Sassariente e Cima di Sassello per la "muraglia (Ti)cinese"
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"Pare che abbiamo rifatto tutto il percorso di salita al Sassariente: non ci sono più i canaponi, ora c'è uno specie di scivolo che ti porta fino in cima".
Va bene: ci tocca andare a verificare, domenica è prevista una bella giornata, ci si può abbinare anche la classica salita alla Cima di Sassello per la muraglia, è sempre bella da fare e c'è sempre qualcuno che non ne ha mai neppure sentito parlare a cui farla scoprire.
Arriviamo ai Monti di Motti, il posto è sempre bello ma oggi siamo immersi nella nebbia, ci rifugiamo nel ber ristorante per scaldarci un po', poi, dopo un giro di caffè, partiamo: del resto le previsioni sono buone, questa nebbia è dovuta all'inversione termica, fra un po' dovremmo bucare la coltre ed emergere al sole.
Cominciamo a salire, dopo un breve tratto di strada prendiamo un sentiero sulla sinistra che sale in una magnifica faggeta, il bosco ha un aspetto fatato, mano a mano che saliamo l'aria si fa più tiepida ed in alto vediamo finalmente apparire degli sprazzi di azzurro, di colpo siamo fuori: sotto di noi un mare di nuvole, al di sopra il cielo di un azzurro intenso, intorno i colori dell'autunno.
Saliamo nel bosco, attraversiamo un tratto pieno di alberi secchi, alcuni tagliati, altri scolpiti ed in breve siamo alla bocchetta caratterizzata dal muro costruito dagli internati polacchi durante la guerra.
Decidiamo di salire subito al Sassariente per cui proseguiamo, passiamo nei pressi della cresta Nord e ci abbassiamo per andare a prendere la "normale" del Sassariente: un po' prima del vecchio attacco ecco la nuova passerella, è una sorta di scivolo in legno che risale la parete, alcuni tratti sono decisamente eaerei: costruiti a sbalzo sul vuoto, penso che un manufatto del genere avrà bisogno di una manutenzione accurata e continua per mantenere le condizioni di sicurezza indispensabili. Sinceramente sono un po' perplesso: in caso di brutto tempo credo che uno scivolo in legno come questo possa rivelarsi decisamente scivoloso, forse i vecchi canaponi erano una soluzione migliore. Ma, tant'è: "Cosa fatta capo ha", oggi comunque c'è il sole e di problemi non ce ne sono. In un attimo siamo in cima, la croce è adornata di bandierine di preghiera tibetane, il panorama è, come sempre grandioso: dal mare di nebbia emergono le cime più alte, del lago sottostante non c'è traccia. La panchina sotto la croce invita al relax ed a un primo assaggio di cibarie.
Ma è ora di ripartire, torniamo alla selletta e saliamo sulla muraglia: tratti quasi piani si alternano ad altri con pendenza accentuata ed a tratti in discesa, in alcuni punti occorre arrampicare, in altri il muro è crollato e si deve prendere il sentiero che corre, praticamente senza soluzione di continuità, di fianco alla muraglia. Intorno a noi è un tripudio di colori autunnali: il giallo dei larici si accompa al verde che ancora resiste, il rosso delle bacche e delle foglie fa da contrasto all'azzurro del cielo, a fare da sfondo il bianco abbacinante della nebbia sottostante.
Arriviamo in vetta alla Cima di Sassello e, finalmente, diamo fondo alle cibarie, sotto di noi la nebbia si sta lentamente diradando: riusciamo ad intravedere il lago ed il Ticino al di là dello sperone del Sassariente.
Ridiscendiamo sempre percorrendo la muraglia, ognuno di noi si chiede la ragione degli immani sforzi che la costruzione a suo tempo ha certamente richiesto.
Nella luce del tramonto i Monti di Motti sono ancora più suggestivi ma, vista la stagione, in breve siamo avvolti dal buio.
Sempre bella l'escursione al Sassariente anche se la nuova passerella le ha tolto il carattere quasi alpinistico che aveva in precedenza senza, a mio avviso, averne aumentato la sicurezza.
La salita alla Cima di Sassello rimane una divertente e piacevolissima gita.
Entrambe le cime sono caratterizzate da un magnifico panorama (sebbene non a 360°).
La difficoltà di grado I l'ho messa per il percorso sulla muraglia per la Cima di Sassello, ormai la salita al Sassariente non presenta più alcuna difficoltà di genere alpinistico.
Va bene: ci tocca andare a verificare, domenica è prevista una bella giornata, ci si può abbinare anche la classica salita alla Cima di Sassello per la muraglia, è sempre bella da fare e c'è sempre qualcuno che non ne ha mai neppure sentito parlare a cui farla scoprire.
Arriviamo ai Monti di Motti, il posto è sempre bello ma oggi siamo immersi nella nebbia, ci rifugiamo nel ber ristorante per scaldarci un po', poi, dopo un giro di caffè, partiamo: del resto le previsioni sono buone, questa nebbia è dovuta all'inversione termica, fra un po' dovremmo bucare la coltre ed emergere al sole.
Cominciamo a salire, dopo un breve tratto di strada prendiamo un sentiero sulla sinistra che sale in una magnifica faggeta, il bosco ha un aspetto fatato, mano a mano che saliamo l'aria si fa più tiepida ed in alto vediamo finalmente apparire degli sprazzi di azzurro, di colpo siamo fuori: sotto di noi un mare di nuvole, al di sopra il cielo di un azzurro intenso, intorno i colori dell'autunno.
Saliamo nel bosco, attraversiamo un tratto pieno di alberi secchi, alcuni tagliati, altri scolpiti ed in breve siamo alla bocchetta caratterizzata dal muro costruito dagli internati polacchi durante la guerra.
Decidiamo di salire subito al Sassariente per cui proseguiamo, passiamo nei pressi della cresta Nord e ci abbassiamo per andare a prendere la "normale" del Sassariente: un po' prima del vecchio attacco ecco la nuova passerella, è una sorta di scivolo in legno che risale la parete, alcuni tratti sono decisamente eaerei: costruiti a sbalzo sul vuoto, penso che un manufatto del genere avrà bisogno di una manutenzione accurata e continua per mantenere le condizioni di sicurezza indispensabili. Sinceramente sono un po' perplesso: in caso di brutto tempo credo che uno scivolo in legno come questo possa rivelarsi decisamente scivoloso, forse i vecchi canaponi erano una soluzione migliore. Ma, tant'è: "Cosa fatta capo ha", oggi comunque c'è il sole e di problemi non ce ne sono. In un attimo siamo in cima, la croce è adornata di bandierine di preghiera tibetane, il panorama è, come sempre grandioso: dal mare di nebbia emergono le cime più alte, del lago sottostante non c'è traccia. La panchina sotto la croce invita al relax ed a un primo assaggio di cibarie.
Ma è ora di ripartire, torniamo alla selletta e saliamo sulla muraglia: tratti quasi piani si alternano ad altri con pendenza accentuata ed a tratti in discesa, in alcuni punti occorre arrampicare, in altri il muro è crollato e si deve prendere il sentiero che corre, praticamente senza soluzione di continuità, di fianco alla muraglia. Intorno a noi è un tripudio di colori autunnali: il giallo dei larici si accompa al verde che ancora resiste, il rosso delle bacche e delle foglie fa da contrasto all'azzurro del cielo, a fare da sfondo il bianco abbacinante della nebbia sottostante.
Arriviamo in vetta alla Cima di Sassello e, finalmente, diamo fondo alle cibarie, sotto di noi la nebbia si sta lentamente diradando: riusciamo ad intravedere il lago ed il Ticino al di là dello sperone del Sassariente.
Ridiscendiamo sempre percorrendo la muraglia, ognuno di noi si chiede la ragione degli immani sforzi che la costruzione a suo tempo ha certamente richiesto.
Nella luce del tramonto i Monti di Motti sono ancora più suggestivi ma, vista la stagione, in breve siamo avvolti dal buio.
Sempre bella l'escursione al Sassariente anche se la nuova passerella le ha tolto il carattere quasi alpinistico che aveva in precedenza senza, a mio avviso, averne aumentato la sicurezza.
La salita alla Cima di Sassello rimane una divertente e piacevolissima gita.
Entrambe le cime sono caratterizzate da un magnifico panorama (sebbene non a 360°).
La difficoltà di grado I l'ho messa per il percorso sulla muraglia per la Cima di Sassello, ormai la salita al Sassariente non presenta più alcuna difficoltà di genere alpinistico.
Tourengänger:
paoloski

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