Grande Tête de By (3588 m)
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Ascensione alla Grande Tete de By, cima sul confine italo- svizzero a ridosso dell'imponente massiccio del Gran Combin. Vetta di grande soddisfazione visto gli scenari offerti: la sottostante conca di By, le Alpi Pennine, il Gran Paradiso, il Monte Bianco. Gita di due giorni organizzata dal CAI di Laveno e condotta da Roberto a cui partecipano 13 escursionisti.
Lasciamo le macchine nel parcheggio all'entrata di Glacier (1553) e, tornando un centinaio di metri indietro sulla strada imbocchiamo la mulattiera che si alza sulla costa boscosa della montagna. E' mezzogiorno e fa molto caldo, gli zaini sono pesanti per via delle attrezzature (ramponi, picozza, imbragatura e corde) e questi fattori renderanno faticosa la lunga salita. Seguiamo i segnavia col N°4 per il rifugio Amianthe. La mulattiera si alza sulla costa boscosa, passa dall'Alpe Pont e diventa sentiero. Raggiungiamo una terrazza su placche rocciose affacciata alla valle, proseguiamo la salita immettendoci su una strada sterrata e, al bivio, teniamo la destra entrando nella Comba di By. La strada prosegue pianeggiante restando distante dal Lago artificiale di By (1988) fino alle baite dell'alpe in località By (2050) dove ci riforniamo di acqua. La via, ora diventata sentiero, prosegue tra pascoli fioriti, attraversa la strada poderale, e continua a salire dolcemente inoltrandosi nella conca. Superiamo un torrente e arriviamo all'Alpe Le Baracche (2303), alpeggio a semibotte, mimetizzato dall'alto nell'erba. Le pendenze si fanno più decise e proseguiamo in direzione della bastionata rocciosa sopra la quale si intravede la bandiera del rifugio. Guadato un torrente, il sentiero si fa sempre più ripido salendo a zigzag su terreno detritico fino al tratto attrezzato con scalini e corde che aiutano a salire su un intaglio sulla balza rocciosa che porta sopra la bastionata dove un percorso sassoso ci porta brevemente al Rifugio Chiarella all'Amianthe (2979). Subito dopo l'arrivo di tutto il gruppo, giunto alla spicciolata, una violenta grandinata investe la montagna. Alloggiamo nella vecchia e spartana capanna adibita anche a rifugio invernale che giusto quest'anno compie un secolo dalla costruzione. Ceniamo nella sezione nuova del rifugio (del 1976) ottimamente gestito dagli amici del CAI di Chiavari. Durante la cena ci accordiamo sul da farsi: sveglia l'indomani alle 5.00, colazione alle 5.15, partenza alle 5.30- 5.45. La salita alla cima non è lunga (2h30'- 3h00') ma è bene partire presto per evitare la neve molle e perchè ci aspetta una lunga discesa. Facciamo conoscenza del'unico ospite oltre a noi del rifugio: è un ragazzo olandese che decide di unirsi al nostro gruppo per salire la cima. Domenica mattina durante la colazione l'arrivo di un temporale cambia i nostri piani quindi aspettiamo l'evolversi del tempo. Alle 6.30 visto che ha smesso di piovere ma le nuvole non hanno l'aria di aprirsi, decidiamo di partire comunque verso il vicino Col d'Amianthe, poi si vedrà. Subito dietro il rifugio iniziamo la salita sui nevai, seguendo la direzione degli ometti nelle zone detritiche. Pieghiamo prima a sinistra in direzione del Col Garrone poi a destra fino al'intaglio del Col d'Amianthe (3308) dove si entra in territorio svizzero. Al colle veniamo accolti da forti venti, il tempo non si apre ma, se non altro c'è buona visibilità sul nostro percorso per cui, calzati i ramponi, iniziamo il cammino sul ghiacciaio. Siamo sotto la cima ma la via normale prevede l'aggiramento della rocce sommitali con l'attraversamento di tutto il ghiacciaio di Mont Durand e la salita dal versante opposto. Non ci sono tracce per cui siamo i primi della stagione a segnare la via. Perdiamo quota scendendo lungo il vallone glaciale poi tagliamo il pendio in direzione della base del Gran Combin. Col senno di poi sarebbe stato meglio perdere ancora una trentina di metri di quota per poter attraversare il ghiacciaio quasi in piano, il pendio che abbiamo tagliato presentava notevoli pendenze. Attraversato il ghiacciaio iniziamo la risalita puntando verso la sella di Sonadon. Non ci sono ancora crepacci e la neve ha buona consistenza. Pieghiamo progressivamente a sinistra fino ad arrivare alla cresta, prima nevosa, poi su facile rocce detritiche che ci porta brevemente alla cima della Grande Tete de By (3588). Dopo una breve sosta riprendiamo la via sullo stesso tragitto dell'andata. Le nuvole non si aprono, non vediamo il sole, e le temperature prossime allo zero mantengono una sufficiente consistenza del manto nevoso. Scendiamo e riattraversiamo il ghiacciaio, risaliamo al colle e, in breve siamo al rifugio. Sono le 11.30, ci aspetta la discesa dai 7°C del rifugio ai 30°C in valle. Ripercorriamo il sentiero di salita con una breve deviazione vicino al lago artificiale di By per passare da Casa Farinet (2009), abitazione in cui soggiornò il presidente Einaudi. Dopo una breve pioggerella, alle 14.50 siamo tutti al posteggio di Glacier.
Tutto sommato, viste le condizioni meteo, abbiamo raggiunto il miglior risultato possibile: siamo arrivati tutti in vetta, senza grossi rischi ed evitando acquazzoni o temporali.
Lasciamo le macchine nel parcheggio all'entrata di Glacier (1553) e, tornando un centinaio di metri indietro sulla strada imbocchiamo la mulattiera che si alza sulla costa boscosa della montagna. E' mezzogiorno e fa molto caldo, gli zaini sono pesanti per via delle attrezzature (ramponi, picozza, imbragatura e corde) e questi fattori renderanno faticosa la lunga salita. Seguiamo i segnavia col N°4 per il rifugio Amianthe. La mulattiera si alza sulla costa boscosa, passa dall'Alpe Pont e diventa sentiero. Raggiungiamo una terrazza su placche rocciose affacciata alla valle, proseguiamo la salita immettendoci su una strada sterrata e, al bivio, teniamo la destra entrando nella Comba di By. La strada prosegue pianeggiante restando distante dal Lago artificiale di By (1988) fino alle baite dell'alpe in località By (2050) dove ci riforniamo di acqua. La via, ora diventata sentiero, prosegue tra pascoli fioriti, attraversa la strada poderale, e continua a salire dolcemente inoltrandosi nella conca. Superiamo un torrente e arriviamo all'Alpe Le Baracche (2303), alpeggio a semibotte, mimetizzato dall'alto nell'erba. Le pendenze si fanno più decise e proseguiamo in direzione della bastionata rocciosa sopra la quale si intravede la bandiera del rifugio. Guadato un torrente, il sentiero si fa sempre più ripido salendo a zigzag su terreno detritico fino al tratto attrezzato con scalini e corde che aiutano a salire su un intaglio sulla balza rocciosa che porta sopra la bastionata dove un percorso sassoso ci porta brevemente al Rifugio Chiarella all'Amianthe (2979). Subito dopo l'arrivo di tutto il gruppo, giunto alla spicciolata, una violenta grandinata investe la montagna. Alloggiamo nella vecchia e spartana capanna adibita anche a rifugio invernale che giusto quest'anno compie un secolo dalla costruzione. Ceniamo nella sezione nuova del rifugio (del 1976) ottimamente gestito dagli amici del CAI di Chiavari. Durante la cena ci accordiamo sul da farsi: sveglia l'indomani alle 5.00, colazione alle 5.15, partenza alle 5.30- 5.45. La salita alla cima non è lunga (2h30'- 3h00') ma è bene partire presto per evitare la neve molle e perchè ci aspetta una lunga discesa. Facciamo conoscenza del'unico ospite oltre a noi del rifugio: è un ragazzo olandese che decide di unirsi al nostro gruppo per salire la cima. Domenica mattina durante la colazione l'arrivo di un temporale cambia i nostri piani quindi aspettiamo l'evolversi del tempo. Alle 6.30 visto che ha smesso di piovere ma le nuvole non hanno l'aria di aprirsi, decidiamo di partire comunque verso il vicino Col d'Amianthe, poi si vedrà. Subito dietro il rifugio iniziamo la salita sui nevai, seguendo la direzione degli ometti nelle zone detritiche. Pieghiamo prima a sinistra in direzione del Col Garrone poi a destra fino al'intaglio del Col d'Amianthe (3308) dove si entra in territorio svizzero. Al colle veniamo accolti da forti venti, il tempo non si apre ma, se non altro c'è buona visibilità sul nostro percorso per cui, calzati i ramponi, iniziamo il cammino sul ghiacciaio. Siamo sotto la cima ma la via normale prevede l'aggiramento della rocce sommitali con l'attraversamento di tutto il ghiacciaio di Mont Durand e la salita dal versante opposto. Non ci sono tracce per cui siamo i primi della stagione a segnare la via. Perdiamo quota scendendo lungo il vallone glaciale poi tagliamo il pendio in direzione della base del Gran Combin. Col senno di poi sarebbe stato meglio perdere ancora una trentina di metri di quota per poter attraversare il ghiacciaio quasi in piano, il pendio che abbiamo tagliato presentava notevoli pendenze. Attraversato il ghiacciaio iniziamo la risalita puntando verso la sella di Sonadon. Non ci sono ancora crepacci e la neve ha buona consistenza. Pieghiamo progressivamente a sinistra fino ad arrivare alla cresta, prima nevosa, poi su facile rocce detritiche che ci porta brevemente alla cima della Grande Tete de By (3588). Dopo una breve sosta riprendiamo la via sullo stesso tragitto dell'andata. Le nuvole non si aprono, non vediamo il sole, e le temperature prossime allo zero mantengono una sufficiente consistenza del manto nevoso. Scendiamo e riattraversiamo il ghiacciaio, risaliamo al colle e, in breve siamo al rifugio. Sono le 11.30, ci aspetta la discesa dai 7°C del rifugio ai 30°C in valle. Ripercorriamo il sentiero di salita con una breve deviazione vicino al lago artificiale di By per passare da Casa Farinet (2009), abitazione in cui soggiornò il presidente Einaudi. Dopo una breve pioggerella, alle 14.50 siamo tutti al posteggio di Glacier.
Tutto sommato, viste le condizioni meteo, abbiamo raggiunto il miglior risultato possibile: siamo arrivati tutti in vetta, senza grossi rischi ed evitando acquazzoni o temporali.
- Partecipanti 13: Roberto Chiesa (capogita), Dario, Andrea, Martina, Domenico, Ezio, Giulio, Leo, Cristina, Ioannis, Roberto, Luigi, Gianmarco.
- Tempi di percorrenza (miei): 3h48' salita al rifugio, 2h36' alla Tete de By (2h11' di marcia), 21' sosta in vetta, 1h46' discesa al rifugio, 52' sosta al rifugio, 2h37' discesa a Glacier.
- Dislivelli: 1°giorno 1430m salita, 2°giorno 760m salita e 2150m discesa.
- Lunghezza del percorso: 6,4km al rifugio, 3,2km alla vetta, 19,5km complessivi.
- Meteo 1°giorno: sole e caldo in valle con temporali in arrivo, fresco al rifugio (12°C)
- Meteo 2°giorno: nuvoloso e fresco in alto, asciutto, caldo e pioggia leggera all'arrivo a valle
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