Pellegrinaggio in Grignetta
|
||||||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Pellegrinaggio in Grignetta
Le persone pie usavano ed usano ancora fare dei pellegrinaggi verso luoghi sacri per testimoniare con più forza la propria fede. Oggi anche io ho sentito il bisogno di un pellegrinaggio in una zona che tanti di noi considerano sacra come monumento che il Creatore ha voluto lasciare agli uomini perché potessero mettere alla prova le loro capacità migliori. Erano ormai tanti anni che non vi mettevo più piede ma conservavo nel mio cuore il ricordo delle tante salite di grado vario fatte su questi torrioni e pinnacoli che ognuno che si intenda di montagna conosce certamente. Come dimenticare le prime esperienze sulla Portineria dove imparai la mia prima corda doppia, il vicino Campaniletto, e poi la Torre, la Lancia, il Torrione del Cinquantenario di fronte al Rosalba, la bellissima Punta Giulia, il Torrione Palma, il Torrione Clerici, l’Ago Teresita, la Guglia Angelina, il trittico dei Magnaghi col Sigaro a fianco? Su questi pinnacoli si erano accese le prime passioni, raccolte le soddisfazioni, apparse e controllate in qualche modo le paure del vuoto, della solitudine alla sosta ma, in consuntivo, delle belle esperienze.
Punta Giulia
Così, oggi decidevo di tornare solitario dopo le ultime gite in piacevole compagnia ed iniziavo a percorrere la Direttissima che trovavo un po’ modificata in alcuni tratti, poi lungo il Canalone Val Tesa (alias Canale dell’Angelina) salivo ad incrociare il Sentiero Cecilia e tramite il suo tronco di sx raggiungevo il Colle Valsecchi. Lì, per un progetto futuro, andavo un po’ in ricognizione del tratto iniziale della Cresta Segantini (III), che pure ho percorso un paio di volte e che si svolge in un canale, innalzandomi di un 20m giungendo ad un intaglio. Lì, però, bisognoso si sentire uno straccio di corda tenuto da una mano amica decidevo di rimandare ad una occasione migliore la prodezza e tornavo al Colle. Di lì seguitavo per la Val Scarettone a me completamente nuova e dall’aspetto alquanto selvaggio (ma dove sono i luoghi bucolici e ameni in Grigna?); dopo alterne vicissitudini il sentiero, parzialmente attrezzato, risale con una serie di tornanti alla Bocchetta del Giardino; in quel preciso punto mi giunge una telefonata dall’amica Laura che credevo impegnata in una camminata in una zona non precisata. I soliti convenevoli poi le sue domande si fanno stringenti: “Ma dove sei esattamente?” “Quanto ti manca alla vetta?” “Certo che la Grigna col cielo blu…!” ed infine la sorpresa: “Quando sarai in vetta, aspettami perché sto salendo dal Canalone Porta!”. Io, raggiante per un’escursione già bella che a breve sarebbe stata arricchita dall’inaspettata sua compagnia proseguo adagio per darle tempo e seguo il sentiero che dalla Bocchetta Giardino conduce all’attacco del Canalino Federazione, da risalire anch’esso con divertente ma non banale arrampicata assistita. Un ultimo saliscendi con catene conduce in vetta alla Grigna meridionale, per gli amici e appassionati, semplicemente Grignetta. Giunto in vetta non mi resta che contemplare il panorama, invero piuttosto fumoso (forse è la perturbazione in arrivo) ma più che altro tengo d’occhio la dorsale che dalla Bocchetta dei Venti arriva in vetta. Dopo breve tempo ecco una figuretta in rosso che si avvicina celermente; scatto un sacco di foto mentre la figuretta ingrandisce sempre più ed infine appare sul saliscendi finale. Eccoci, l’abbraccio, i racconti, il progetto di tornare assieme per il Canalone Porta. Ma prima pranziamo assieme con un panino diviso in due ed una barretta, poi adempiute le rituali telefonate verso chi è a casa, si parte. La discesa si svolge piuttosto celermente per impegni che Laura ha, compatibilmente col tipo di terreno. Bisogna sapere che il Canalone Porta è un percorso alpinistico abbastanza complicato e rischioso per la sua struttura che alterna paretine lisce, terrazzini che si sovrastano e una grande quantità di insidiosi detriti. Io l’avevo fatto un paio di volte sempre in salita, non certo col tempo record di Laura, ma mai in discesa; Laura stessa riconosce che la discesa è più difficile della salita che ha appena fatta. Lungo il tragitto incontriamo quattro alpinisti che stanno salendo bardati di imbrago, rinvii e casco; scambiamo simpatiche parole sulla loro destinazione. Ci dicono che se scendiamo di lì….anche noi non siamo troppo “giusti” e ci accomiatiamo. Purtroppo verso i 2/3 della discesa avviene il mio incidente. Il “maestro” che, come il medico, predica bene ma razzola male dimentica la regola di non infilare il dito nel chiodo e così, quando, sbilanciato nella discesa da un terrazzo, abbandona tutto il peso del corpo al dito che ovviamente non regge cade slittando verso un salto di qualche metro faccia avanti. “L’allieva” cioè quella che in teoria è lì per imparare JJ ha la presenza di spirito di afferrare il mio zaino per un momento ma è sufficiente a farmi ruotare il corpo verso monte mentre mi aggrappo con la mano sx ad un appiglio. Sono comunque in una pessima posizione e senza Laura credo che ci avrei messo un bel po’ a tirarmi in piedi. La provvidenziale “fatina rossa” si incarica anche della conta delle sbucciature, contusioni, ecc. e poi visto il mio momentaneo impaccio passa a condurre. Tanto per finirla, di fronte all’ennesima placca liscia, pressati ormai da un impietoso orologio, tiro fuori la corda e facciamo una provvidenziale doppietta. Finalmente arriviamo alle auto. Ringraziamenti, saluti un po’ di corsa, “fammi sapere come va”, e ci separiamo rientrando verso le nostre case.
Bilancio? Una giornata meravigliosa per la Grignetta, per la sorpresa e perché no? Anche per l’incidente…..se puoi raccontarlo vuol dire che hai imparato ancora qualcosa e hai investito nel futuro.
Grazie Laura, di tutto.
Vedi anche relazione di Laura
Pillole….di sudore e di fatica:
Dislivello in salita 1105m, in discesa 1099m
Lunghezza totale 11,1 km
Tempo totale lordo 7h40’
Tempo totale netto 6h40’
Soste totali 1h

Kommentare (12)