Anello con l’ombrello: Sigirino – Gradiccioli - Tamaro
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Immagino che ci si debba sentire così quando si viene traditi da colei o da colui in cui si ripone una fiducia incrollabile. Io sono stato tradito dalla meteo. Studiavo e controllavo giornalmente l’andamento delle previsioni di questi luminari del modello matematico e ne avevo ricavato l’idea che di giorni belli questa settimana non ce ne fossero; però mi confortava che per giovedì e per venerdì si parlasse di brevi piovaschi limitati a un paio d’ore e poi alternanza di sole e nubi. Allora scelgo venerdì e….prima delusione: giovedì giornata stupenda! Dico: pazienza, venerdì sarà la stessa cosa. Inoltre dalle previsioni locali capisco che al Generoso ci sarebbero stati temporali ma al Tamaro no. Forte di ciò opto per un giro anulare con partenza da Sigirino e circuito che tocca prima Tamaro, poi Gradiccioli e rientro per un percorso inedito ancora a Sigirino.
Giungo nell’ameno paesino e riscontrando che l’asfalto era bagnato commento scherzosamente con una signora che visto che era già piovuto….potevo stare tranquillo.
In realtà tanto tranquillo non ero perché malgrado gli auspici in alto vedevo ovunque solo paesaggi fumosi o nuvolosi; ma mosso dalla mia fede (e poi ormai ero in ballo) continuavo a salire per la bella mulattiera verso Monti di Sigirino. Toccavo poi alcune alpi facenti parte del circuito per la protezione delle sorgenti e per sentiero ormai alpino giungevo in cresta alla Bassa di Indemini. Di qui salivo al Tamaro nella nebbia più assoluta confortato dal fatto di conoscere questi monti meglio delle mie tasche e giungevo in vetta. Micro-sosta tra i molti ometti e giù di corsa di nuovo alla bassa di Indemini, poi a quella di Montoia dove lasciavo la scorciatoia per il Monte Lema e aggredivo le pendici del Gradiccioli in vetta al quale giungevo immerso, anche qui, in una atmosfera irreale. Un breve saluto alla croce con pluri-fotografata lapide e riprendo il cammino lungo la cresta orientale del Gradiccioli; finora le tracce di sentiero erano pulite e decise ma adesso diventa difficile individuarle e procedo nell’erba piuttosto folta. Evidentemente questa parte di percorso non è così frequentata. Procedo quindi con prudenza usando i bastoncini per “frugare” e “fugare” pericolose presenze nell’erba alta quando sento una sorta di rumore di aereo che dopo una breve riflessione capisco essere invece un bel tuono. Difatti la cresta dal Lema al Gradiccioli alle mie spalle è rivestita da nubi nere poco rassicuranti; cerco di accelerare il passo per giungere a La Bassa dove avrei dovuto svoltare per un percorso per me tutto nuovo e citato solo sulla carta che, si sa, a volte fornisce sorprese. Nel frattempo iniziava a piovere ma tra bastoncini e ombrello optavo per i primi per le ragioni citate prima. Giunto a La Bassa cerco l’inizio del fantomatico sentiero che si pone tra quello che risale verso l’Alpe Cusello e quello che porta ad Arosio; sotto l’acqua ormai copiosa, tra fulmini e tuoni (dai i quali mi difendo con le statistiche) mi pare di intravedere una traccia che seguo fino a rendermi conto dal GPS che sono più alto del dovuto. Allora scendo con estrema circospezione nel bosco lungo la china ormai intrisa d’acqua e dopo qualche acrobazia per evitare una lunga scivolata arrivo al sentiero giusto. Sospiro di sollievo, ripongo i bastoncini e apro l’ombrellino ma il sentiero fa parte di quelli di categoria NU (non usati) e come tale ogni tanto si perde, a volte è franato, insomma mi raccomando a San Gippiesse che come sempre mi conduce in porto cioè arrivo nuovamente ai Monti di Sigirino. Di lì fino all’auto la prendo con allegria; ormai ben bagnato ma “singing in the rain” scendo comunque allegro con gli scarponi (vecchi) che non ce la fanno più, aperti da tutte le parti ma che si sforzano anch’essi di condurmi alla meta.
Conclusione: non avevo mai preso acqua in montagna né tantomeno temporali se non brevi pioggerelle. Esperienza da fare perché come ogni esperienza insegna a comportarsi, a valutare se stessi di fronte alle difficoltà e a memorizzare gli errori che si fanno in questi frangenti.
Grazie GPS e grazie agli scarponi che manderò in onorevole e meritata pensione.
P.S.: Giunto al confine svizzero una simpatica e bella benzinaia mi confermava che sul Generoso e in generale su Lugano era stato bello e anzi auspicava che un po’ d’acqua giungesse lì prima di sera. L’ho salutata con un sorriso sotto i baffi pensando che di acqua io ne avevo avuto a iosa.
I tempi (per i precisi):
Località |
Tempo parziale |
Progressivo |
Sigirino 437m |
0 |
0 |
Monti Sigirino 881m |
0:54 |
0:54 |
Bassa di Indemini 1734m |
2:15 |
3:09 |
Tamaro 1962m |
0:32 |
3:41 |
Bassa di Indemini 1734m |
0:20 |
4:01 |
Bassa di Montoia 1764m |
0:15 |
4:16 |
Gradiccioli 1936m |
0:22 |
4:38 |
La Bassa 1371m |
1:04 |
5:42 |
Monti Sigirino 881m |
1:10 |
6:52 |
Sigirino 437m |
0:48 |
7:40 |
Pillole….di sudore e di fatica:
Dislivello salita/discesa 1810m
Lunghezza totale 21,1 km
Tempo totale lordo 7h40’
Tempo totale senza soste 7h30’
Soste totali 10’
Pendenza media < 20%
Pendenza max 35% (salita al Tamaro)

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