Monte Bò di Valsesia in traversata
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Memori della favolosa sciata dell'8 marzo al Testone dei Tre Alpi quando Roberto ci propone una gita su una cima che si trova a circa un chilometro di distanza in linea d'aria accettiamo entusiasti. Meta il Bò di Valsesia in traversata. Ci ritroviamo alla pesa di Azzate e, nonostante Natale sia appena passato, o forse proprio per questo, siamo, come al solito, in tanti.
Il parcheggio di Rassa si trova sul lungo torrente e, quando arriviamo, è già affollato da quelli che sembrano per la maggior parte ciaspolatori, fa un bel freddo: il paese è ancora completamente in ombra e il parcheggio sembra un campo da hockey.
La prima parte della salita si svolge su un ripido e stretto sentiero nel bosco, qui i ciaspolatori si trovano decisamente più a loro agio che noi con i nostri sci.
Poco sopra comunque il pendio si fa più dolce ed il bosco lascia spazio ad una rada boschina e poi a pascoli fino all'Alpe sulle Piane, da qui nuovo tratto di bosco, ma con sentiero meno ostico, fino all'Alpe Selvaccia da dove, finalmente possiamo ammirare quella che sembra la nostra cima, in realtà quella che vediamo da qui non è la nostra vetta ma solo un risalto della cresta caratterizzato da un ripetitore. Raggiungiamo il crinale intorno ai 1700 metri, poi non ci resta che seguire la linea ideale che ci condurrà alla cima.
L'ultima parte si fa più ripida ed il gruppo si sgrana notevolmente, ben presto però siamo tutti in cima, caratterizzata da una statua della Madonna. Mancano solo Edoardo, Antonella e Mariagrazia che, via radio, ci hanno comunicato di essere tornati sui loro passi.
Fa decisamente freddo ed il vento contribuisce ad abbassare ulteriormente la temperatura. Ci prepariamo e scendiamo subito in direzione Sud Ovest verso l'Alpe Sorbella, la neve è buona anche se questo non è un inverno caratterizzato, finora, da grandi precipitazioni: qualche grattata è inevitabile. Il tratto dall'Alpe Sorbella all'Alpe Sorba con questa poca neve è avventura pura: il sottobosco è decisamente ostico!
L'ultima parte della discesa si svolge su una stradina, la prima parte, con ancora un po' di neve morbida, è accettabile, l'ultima è allucinante: un'autentica pista ghiacciata per slittini.
La cima offre un gran bel panorama e forse con più neve la sciata potrebbe offrire maggiori soddisfazioni, nelle condizioni in cui l'abbiamo trovata noi decisamente non è stata una delle gite più gratificanti, comunque valeva la pena di vedere anche quest'angolo, per me sconosciuto, di montagne
Il parcheggio di Rassa si trova sul lungo torrente e, quando arriviamo, è già affollato da quelli che sembrano per la maggior parte ciaspolatori, fa un bel freddo: il paese è ancora completamente in ombra e il parcheggio sembra un campo da hockey.
La prima parte della salita si svolge su un ripido e stretto sentiero nel bosco, qui i ciaspolatori si trovano decisamente più a loro agio che noi con i nostri sci.
Poco sopra comunque il pendio si fa più dolce ed il bosco lascia spazio ad una rada boschina e poi a pascoli fino all'Alpe sulle Piane, da qui nuovo tratto di bosco, ma con sentiero meno ostico, fino all'Alpe Selvaccia da dove, finalmente possiamo ammirare quella che sembra la nostra cima, in realtà quella che vediamo da qui non è la nostra vetta ma solo un risalto della cresta caratterizzato da un ripetitore. Raggiungiamo il crinale intorno ai 1700 metri, poi non ci resta che seguire la linea ideale che ci condurrà alla cima.
L'ultima parte si fa più ripida ed il gruppo si sgrana notevolmente, ben presto però siamo tutti in cima, caratterizzata da una statua della Madonna. Mancano solo Edoardo, Antonella e Mariagrazia che, via radio, ci hanno comunicato di essere tornati sui loro passi.
Fa decisamente freddo ed il vento contribuisce ad abbassare ulteriormente la temperatura. Ci prepariamo e scendiamo subito in direzione Sud Ovest verso l'Alpe Sorbella, la neve è buona anche se questo non è un inverno caratterizzato, finora, da grandi precipitazioni: qualche grattata è inevitabile. Il tratto dall'Alpe Sorbella all'Alpe Sorba con questa poca neve è avventura pura: il sottobosco è decisamente ostico!
L'ultima parte della discesa si svolge su una stradina, la prima parte, con ancora un po' di neve morbida, è accettabile, l'ultima è allucinante: un'autentica pista ghiacciata per slittini.
La cima offre un gran bel panorama e forse con più neve la sciata potrebbe offrire maggiori soddisfazioni, nelle condizioni in cui l'abbiamo trovata noi decisamente non è stata una delle gite più gratificanti, comunque valeva la pena di vedere anche quest'angolo, per me sconosciuto, di montagne
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