Traversata Riomaggiore Portovenere

Escursione di inizio anno lontana dalle Alpi, quest'anno, dopo una stagione non particolarmente fortunata dal punto di vista climatico, per inaugurare bene l'annata abbiamo pensato di andare alla ricerca di temperature miti e di itinerari rilassanti, tanto per pestare neve c'è tempo.

Però alla sveglia del mattino, dopo i festeggiamenti della serata dell'ultimo, ci alziamo solo in 2 su 9. Un peccato rinunciare all'escursione, vista la giornata serena.

Abbiamo pochi minuti per arrivare in stazione, a Moneglia, di corsa ma ce la facciamo.

Partiamo da Riomaggiore salendo tra terrazzamenti ormai abbandonati, seguendo il segnavia del sentiero numero 3, fino al santuario della Madonna di Montenero da dove la vista spazia verso ponente sulle 5 terre fino al promontorio di punta Mesco e Monterosso ed a levante verso la nostra meta: la penisola  di Portovenere. Lasciato il Santuario proseguiamo quasi in piano lungo un sentiero che si inoltra nella macchia mediterranea. Evitiamo la diramazione sul segnavia 3A per mantenerci sul sentiro principale numerato 3 fino ad arrivare al nucleo di Lemmen dove c'è una minuscola cappella. Da Lemmen riprende la salita per altri 150 m. di dislivello fino a raggiungere il crinale al telegrafo, più o meno a quota 500 m.
Da qui il percorso inizia una lunga e dolce discesa, marcata con il segnavia numero 1, verso Portovenere. Prima si è immersi in un bosco di conifera, poi predomina il Leccio con la presenza di parecchie querce da sughero.
Si arriva a Campiglia dove il panorama spazia a 360° sul golfo di Spezia ed il mare aperto.
Dopo la pausa per la focaccia iniziamo la parte a mio parere più spettacolare del percorso, prima lungo un sentiero nella macchia mediterranea che degrada progressivamente verso il mare. Si vedono le vertiginose falesie del Muzzerone, e le forme sinuose delle isole Palmaria, Tino e Tinetto.
Raggiunta la sella posta prima della risalita al monte Muzzerone, ci attende invece il tratto esteticamente più brutto dell'escursione, lungo una dissestata strada, esposta a nord senza nessuna visuale. E' la strada di servizio delle cave sul versante nord del monte (passandoci davanti non capivo bene cosa fossero quelle gigantesche gallerie) e che porta anche alle falesie.
Arriviamo in breve ad un bivio dove è possibile scegliere se salire il monte o aggirarlo verso il nuovo rifugio Muzzerone. Scegliamo la seconda soluzione per curiosità.

In breve arriviamo al rifugio gestito dal CAI di Spezia. Il rifugio è ricavato da un antico rustico di campagna circondato da ettari di uliveto ormai rinselvatichito. Probabilmente il CAI ha ripristinato partedella zona di uliveto abbandonata da anni.
Qui ricompare il sole e si iniziano a intravedere le mura di Portovenere e i suoi 2 campanili.
La discesa è meno spettacolare di quanto sarebbe stata dal monte Muzzerone, il borgo rimane quasi sempre nascosto alla vista.
Ammiriamo comunque bei panorami sul golfo e attraversiamo un altro uliveto lungo una mulattiera costruita con pietre a secco. A destra del sentiero il terreno è stato recentemente dissodato e le piante liberate dai rovi, a sinistra invece la piantagione è ancora invasa da arbusti infestanti.

Terminata l'escursione ci aggiriamo lungo le strette vie di Portovenere in attesa di prendere il bus verso Spezia. Siamo al tramonto, il grosso dei turisti che affollano il borgo se ne sta andando verso i parcheggi, noi camminiamo, contro corrente, non senza qualche difficoltà, in direzione quasi ostinata e decisamente contraria verso gli scogli che sovrastano il mare.