Quella di appendere la corda al chiodo era stata una scelta definitiva, un pò voluta e un pò dovuta.
L’ultima volta in cordata è stato nel luglio del 1999 al Sustenhorn, con Lella e Francesca, nostra figlia, poi menischi, sofferenza in quota, disavventure in moto e altro, mi hanno portato a vedere la montagna in modo diverso, in fondo quello a mè più congeniale.
Oggi l’ho staccata dal chiodo.....dopo 12 anni.....sotto forte influenza esterna.
Non perchè salire alla Becca d’Oren abbiano bisogno di mè.....anzi, se qualcuno potrebbe essere di peso quello sono io.
Però.....alzarsi alle tre di notte, guidare fin là e portar sù la corda.....alla faccia della parità, se lo fà un ometto è meglio!
Corda che tra l’altro, quando salii molti anni fà, non serviva. Allora il ghiacciaio era bello grasso e compatto, senza crepacci.....ora è cambiato, più magro ma più insidioso, anche se facile.
L’idea è di salire in giornata, come facemmo anche allora, perchè serve (a loro) come test per una prossima salita più impegnativa.
Io mi adeguo senza troppo entusiasmo, ma in fondo non mi dispiace tornare su questa cima, è facile, molto panoramica e nel suo piccolo una piramide piuttosto elegante.
Le previsioni meteo non sono delle migliori, ma se ci concedono una tregua fino alle prime ore del pomeriggio dovremmo farcela.
Sveglia alle 3,15.....passiamo a prendere Esilde e Lumi....è nuvoloso, poi piove, pioviggina, smette.....arriviamo a Place Moulin!
Stranamente sono ottimista, però fà troppo caldo per essere a 2000 metri e a quest’ora!
Saliamo allegramente chiacchierando; nuvole e nebbie vanno e vengono....esce anche il sole.
Se mi fermo a far foto le perdo subito.....ma quanto vanno queste ragazze?
Il percorso è lungo e fin dentro alla Comba d’Oren non si guadagna granchè come dislivello, poi, giunti quasi alla sua testata, si sale decisamente, superando un gradone attrezzato con corde e gradini, non indispensabili ma comunque utili, essendo questo tratto sempre bagnato.
Arrivati al pianoro in vista del rifugio, ci fermiamo per la sosta banana.
Mi guardo intorno e ci credo ancora nella possibilità di salire in cima, ma quando Esilde tira fuori la crostata che doveva essere il premio finale e ce la offre.....la mia sicurezza comincia a vacillare.
Riprendiamo il cammino in direzione del rifugio e poco dopo un vento gelido accompagna le prime gocce! Mannaggia....ora piove sul serio!
Siamo al rifugio e l’escursione finisce qui! Entriamo....siamo gli unici ospiti.
Io, Lella ed Esilde.....vecchi montanari (scusate ragazze), dopo due minuti abbiamo già metabolizzato la rinuncia, mentre Lumi è affranta dalla delusione.....doveva essere il suo battesimo sul ghiacciaio!
Poi capisce.....questa è la montagna!
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