Guriner Furka (2323 m) skitour
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Si può prevedere una bufera in montagna quando in pianura c’è un sole che spacca le pietre? Magari in dicembre non spacca proprio le pietre, comunque quando c’è, c’è. E oggi c’era. La meteo parlava però anche di venti tempestosi, ed infatti all’arrivo a Bosco Gurin sono stato accolto da una folata che mi ha suggerito di cambiare zona di parcheggio: da un abete sono caduti oggetti imprecisati (rami, pigne) sul tetto della mia auto. Ma poi durante i successivi minuti, mentre prendevo una decisione (se fare o non fare questa escursione), più niente. E allora via! Ogni tanto qualche raffica di vento gelido mi passava tra le orecchie, ma in salita, con il sudore che cominciava a farsi sentire, era quasi gradita. Poi però, in alto, alla Guriner Furka, ho capito una volta di più quanto insignificante sia la nostra forza di fronte al potere della natura. Non che volessi scendere verso Antigorio o Formazza, questo era escluso in partenza; in ogni caso anche volendo non avrei potuto: il vento mi risospingeva verso Bosco, sarebbe bastato avere una tuta da base jumping per volare via. Chissà ad avere lì un anemometro, quale sarebbe stato il responso… e naturalmente il vento, alzando neve a più non posso, dava forma ad una turbinante bufera. In occasione di una delle ultime foto già nei pressi del Passo mi si era congelata una mano, grazie a milioni di piccoli aghi ghiacciati sollevati dal vento e conficcati ad una velocità immane contro la mia mano. Da quel momento ho preferito limitare le mie azioni allo stretto necessario, cioè togliere le pelli e fissare gli attacchi (fortunatamente stavolta in pochissimo tempo: sarà stata l’adrenalina circolante a causa della situazione ad obbligarmi a sparire nel più breve tempo possibile da quella situazione “artica”). La giornata si annunciava difficile fin dall’inizio: infatti il primo muro, a destra rispetto alla seggiovia, si presentava come “ghiaccio vivo”, e anche le pelli facevano molta fatica a tenere. Ero dunque spronato a cercare un’altra via, lontano dal ghiaccio, ed infatti seguendo il sentiero estivo le cose si semplificavano, visto che la neve appariva con una bella crosta che aiutava l’incedere. Salivo quindi fin sopra Grossalp e procedendo sempre in verticale evitavo la deviazione per Rossboda, costeggiando a zig zag l’àncora per la Guriner Furka. In alto, come detto le cose si complicavano a causa del vento impetuosissimo. Scendevo successivamente in direzione di Rossboda su una bella pista dura (ricordiamo che gli impianti di risalita sono chiusi in settimana – per ora - ma, essendo le piste in preparazione, ogni tanto dei bei pezzi gattati si possono trovare). Da qua, giù fino a Grossalp e poi, evitando il sentiero del mattino, sulla stradina, ghiacciata come una pista da bob (e piena di rametti atterrati dal vento di questi giorni). Nonostante le condizioni avverse, arrivavo alla macchina senza cadute, anche se per rivedere il sole mi toccava scendere fino a Cerentino. Il solo raccontare questa giornata sugli sci mi mette ancora i brividi di freddo addosso. Ma in inverno giornate come questa possono capitare. E, tutto sommato, è stata una bella esperienza!
Tourengänger:
tapio

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