Val Bedretto, Motto delle Pigne (2384 m) - Snowshoes Tour & Skitour - (Ring Tour)
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Tesi ed Antitesi
Affermazione e Negazione
Leone e Gazzella
Diavolo e Acquasanta
* Ciaspole e Sci * (nella stessa escursione!)
Sento già il plotone d’esecuzione degli skialper pronto a fare fuoco.
Quando poi sapranno che quando scrivo “sci” intendo proprio “sci”, senza pelli, mi bandiranno dalla loro nobile congrega.
Potrò sempre consolarmi fondando una nuova comunità, “quelli che si portano nello zaino: scarponi da sci, sci da pista con relativi attacchi, ramponi, piccozza, pinza, martello, e al ritorno, con gli sci ai piedi, infilano nello zaino: racchette da neve, scarponi da montagna, ramponi e quant’altro”, ma dubito che qualcun’altro oltre a me possa volerne far parte…
Il senso di questa dotazione (una tantum, è solo un esperimento, quindi non fonderò nessun nuovo gruppo… ) sta nella voglia di provare a scendere nella neve fresca (ehm, vergine... non è più fresca da un pezzo!) con degli sci più governabili dei miei soliti legni militari. Naturalmente questi sci non hanno gli attacchi da scialpinismo ma da discesa, ecco quindi spiegata la ragione delle racchette in salita. Tutto questo in proiezione per un possibile aggiornamento della mia attrezzatura scialpinistica.
Chiariti questi aspetti, veniamo alla gita…
Sbaglio subito strada, in località All’Acqua, pur partendo con le migliori intenzioni in direzione della Capanna Piansecco. In poche parole seguo una traccia che, inizialmente sembra buona, ma che poi si perde nel bosco. Un bosco ripidissimo, in confronto “all’autostrada” che sale verso la capanna. Di tornare sui miei passi non se ne parla, vista la fatica già fatta, ed in più con un bel peso sulle spalle. Sono costretto a stare sulla cresta, visto che a destra e a sinistra si dispiegano dei valloni orribilmente pendenti. Comunque anche qui l’inclinazione è maestosa. Vedo un tratto senza neve ed allora tolgo le racchette, ma il pendio, con paglia, ginepri e mirtilli non perdona: faccio una scivolata di alcuni metri e mi fermo solo grazie all’aderenza su di una chiazza di neve (il che è tutto dire!). Riguadagno il dislivello perso grazie ad alcuni piccoli larici e mi riposiziono sulla cresta, con neve in cui a tratti si affonda. Continuando su questa cresta, scorgo la C.Piansecco a destra, molto lontana. Spero che questa via porti a qualcosa, la fatica fin qui è stata immane. Finalmente sbuco all’Alpe di Rotondo, sotto i contrafforti rocciosi del Poncione di Cassina Baggio, salutato a più riprese da due caccia che bucano il muro del suono. Qui la pendenza si stempera e io tiro un sospiro di sollievo. Le mie spalle cominciano a dare i primi segni di cedimento, il peso di sci (da discesa), scarponi (da discesa) e di tutto il resto si fa sentire, dopo più di tre ore nella wilderness. Comunque, in questo bell’altipiano mi sposto in direzione dell’Alpe della Cassina Baggio, evito l’incontro ravvicinato con il laghetto delle Pigne e proseguo il mio traverso nella Cava delle Pigne, avvicinandomi molto al crestone Sud del Poncione di Maniò. Stremato deposito lo zaino in una zona pianeggiante, tolgo racchette e scarponi da montagna, inforco scarponi da sci e sci e con questa dotazione (senza pelli) raggiungo a scaletta la cima odierna, il Motto delle Pigne (2384 m), la più alta elevazione di questo altopiano, escludendo naturalmente i giganti che guardano da sopra. Torno allo zaino, mi disseto con un po’ d’acqua, impacchetto il tutto (racchette e scarponi da montagna nello zaino) e mi preparo a scendere. Faccio anche in tempo a notare una bella farfalla nera con macchie arancioni. Da qui in poi comincia il divertimento. Gli sci disegnano delle belle curve (con molta più facilità rispetto ai miei cari sci bianchi), anche se la neve è già primaverile; più in basso si potrà definire “estiva”. Scendo in direzione dei piloni dell’alta tensione e da qui mi dirigo verso l’Alpe di Cruina e la strada del passo. Nessuna caduta, solo un affondamento con le punte in una neve da solstizio (e non intendo quello invernale… ) ed in breve raggiungo la strada del Passo, dove la neve stra-battuta, ed in larga parte all’ombra, permette una discesa veloce e senza problemi. In breve rieccomi all’Acqua.
Esperimento molto positivo, se si esclude la prima parte della salita (ma questo non ha niente a che fare con la prova degli sci in discesa). Il florilegio di simboli tecnici che appare nella scheda sintetica non deriva dal fatto che sono improvvisamente impazzito. Intendo soltanto: in salita, racchette, un tratto con i soli scarponi, e uso delle mani, sia sul secco che sulla neve. In discesa, sci. Salendo dal sentiero normale per la C.Piansecco, tutte le difficoltà qui segnalate diminuirebbero generosamente. Dettaglio dei tempi: salita 4 ore e 45’. Discesa, meno di un’ora. Giro ad anello.

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