Cima Vegaia 2890 m
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E’ tanto che non torniamo in Trentino, troppo direi. Su c’è quella situazione di neve/non neve per cui non si sa bene cosa si riesce a fare. Le escursioni che amiamo fare con le ciaspole ora sono improponibili, fino a 2000 m la neve scarseggia per non dire manca. Il Trentino, nonostante sia la patria delle ciaspole, è un’attività in cui pochi si cimentano, se non su percorsi segnati e battuti, per cui trovare notizie su ciaspolate non è facile. Passo la settimana a chiedere info a destra e a manca e alla fine vengono fuori molte idee per cui non resta che andare a vedere.
Sabato mattina dopo poche ore di sonno ci avviamo verso la Val di Sole puntando ad una cima che avevamo adocchiato l’anno scorso ma che dato il forte pericolo valanghe ci aveva fatto desistere fermandoci alla malga sottostante.
Lasciamo la macchina all’entrata di Ortisè che quasi non riconosciamo, solitamente in questo periodo ci sono montagne di neve e si parte sci/ciaspole ai piedi proprio a monte del paese. Oggi nisba, mentre attacchiamo ciaspole e picca allo zaino ci vien da ridere, ma dalle info ricevute ci hanno consigliato di portare tutto l’ambaradan! Dopo poco incontriamo un gruppetto di bresciani anche loro combinati come noi, sorridere viene spontaneo perché stiamo pensando la stessa cosa…servirà tutta sta roba? Stessa meta, andiamo avanti noi ma poco dopo sosta spogliarello per cui ci superano, li riacciuffiamo alla spicciolata, loro si sono ciaspolati, anche se servono a poco, basta stare a bordo della sterrata e la neve si può evitare. Poco sotto Malga Pozze a circa 2100 m cediamo e anche noi ci ciaspoliamo. Proseguiamo ancora un poco lungo la strada e poi cominciamo a tagliare per prati per raggiungere lo spallone che normalmente si risale in inverno. Un paio di bresciani ci segue, gli altri optano per il vallone, dove c’è più neve. Ai piedi dello spallone vediamo chiaramente che possiamo salire senza ciaspole evitando le chiazze di neve per cui le togliamo. I nostri compagni invece le tengono per cui la salita ci vedrà fare esattamente il contrario uno dall’altro, loro in cerca di neve, noi cercando di evitarla. Nel tratto più ripido ci ramponiamo poiché ci sono tratti ventati e non vorremmo incappare in una malaugurata scivolata. Raggiungiamo la cresta, il primo tratto è piuttosto stretto ma si va via bene, poi avendo i ramponi ai piedi cerchiamo di evitare delle rocce affioranti ma finiamo in una bella buca di neve dove uscirne è una buona impresa, a fatica nuotiamo nella neve e riprendiamo la cresta, per gli ultimi trenta metri di roccette togliamo i ramponi e raggiungiamo la croce di vetta. Appena osiamo solo pensare di mangiare qui, si alza un vento gelido che ci fa subito cambiare idea, scendiamo i trenta metri di roccette, rimettiamo i ramponi mentre arriva il gruppo che ha scelto di salire nel vallone, cosa da non fare assolutamente in condizioni di innevamento normale. Torniamo sui nostri passi, ora andando a cercare la neve per utilizzare i ramponi e una volta sceso lo spallone ci dirigiamo a Malga Pozze dove sappiamo esserci delle panche riparate dove poter mangiare. Vorremmo allungare un po’ il percorso andando verso la Malga Vallenaia, ma la neve papposa alternata ad ampie zone pulite non ci permette di fare quello che vorremmo, per cui riprendiamo la strada e torniamo a Ortisè.
Lo spallone che porta alla cresta ha tratti molto ripidi per cui con le ciaspole ci deve essere una condizione ottima per affrontarlo. Per come è esposto penso che la neve sia spesso gelata (anche da report precedenti di cui ho letto) per cui, se possibile, se non si è sci-muniti, meglio salire di ramponi. La cresta terminale solitamente si percorre con gli sci, con le ciaspole, almeno il primo tratto mi sempra troppo stretto. Gli ultimi trenta m di solito si fanno sempre a piedi.
DATI GPS
Dislivello 1392 m - km 17,38
Sabato mattina dopo poche ore di sonno ci avviamo verso la Val di Sole puntando ad una cima che avevamo adocchiato l’anno scorso ma che dato il forte pericolo valanghe ci aveva fatto desistere fermandoci alla malga sottostante.
Lasciamo la macchina all’entrata di Ortisè che quasi non riconosciamo, solitamente in questo periodo ci sono montagne di neve e si parte sci/ciaspole ai piedi proprio a monte del paese. Oggi nisba, mentre attacchiamo ciaspole e picca allo zaino ci vien da ridere, ma dalle info ricevute ci hanno consigliato di portare tutto l’ambaradan! Dopo poco incontriamo un gruppetto di bresciani anche loro combinati come noi, sorridere viene spontaneo perché stiamo pensando la stessa cosa…servirà tutta sta roba? Stessa meta, andiamo avanti noi ma poco dopo sosta spogliarello per cui ci superano, li riacciuffiamo alla spicciolata, loro si sono ciaspolati, anche se servono a poco, basta stare a bordo della sterrata e la neve si può evitare. Poco sotto Malga Pozze a circa 2100 m cediamo e anche noi ci ciaspoliamo. Proseguiamo ancora un poco lungo la strada e poi cominciamo a tagliare per prati per raggiungere lo spallone che normalmente si risale in inverno. Un paio di bresciani ci segue, gli altri optano per il vallone, dove c’è più neve. Ai piedi dello spallone vediamo chiaramente che possiamo salire senza ciaspole evitando le chiazze di neve per cui le togliamo. I nostri compagni invece le tengono per cui la salita ci vedrà fare esattamente il contrario uno dall’altro, loro in cerca di neve, noi cercando di evitarla. Nel tratto più ripido ci ramponiamo poiché ci sono tratti ventati e non vorremmo incappare in una malaugurata scivolata. Raggiungiamo la cresta, il primo tratto è piuttosto stretto ma si va via bene, poi avendo i ramponi ai piedi cerchiamo di evitare delle rocce affioranti ma finiamo in una bella buca di neve dove uscirne è una buona impresa, a fatica nuotiamo nella neve e riprendiamo la cresta, per gli ultimi trenta metri di roccette togliamo i ramponi e raggiungiamo la croce di vetta. Appena osiamo solo pensare di mangiare qui, si alza un vento gelido che ci fa subito cambiare idea, scendiamo i trenta metri di roccette, rimettiamo i ramponi mentre arriva il gruppo che ha scelto di salire nel vallone, cosa da non fare assolutamente in condizioni di innevamento normale. Torniamo sui nostri passi, ora andando a cercare la neve per utilizzare i ramponi e una volta sceso lo spallone ci dirigiamo a Malga Pozze dove sappiamo esserci delle panche riparate dove poter mangiare. Vorremmo allungare un po’ il percorso andando verso la Malga Vallenaia, ma la neve papposa alternata ad ampie zone pulite non ci permette di fare quello che vorremmo, per cui riprendiamo la strada e torniamo a Ortisè.
Lo spallone che porta alla cresta ha tratti molto ripidi per cui con le ciaspole ci deve essere una condizione ottima per affrontarlo. Per come è esposto penso che la neve sia spesso gelata (anche da report precedenti di cui ho letto) per cui, se possibile, se non si è sci-muniti, meglio salire di ramponi. La cresta terminale solitamente si percorre con gli sci, con le ciaspole, almeno il primo tratto mi sempra troppo stretto. Gli ultimi trenta m di solito si fanno sempre a piedi.
DATI GPS
Dislivello 1392 m - km 17,38
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