Bardughè Couloir (1865 m)

Le mie speranze di inaugurare il 2011 con una cima da sogno si sono ridimensionate sul ghiaccio di questo ripido canalino, su di una cascatella di ghiaccio che, proprio al centro, risospingeva indietro chi si fosse presentato senza la necessaria attrezzatura tecnica, piccozza e ramponi.

Non che il superamento di questo scoglio fosse poi garanzia di raggiungimento della cima, ancora molto lontana e con magari altri passaggi tecnici difficili o proibitivi.

In ogni caso l'avanzata su alcune rocce affioranti, ma che non portavano a niente, data la successiva verticalità, e la desistenza davanti al ghiaccio al 60%, entrambi fuori traccia rispetto al sentiero estivo, mi hanno suggerito di ridiscendere verso Bardughè, dove ho potuto sostare per il pranzo in maglietta a maniche corte. Due tentativi mi sono parsi abbastanza, del resto “errare humanum est, perseverare autem…”

Inoltre, per continuare con le ovvietà, “so sbagliare da me”: mi sono fidato troppo di una traccia, che poi portava solo alle predette rocce; avrei dovuto fiutare il sentiero estivo sotto la neve e buttarmi molto più a est della zona in cui mi sono arenato. Anche senza tracce.

Ma come in ogni vicenda, guardiamo il lato positivo: dai successi si impara ben poco, è da giornate come queste che si pongono le basi per i sorrisi futuri.

Note sul percorso: partenza da Costapiana (665 m). Sul sentiero qua e là tracce di neve, ma manto permanente solo da Corte Nuovo (1148 m) in su. Racchette indossate a Bardughè e salita come detto finché ho potuto. Discesa. Magnifica sosta pranzo su dei pietroni poco sopra l’Alpe, sotto un bel sole ed un cielo immacolato. Ripresa della discesa e mantenimento delle racchette fino a Corte Nuovo. Tempistica: fino a Bardughè 2 ore. 1 ora fino al punto ghiacciato del canale. 2 ore anche per il ritorno (pause comprese).

Non mi mancherai, o Pizzo, la tua cima ha già sorretto il mio peso, e presto ritornerò ancora da te: del resto sei sempre davanti ai miei occhi, come potrei dimenticarti?