Santuario di Pietralba 1529 m
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Dopo una notte insonne grazie a tre idioti che hanno fatto casino fino alle 2,00, metto il naso tra le persiane e non vedo un tubo, bella giornata davvero! Siamo quasi a 1000 m, e alle 6,00 ci sono già 20°, le montagne non solo hanno il cappello ma anche la sciarpa, il cappotto e tutto quello che potrebbero mettersi! Si aprirà come ha fatto ieri? Le previsioni non davano molte speranze, per cui abbandoniamo l’idea di un giro in Maddalene e ci dirigiamo a Laives per salire al Santuario di Pietralba lungo la mulattiera che facevano una volta i pellegrini. L’usanza ancora si mantiene ci dicono, ma i pellegrini sono sempre meno e in una giornata afosa come oggi abbiamo espiato i peccati facendoli uscire anche dai pori!
Lasciamo l’auto nei pressi di Casa Emmaus, poco fuori Laives. Da qui parte la mulattiera, prima strada cementata che da ripidissima diventa ripida fino alla 4° Cappella della Via Crucis, poi fino alla 9° è più umana per tornare a salire nelle ultime quattro, questo è quanto ci riferisce il terzo e unico pellegrino della giornata che grondante come noi affronta questa lunga salita. Luna, il suo cane sembra l’unica che non sente il caldo, per il momento almeno.
Saliamo con moltissima calma, ascoltiamo aneddoti del luogo, omicidi e dicerie e intanto le cappelle sfilano senza che ce ne accorgiamo. Alla decima, ben oltre a quella cui voleva arrivare il nostro amico, ci dividiamo, lui torna a casa e noi proseguiamo. Per fortuna già da un po’ la temperatura, grazie a un poco d’aria, è diventata più accettabile.
Arriviamo al Santuario, la struttura è poco piacevole, troppo grande e circondata da altrettante costruzioni troppo appariscenti per il luogo, negozio di souvenir, bar, self service, mah tutto troppo commerciale! Ma il posto in cui sorge ha un panorama eccezionale. Qui troviamo tutti gli altri “pellegrini”. I più arditi salgono facendo a piedi le ultime due cappelle, la via di mezzo posteggia davanti al Santuario, ah già dimenticavo l’enorme posteggio in cui si sbuca al termine della mulattiera uscendo dal bosco, e poi ci sono quelli che se la prendono davvero comoda lasciando la macchina al posteggio più alto in modo da essere alla stessa altezza del Santuario e fare così solo pochi passi, un po’ come al supermercato. C’è chi posteggerebbe anche all’interno per percorrere meno strada possibile e invece chi preferisce non stare a litigare con carrelli e massaie e posteggia ben lontano dall’entrata!
E’ ancora presto per i panini e anche se sembra che da un momento all’altro possa cominciare il diluvio universale, proseguiamo verso Malga Monte San Pietro. Niente di speciale, una bella sterrata scende per poi risalire. Mi piacerebbe vedere tutti quelli che si stanno dirigendo lì per mangiare, quando bei satolli dovranno risalire al Santuario, già adesso sembra stiano per schiattare! Va beh si sa in questi posti si vede di tutto, siamo in montagna è vero ma dove arrivano le macchine…
Tornati al Santuario, troviamo un posto poco incasinato, dove mangiare mentre il tempo, in barba alle previsioni, cambia improvvisamente regalandoci un pomeriggio di sole. Discesa tranquilla come la salita e per toglierci un po’ di sale di dosso ci immergiamo per quanto c’è possibile nel torrente.
DATI GPS
Dislivello 1466 m – 23,05 km
Lasciamo l’auto nei pressi di Casa Emmaus, poco fuori Laives. Da qui parte la mulattiera, prima strada cementata che da ripidissima diventa ripida fino alla 4° Cappella della Via Crucis, poi fino alla 9° è più umana per tornare a salire nelle ultime quattro, questo è quanto ci riferisce il terzo e unico pellegrino della giornata che grondante come noi affronta questa lunga salita. Luna, il suo cane sembra l’unica che non sente il caldo, per il momento almeno.
Saliamo con moltissima calma, ascoltiamo aneddoti del luogo, omicidi e dicerie e intanto le cappelle sfilano senza che ce ne accorgiamo. Alla decima, ben oltre a quella cui voleva arrivare il nostro amico, ci dividiamo, lui torna a casa e noi proseguiamo. Per fortuna già da un po’ la temperatura, grazie a un poco d’aria, è diventata più accettabile.
Arriviamo al Santuario, la struttura è poco piacevole, troppo grande e circondata da altrettante costruzioni troppo appariscenti per il luogo, negozio di souvenir, bar, self service, mah tutto troppo commerciale! Ma il posto in cui sorge ha un panorama eccezionale. Qui troviamo tutti gli altri “pellegrini”. I più arditi salgono facendo a piedi le ultime due cappelle, la via di mezzo posteggia davanti al Santuario, ah già dimenticavo l’enorme posteggio in cui si sbuca al termine della mulattiera uscendo dal bosco, e poi ci sono quelli che se la prendono davvero comoda lasciando la macchina al posteggio più alto in modo da essere alla stessa altezza del Santuario e fare così solo pochi passi, un po’ come al supermercato. C’è chi posteggerebbe anche all’interno per percorrere meno strada possibile e invece chi preferisce non stare a litigare con carrelli e massaie e posteggia ben lontano dall’entrata!
E’ ancora presto per i panini e anche se sembra che da un momento all’altro possa cominciare il diluvio universale, proseguiamo verso Malga Monte San Pietro. Niente di speciale, una bella sterrata scende per poi risalire. Mi piacerebbe vedere tutti quelli che si stanno dirigendo lì per mangiare, quando bei satolli dovranno risalire al Santuario, già adesso sembra stiano per schiattare! Va beh si sa in questi posti si vede di tutto, siamo in montagna è vero ma dove arrivano le macchine…
Tornati al Santuario, troviamo un posto poco incasinato, dove mangiare mentre il tempo, in barba alle previsioni, cambia improvvisamente regalandoci un pomeriggio di sole. Discesa tranquilla come la salita e per toglierci un po’ di sale di dosso ci immergiamo per quanto c’è possibile nel torrente.
DATI GPS
Dislivello 1466 m – 23,05 km
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