San Primo dai Piani Rancio.
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Oggi volevamo fare un giro non lontano da casa per rientrare presto e quindi abbiamo scelto di salire al San Primo.
Per me è una meta pluricollaudata, visto che circa ogni anno ci vengo e posso dire di averlo salito da ogni versante e in ogni stagione, ma visto visto che Giordano e Gigi non ci sono mai saliti, ecco l’occasione per ritornare!
Inizialmente volevamo salire da Erno (vicino a Zelbio), ma la neve caduta la notte precedente avrebbe reso la salita della lunga cresta ovest molto faticosa e quindi abbiamo deciso di salire dai Piani Rancio, più vicini e con un percorso meno lungo.
Vedendo da casa il San Primo bello imbiancato, avevamo con noi le ciaspole, ma constatando le condizioni della neve sul posto (che pensavo di trovare più alta), le abbiamo lasciato in auto.
Iniziata la nostra escursione prima delle otto, ci siamo diretti rapidamente verso i pendii del versante nord ancora in ombra, seguendo il sentiero che passa dall’Alpe del Borgo per arrivare alla Bocchetta di Terrabiotta, dove c’è quasi sempre vento e, anche se oggi non era molto forte, era comunque abbastanza gelido, cosa che ci ha consigliato di salire al San Primo seguendo il sentiero che sta sotto il crinale.
In questo tratto abbiamo trovato tre ragazzi che scendevano e che sicuramente sono saliti prima di noi con la pila frontale per vedere sorgere l’alba dalla cima: una bella idea da tenere in considerazione…
Percorso il lungo sentiero di mezza costa, con vista sempre eccezionale sulla Pianura Padana, abbiamo raggiunto con facilità la panoramica cima dove, durante la discreta permanenza, siamo stati raggiunti da altri pochi escursionisti.
Per la discesa abbiamo optato per il ripido sentiero che percorre il versante nord, anche se non era ancora passato nessuno, e che punta direttamente verso le baite dove sorge il Rifugio Martina.
Nella parte alta della discesa abbiamo incontrato neve molto farinosa (circa 20 cm di spessore) e nella parte più bassa del bosco invece neve trasformata; in entrambi i casi siamo scesi con un pò di cautela, perché il ripido sentiero era molto scivoloso.
Arrivati al Rifugio Martina (chiuso e ancora in ombra) ci siamo fermati per consumare il nostro pranzo, per poi riprendere il facile cammino e ritornare al punto di partenza.
Non è stata un’escursione molto lunga o dai severi dislivelli (abbiamo camminato 4 ore superando circa 600 m di dislivello), ma la presenza della neve ha indubbiamente aumentato la fatica della salita (e soprattutto della discesa!), ma come sempre è stata una bella giornata trascorsa in amicizia, favorita anche dal meteo eccezionale, che ci ha regalato dei superbi panorami: alla fine, il San Primo merita sempre una visita!
Per me è una meta pluricollaudata, visto che circa ogni anno ci vengo e posso dire di averlo salito da ogni versante e in ogni stagione, ma visto visto che Giordano e Gigi non ci sono mai saliti, ecco l’occasione per ritornare!
Inizialmente volevamo salire da Erno (vicino a Zelbio), ma la neve caduta la notte precedente avrebbe reso la salita della lunga cresta ovest molto faticosa e quindi abbiamo deciso di salire dai Piani Rancio, più vicini e con un percorso meno lungo.
Vedendo da casa il San Primo bello imbiancato, avevamo con noi le ciaspole, ma constatando le condizioni della neve sul posto (che pensavo di trovare più alta), le abbiamo lasciato in auto.
Iniziata la nostra escursione prima delle otto, ci siamo diretti rapidamente verso i pendii del versante nord ancora in ombra, seguendo il sentiero che passa dall’Alpe del Borgo per arrivare alla Bocchetta di Terrabiotta, dove c’è quasi sempre vento e, anche se oggi non era molto forte, era comunque abbastanza gelido, cosa che ci ha consigliato di salire al San Primo seguendo il sentiero che sta sotto il crinale.
In questo tratto abbiamo trovato tre ragazzi che scendevano e che sicuramente sono saliti prima di noi con la pila frontale per vedere sorgere l’alba dalla cima: una bella idea da tenere in considerazione…
Percorso il lungo sentiero di mezza costa, con vista sempre eccezionale sulla Pianura Padana, abbiamo raggiunto con facilità la panoramica cima dove, durante la discreta permanenza, siamo stati raggiunti da altri pochi escursionisti.
Per la discesa abbiamo optato per il ripido sentiero che percorre il versante nord, anche se non era ancora passato nessuno, e che punta direttamente verso le baite dove sorge il Rifugio Martina.
Nella parte alta della discesa abbiamo incontrato neve molto farinosa (circa 20 cm di spessore) e nella parte più bassa del bosco invece neve trasformata; in entrambi i casi siamo scesi con un pò di cautela, perché il ripido sentiero era molto scivoloso.
Arrivati al Rifugio Martina (chiuso e ancora in ombra) ci siamo fermati per consumare il nostro pranzo, per poi riprendere il facile cammino e ritornare al punto di partenza.
Non è stata un’escursione molto lunga o dai severi dislivelli (abbiamo camminato 4 ore superando circa 600 m di dislivello), ma la presenza della neve ha indubbiamente aumentato la fatica della salita (e soprattutto della discesa!), ma come sempre è stata una bella giornata trascorsa in amicizia, favorita anche dal meteo eccezionale, che ci ha regalato dei superbi panorami: alla fine, il San Primo merita sempre una visita!
Tourengänger:
imerio

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Kommentare (4)