Piz Palù
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La terza uscita del corso SA2 2011 del CAI Varese ha come scenario l’anfiteatro naturale tra il Piz Palù (3905 m), la nostra meta, e il monte Bernina, con la spettacolare Biancograt in bella mostra dal rifugio Diavolezza (3006 m).
Il sabato pomeriggio gli istruttori ci fanno provare i movimenti di cordata in conserva corta su passaggi di misto. Arrampicare su roccia con i ramponi è stata un’esperienza nuova un po’ per tutti. Chi di noi già arrampicava è rimasto stupito di quanto tengano le punte nelle tacchette e nelle fessure. Poi è la volta delle discese in corda doppia: divertente guardare le facce dubbiose, a volte atterrite, dei novelli rocciatori. La domenica incomincia in discesa: la lingua di neve che scegliamo per raggiungere il ghiacciaio sottostante è davvero ripida e piena di roccette. Dopo una lunga salita caratterizzata dal superamento di enormi crepacci, arriviamo al deposito sci, quindi per ripido pendio, in cresta: la prima parte è “un’autostrada”, in alcuni punti addirittura con una cornice sulla destra che fa da “parapetto”. Si arriva così agevolmente sulla prima cima. Per la cima principale si deve scendere leggermente per poi affrontare una cresta questa volta molto affilata e aerea; c’è veramente il baratro sia da una parte che dall’altra: chissà perchè non parla più nessuno! Le condizioni comunque sono ottime e procediamo con passo sicuro fino alla meta, dove aspettiamo che arrivino tutti per una foto di gruppo.
Qui le foto.
Il sabato pomeriggio gli istruttori ci fanno provare i movimenti di cordata in conserva corta su passaggi di misto. Arrampicare su roccia con i ramponi è stata un’esperienza nuova un po’ per tutti. Chi di noi già arrampicava è rimasto stupito di quanto tengano le punte nelle tacchette e nelle fessure. Poi è la volta delle discese in corda doppia: divertente guardare le facce dubbiose, a volte atterrite, dei novelli rocciatori. La domenica incomincia in discesa: la lingua di neve che scegliamo per raggiungere il ghiacciaio sottostante è davvero ripida e piena di roccette. Dopo una lunga salita caratterizzata dal superamento di enormi crepacci, arriviamo al deposito sci, quindi per ripido pendio, in cresta: la prima parte è “un’autostrada”, in alcuni punti addirittura con una cornice sulla destra che fa da “parapetto”. Si arriva così agevolmente sulla prima cima. Per la cima principale si deve scendere leggermente per poi affrontare una cresta questa volta molto affilata e aerea; c’è veramente il baratro sia da una parte che dall’altra: chissà perchè non parla più nessuno! Le condizioni comunque sono ottime e procediamo con passo sicuro fino alla meta, dove aspettiamo che arrivino tutti per una foto di gruppo.
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