Monte San Primo - Anello nord
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Ancora quattro passi fuori di casa …
Ero molto indeciso se pubblicare questa passeggiata (eh si … quello che alcuni anni fà consideravo un’ escursione oggi è solo una passeggiata), ma ho infine pensato che come fuga di poche ore, possa essere una valida alternativa al solito Bollettone/Palazone.
Ritorniamo al San Primo, una delle vette più panoramiche del nostro bel lago di Como.
Abbiamo vincoli di orario, e studiamo un giretto interessante, un anello sul versante nord del S.Primo
Ci ritroviamo in quattro (i “magnifici” quattro) al parcheggio al Piano S.Primo, di solito è il punto di partenza per ciaspolate ( a proposito è una magnifica ciaspolata ) e sci-alpinismo.
Risaliamo verso la dorsale che porta alla sella di Terra Biotta, che raggiungiamo in meno di 40m, e ci dirigiamo a sinistra sulla cima a panettone del Monte Ponciv, che, come quasi tutte le alture del S.Primo, ospita piccoli o grandi ripetitori.
Quello del Ponciv è piuttosto imponente, ma dimenticando alle spalle le antenne, si gode un’ ottima vista su Magreglio-Ghisallo (sotto in basso), Lecco e le Grigne.
Purtroppo il gran caldo, genera umidità ed una certa foschia.
Ritorniamo alla sella e proseguiamo lungo la cresta, piacevole come sempre, unico vero problema sono le ortiche, che riempiono la colma, impossibile uscirne “immacolati”.
Impavidi proseguiamo sulla dorsale, passando accanto vari ripetitori, fino alla salita finale per la vetta del San Primo a 1686mt, che raggiungiamo in 1:45 di orologio (io come sempre ultimo).
Croce di vetta, il grosso ripetitore dei vigili del fuoco, ed un altro ripetitore.
Ci fermiamo una mezz’ora, per dissetarci e goderci un panorama che è sempre bellissimo, anche se visto più volte. Dopo la pausa, e la foto ricordo, scendiamo nella direzione opposta, verso ovest, ma per pochi metri, poi prendiamo un sentierino che porta evidentemente (è anche segnalato con palina) al costone con il rifugio Martina.
La pendenza è impressionante, in discesa è da fare con molta attenzione per il fondo poco solido (terra e piccoli sassi), ma in salita “spacca il fiato” (il mio di fiato mi ringrazia di essere salito dalla parte opposta …).
Si scende notevolmente di altitudine, entrando subito nel bosco (e fortunatamente all’ ombra), fino ai 1230mt del rifugio Martina, oggi un moderno ristorante dove moltissima gente si accingeva al pranzo.
Noi proseguiamo, senza fretta, ma desiderosi di allontanarsi da tanta confusione. Seguiamo la dorsale, puntiamo a raggiungere dall’ alto la zona di Prà Filippo, e deviare scendendo in quella direzione.
Proseguendo la dorsale su buoni sentieri, ma sempre nel bosco fitto, forse andiamo un po’ oltre, in direzione del Monte Nuvolone / Nìgulun (che si trova molto più in basso, verso Bellagio), quindi deviamo verso valle, verso est.
I sentieri fino ad ora ben battuti e segnalati, diventano esili, poche tracce, sicuramente sono in disuso. Comunque scendiamo, passando tra prati di belle baite abitate, fino a raggiungere il torrente Perlo, ad un guado.
La vista dell’ acqua corrente, del torrente trasparente e la gran calura ci invita ad una bella sosta con rinfresco e gran “pucciata” di piedi nelle gelide pozze.
Percorriamo ora una strada sterrata che porta prima al Sasso Piatto e poi a Pra’ Filippo.
Il sasso piatto è una grande pietra che fa da tetto ad una caverna naturale (forse scavata ad hoc), con dentro tavoli e sedie (dalle nostre parti si direbbe un bersò). La copertura è proprio un masso erratico. La casa a fianco un vero gioiello, in perfetto stile montagna, con pietre e tanto legno.
Proseguiamo ancora un poco e raggiungiamo la casetta dello zio di Roberto dove abbiamo programmato di fermarci per pranzo (al sacco) e per quattro chiacchere con i simpaticissimi zii di Bob.
La cosa si fa talmente piacevole che restiamo con loro per oltre tre ore e mezza, poi ci congediamo, raggiungiamo la strada che da Piano S.Primo scende a Bellagio, che percorriamo a ritroso.
Dopo pochi tornanti giungiamo alla Pietra di Lentina, un’ enorme masso erratico, la strada ci passa proprio accanto, noi come bambinetti in gita, non resistiamo la tentazione di salirci sopra … detto e fatto.
Riprendiamo il cammino, ma non su strada, ma su un comodo sentiero segnalato che passa poco sotto, e soprattutto taglia i numerosi tornanti.
Poco prima di raggiungere il parcheggio, incontriamo un faggio gigantesco, una pianta secolare, peccato non sia segnalata e valorizzata. Lo zio Arnaldo ci ha raccontato che servono 5 persone per abbracciarlo nella sua circonferenza.
Fine della passeggiata, piacevole, poco faticosa (a parte il gran caldo), ricca di belle cose da vedere, soddisfatti anche senza i 2500mt delle ultime camminate …
Un’ idea, speriamo, per qualcuno. Come indicato sia nelle didascalie, sia sulla mappa con tracce, esiste un percorso molto più breve dal Rif. Martina al parcheggio. Si perde la visita al faggio, alla Pietra di Lentina ed al Sasso Piatto.
A presto !
Riassuntino:
Andata : 9Km al pranzo 4:20 con soste (quasi 60min)
Ritorno : 2,6Km, 0h:50m con soste
Totale : 11,9Km, 8h:48m totali, 4h:04m netti (beh … ce la siamo presa comoda)
Dislivello: 580mt (assoluto), 980mt (relativo)
Partecipanti: Giorgio, Roberto, Gimmy e Paolo
Altre foto, diario, e foto panoramica sul nostro sito :
Girovagando
www.girovagando.net escursione # 98




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