu bello e comodo della valle, sempre dolce e regolare, tranne nell'ultimo tratto dove diventa un pochino piu ripido; nonostante dal basso il passo sembri inaccessibile, la salita non presenta alcuna difficoltà: infatti l'ultima fascia di rocce si supera grazie a una magica larga cengia naturale. Tempo 1h30, difficoltà T2.
Passo di Saas - Cresta Biwak: percorso libero su sfasciumi (nella prima parte) e grossi blocchi (presso il bivacco). Nessuna difficoltà, ma faticoso, anche per la quota. Spettacolare il panorama dal bivacco e sempre notevole la variazione d'ambiente quando si cambia versante. Tempo 0h40, difficoltà T3+.
Cresta Biwak - Latelhorn: pendio di terra e sfasciumi fino al passo di Camposecco, quindi cresta con passaggi esposti. Tempo 0h30, difficoltà T4.
Passo di Saas - Jazziluecke: nonostante l'esposizione del versante, almeno con tempo asciutto e con mancanza di neve, nessun problema e nessuna difficoltà (a meno di soffrire molto di vertigini), grazie a una cengia ancora più magica di quella del passo di Antrona, esposta ma larga e ampiamente attrezzata con cavi metallici. Il tratto un pochino più faticoso ed esposto si trova in realtà nella prima parte della salita, poco sopra il passo di Antrona. Tempo 0h45, difficoltà T3+.
Jazziluecke - passo di Antigine: scendendo dal passo di Cingino, o Jazziluecke che dir si voglia, circa a quota 3000 si incontrano dei segni di vernice che deviano a sinistra (non sono presenti indicazioni o cartelli). Questi segni indicano l'inizio del traverso che porta direttamente al passo e al bivacco di Antigine senza bisogno di scendere nel fondovalle. In genere non c'è traccia, ma il terreno è facile e alcuni ometti orientano verso la strada migliore. Al bivacco Antigine in genere non si trova acqua corrente (scendere di 60-70 metri di quota sul versante svizzero fino a un pianoro con ruscelli). Tempo 1h, difficoltà T3.
Passo di Antigine - Ofentalhorn: essendo arrivati presto al bivacco Antigine, ci siamo concessi questa cimetta, consigliabilissima per il panorama e non difficile da salire. Infatti si passa su un largo crestone di blocchi, mai esposto anche se ripido e faticoso specie nell'ultima parte. Tempo 1h, difficoltà T4-.
Passo di Antigine - condotta dell'acqua q.2250: il pendio immediatamente sotto il passo è piuttosto ripido e ci sono due possibilità per affrontarlo:o si va a destra seguendo i segni (traverso su sfasciumi + canalino di roccette), o si scende più direttamente verso sinistra (traccia franosa ma evidente) tenendosi poi, fin dove possibile, direttamente sotto alle rocce che difendono il passo. Le possibilità sono grosso modo equivalenti (forse la prima è migliore per la salita e la seconda per la discesa). Cento metri sotto il passo la pendenza si addolcisce e si seguono i segni senza ulteriori problemi fino a incrociare la condotta dell'acqua che proviene da Cingino a q.2280 circa. Tempo 1h, difficoltà T3+.
Condotta dell'acqua q.2250 - alpe Larciero: sorprendentemente è stato per noi di gran lunga il tratto più faticoso e impegnativo. Non ci sono difficoltà, ma almeno fino all'alpe delle Lonze si cammina quasi sempre senza traccia, spesso attraversando pietraie, oppure in mezzo ad arbusti (il termine adatto è "ravanata"), con vari saliscendi. Fare attenzione ai segni (sempre presenti, ma più visibili se si va in direzione opposta). Dall'alpe delle Lonze si entra nel bosco e il percorso diventa assai più evidente, anche se il sentiero è sempre ridotto a una traccia piuttosto esile (insomma, in questa valle di sentieri-autostrada non ce ne sono, e da un certo punto di vista è meglio cosi`). Peraltro l'ambiente è splendido e selvaggio. Tempo 3h, difficoltà T3+
Alpe Larciero - Alpe Torgna: già stanchi, per risparmiare tempo abbiamo cercato (e fortunatamente trovato) il vecchio sentiero, correttamente riportato sulla CNS, che scende da Larciero verso la baita q.1585 (alpe Torgna). Per trovare l'inizio occorre scendere direttamente i prati dell'alpe Larciero. In fondo a questi si nota un bollo giallo su un larice, che segnala l'inizio della traccia. La fascia rocciosa sotto l'alpeggio si supera grazie a due scalinate di roccia (modello "Ticino Selvaggio") molto ripide e un po' diroccate, ma comunque percorribili. Tempo 0h25, difficoltà T4-
Alpe Torgna - Campliccioli: largo sentierone (finalmente si torna a casa). Solo qui incontriamo diversi gruppi di escursionisti, nel resto del giro avremo visto al massimo una quindicina di altre persone, la maggior parte di queste a Cingino.Tempo 0h45, difficoltà T2.
Visto che spalmando il giro in 4 giorni (in realtà 3 e un pezzetto, dato che siamo partiti alle 18.30) le tappe non risultano molto lunghe (a parte l'ultima), abbiamo inserito la salita a due cime molto panoramiche: la punta Saas e l'Ofentalhorn. Nel seguito descrivo le varie tranche del percorso indicando difficoltà, tempi (che cerco di rapportare a un camminatore medio) ed eventuali osservazioni.
Parking Campliccioli - bivacco Camposecco: problemi zero, ma sentiero a tratti irregolare e dal fondo faticoso a gradoni, specie nella parte bassa. Ho sempre trovato il lago di Camposecco un posto bellissimo, che offre un'atmosfera isolata selvaggia nonostante la presenza della diga e delle infrastrutture connesse. Tempo 2h30, difficoltà T2-T3.
Bivacco Camposecco - lago Cingino: ripida e faticosa, anche se veloce, la discesa da Camposecco alla condotta forzata. Il tunnel è sconsigliato ai claustrofobici e piuttosto disagevole per chi è molto alto. Sulla diga di Cingino gli stambecchi non mancano mai (stavolta solo 2). Tempo 1h45, difficoltà T3.
Lago Cingino - passo di Saas: è forse il sentiero piu bello e comodo della valle, sempre dolce e regolare, tranne nell'ultimo tratto dove diventa un pochino piu ripido; nonostante dal basso il passo sembri inaccessibile, la salita non presenta alcuna difficoltà: infatti l'ultima fascia di rocce si supera grazie a una magica larga cengia naturale. Tempo 1h30, difficoltà T2.
Passo di Saas - Cresta Biwak: percorso libero su sfasciumi (nella prima parte) e grossi blocchi (presso il bivacco). Nessuna difficoltà, ma faticoso, anche per la quota. Spettacolare il panorama dal bivacco e sempre notevole la variazione d'ambiente quando si cambia versante. Tempo 0h40, difficoltà T3+.
Cresta Biwak - Latelhorn: pendio di terra e sfasciumi fino al passo di Camposecco, quindi cresta con passaggi esposti. Tempo 0h30, difficoltà T4.
Passo di Saas - Jazziluecke: nonostante l'esposizione del versante, almeno con tempo asciutto e con mancanza di neve, nessun problema e nessuna difficoltà (a meno di soffrire molto di vertigini), grazie a una cengia ancora più magica di quella del passo di Antrona, esposta ma larga e ampiamente attrezzata con cavi metallici. Il tratto un pochino più faticoso ed esposto si trova in realtà nella prima parte della salita, poco sopra il passo di Antrona. Tempo 0h45, difficoltà T3+.
Jazziluecke - passo di Antigine: scendendo dal passo di Cingino, o Jazziluecke che dir si voglia, circa a quota 3000 si incontrano dei segni di vernice che deviano a sinistra (non sono presenti indicazioni o cartelli). Questi segni indicano l'inizio del traverso che porta direttamente al passo e al bivacco di Antigine senza bisogno di scendere nel fondovalle. In genere non c'è traccia, ma il terreno è facile e alcuni ometti orientano verso la strada migliore. Al bivacco Antigine in genere non si trova acqua corrente (scendere di 60-70 metri di quota sul versante svizzero fino a un pianoro con ruscelli). Tempo 1h, difficoltà T3.
Passo di Antigine - Ofentalhorn: essendo arrivati presto al bivacco Antigine, ci siamo concessi questa cimetta, consigliabilissima per il panorama e non difficile da salire. Infatti si passa su un largo crestone di blocchi, mai esposto anche se ripido e faticoso specie nell'ultima parte. Tempo 1h, difficoltà T4-.
Passo di Antigine - condotta dell'acqua q.2250: il pendio immediatamente sotto il passo è piuttosto ripido e ci sono due possibilità per affrontarlo:o si va a destra seguendo i segni (traverso su sfasciumi + canalino di roccette), o si scende più direttamente verso sinistra (traccia franosa ma evidente) tenendosi poi, fin dove possibile, direttamente sotto alle rocce che difendono il passo. Le possibilità sono grosso modo equivalenti (forse la prima è migliore per la salita e la seconda per la discesa). Cento metri sotto il passo la pendenza si addolcisce e si seguono i segni senza ulteriori problemi fino a incrociare la condotta dell'acqua che proviene da Cingino a q.2280 circa. Tempo 1h, difficoltà T3+.
Condotta dell'acqua q.2250 - alpe Larciero: sorprendentemente è stato per noi di gran lunga il tratto più faticoso e impegnativo. Non ci sono difficoltà, ma almeno fino all'alpe delle Lonze si cammina quasi sempre senza traccia, spesso attraversando pietraie, oppure in mezzo ad arbusti (il termine adatto è "ravanata"), con vari saliscendi. Fare attenzione ai segni (sempre presenti, ma più visibili se si va in direzione opposta). Dall'alpe delle Lonze si entra nel bosco e il percorso diventa assai più evidente, anche se il sentiero è sempre ridotto a una traccia piuttosto esile (insomma, in questa valle di sentieri-autostrada non ce ne sono, e da un certo punto di vista è meglio cosi`). Peraltro l'ambiente è splendido e selvaggio. Tempo 3h, difficoltà T3+
Alpe Larciero - Alpe Torgna: già stanchi, per risparmiare tempo abbiamo cercato (e fortunatamente trovato) il vecchio sentiero, correttamente riportato sulla CNS, che scende da Larciero verso la baita q.1585 (alpe Torgna). Per trovare l'inizio occorre scendere direttamente i prati dell'alpe Larciero. In fondo a questi si nota un bollo giallo su un larice, che segnala l'inizio della traccia. La fascia rocciosa sotto l'alpeggio si supera grazie a due scalinate di roccia (modello "Ticino Selvaggio") molto ripide e un po' diroccate, ma comunque percorribili. Tempo 0h25, difficoltà T4-
Alpe Torgna - Campliccioli: largo sentierone (finalmente si torna a casa). Solo qui incontriamo diversi gruppi di escursionisti, nel resto del giro avremo visto al massimo una quindicina di altre persone, la maggior parte di queste a Cingino.Tempo 0h45, difficoltà T2.
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Nando,
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