Periplo dei monti dei Pizzoni e Bronzone
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Giornata primaverile piovosa e grigia, nessuno a voglia di uscire così mi ritrovo solo per una sgambata in cerca di un po' d'aria fresca. In questi casi finisco sempre per scegliere un'escursione sulle prealpi.
Arrivo in Valsolda con l'intenzione di salire sui Pizzoni ma già durante il tragitto in auto capisco che è meglio lasciar perdere. Così, carta alla mano finisco per esplorare i sentieri che congiungono gli alpeggi che sorgevano tra Pizzoni e Bronzone.
Parto da Cressogno, riva lago. Poco sopra la strada statale c'è una secondaria, molto tranquilla che porta al Santuario della Caravina. Superato il santuario proseguo verso Cima. Prima di entrare nel centro storico della frazione devio sulla sinistra seguendo una strada che sale oltre le case. Al termine trovo un parcheggio con i primi segnavia che indica l'Alpe Vecchio, dove è situato un bivacco sempre aperto.
Essendo già salito un paio di volte al bivacco proseguo invece a destra seguendo le indicazioni per Pradei e Porlezza. Il sentiero inizia a salire con più decisione inoltrandosi nel bosco per poi uscire più in alto in una zona panoramica con vegetazione più rada. Il tracciato è difficile da individuare causa la tanta paglia secca che ancora lo ricopre. Non da l'idea di essere un itinerario molto battuto.
A quota 1148 mi ritrovo sulla cresta, vedo il bosco cambiare con la vegetazione tipica dei versanti nord. C'è un quadrivio: a destra proseguire per Pradei e Porlezza, diritto scenderei subito verso l'alpe di Cima, a sinistra si sale in cresta verso la vetta dei Pizzoni.
Scelgo questa ultima alternativa, il percorso in cresta, far le roccette tipiche di questa zona, è sicuramente più divertente.
Proseguo sulla cresta fino a quota 1287, vista la visibilità scarsissima e l'umidità altissima decido però di non proseguire verso la vetta dei Pizzoni ma di scendere all'alpe di Cima. Dall'alpe risalgo alla bocchetta di Pessina e scendo all'alpe. Noto che è stata ben sistemata e che nelle vicinanze è stata posata un'altana per l'osservazione degli uccelli. Il punto deve essere molto panoramico, dominante la valle di Bronzone. Ma la visibilità è scarsa: posso solo immaginare.
Proseguo in discesa verso Ranco e poi Drano. Da Drano cerco un setiero per arrivare a Cressogno ma ormai la cartina che avevo stampato è fradicia, mi devo rassegnare a seguire la strada che però riesco in gran parte ad evitare trovando parecchie scorciatoie.
Arrivo in Valsolda con l'intenzione di salire sui Pizzoni ma già durante il tragitto in auto capisco che è meglio lasciar perdere. Così, carta alla mano finisco per esplorare i sentieri che congiungono gli alpeggi che sorgevano tra Pizzoni e Bronzone.
Parto da Cressogno, riva lago. Poco sopra la strada statale c'è una secondaria, molto tranquilla che porta al Santuario della Caravina. Superato il santuario proseguo verso Cima. Prima di entrare nel centro storico della frazione devio sulla sinistra seguendo una strada che sale oltre le case. Al termine trovo un parcheggio con i primi segnavia che indica l'Alpe Vecchio, dove è situato un bivacco sempre aperto.
Essendo già salito un paio di volte al bivacco proseguo invece a destra seguendo le indicazioni per Pradei e Porlezza. Il sentiero inizia a salire con più decisione inoltrandosi nel bosco per poi uscire più in alto in una zona panoramica con vegetazione più rada. Il tracciato è difficile da individuare causa la tanta paglia secca che ancora lo ricopre. Non da l'idea di essere un itinerario molto battuto.
A quota 1148 mi ritrovo sulla cresta, vedo il bosco cambiare con la vegetazione tipica dei versanti nord. C'è un quadrivio: a destra proseguire per Pradei e Porlezza, diritto scenderei subito verso l'alpe di Cima, a sinistra si sale in cresta verso la vetta dei Pizzoni.
Scelgo questa ultima alternativa, il percorso in cresta, far le roccette tipiche di questa zona, è sicuramente più divertente.
Proseguo sulla cresta fino a quota 1287, vista la visibilità scarsissima e l'umidità altissima decido però di non proseguire verso la vetta dei Pizzoni ma di scendere all'alpe di Cima. Dall'alpe risalgo alla bocchetta di Pessina e scendo all'alpe. Noto che è stata ben sistemata e che nelle vicinanze è stata posata un'altana per l'osservazione degli uccelli. Il punto deve essere molto panoramico, dominante la valle di Bronzone. Ma la visibilità è scarsa: posso solo immaginare.
Proseguo in discesa verso Ranco e poi Drano. Da Drano cerco un setiero per arrivare a Cressogno ma ormai la cartina che avevo stampato è fradicia, mi devo rassegnare a seguire la strada che però riesco in gran parte ad evitare trovando parecchie scorciatoie.
Tourengänger:
rambaldi

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